Discussione: Testimonianze
Visualizza messaggio singolo
  #8  
Vecchio 25-10-2007, 19:08
hurt hurt Non in Linea
Elvis Golden Fans
 
Data Registrazione: 03 2006
Locazione: a casa mia
Messaggi: 12.666
Predefinito Re: Testimonianze

ON STAGE

Come raccontato da

JERRY SCHEFF - La stampa è stata orribile con lui, ma anche dopo, non ricordo una buona recensione se non dei primi anni. La stampa fu orribile. Non tengo conto di quello che hanno detto. E’ stato schernito con crudeltà. Ad esempio non parlano mai di Neil Diamond. Non dicono: “Neil Diamond adesso è calvo, perché non si mette una parrucca?” “Ha fatto un pancione!!” Oppure Davis Crosby di Crosby, Stills e Nash. Non parlano di lui e anche lui è in gran sovrappeso.
Ma nel caso di Elvis, lui era Elvis. Mi fa arrabbiare, ma realmente tanto! La gente vuole fare soldi e se questo vuol dire essere disgustosi, lo fanno e basta. Quanti di loro fanno altri errori che sono molto peggiori del “peccato” di lasciarsi un po’ andare in sovrappeso ? Oppure dall’essere molto infelice ….. Io ci sono stato in quella situazione!!! Io ho provato veramente quello che è un periodo di depressione clinica, alcuni anni fa. Avevo quella sindrome che include tutto: droghe, alcohol e altro.
E’ ovvio che Elvis, negli ultimi anni, era molto depresso. Si deve avere compassione per lui. E’ un essere umano, e deve essere gridato forte – ne più né meno. Ma lui sicuramente non è cattivo come certe persone. Mi ha sempre trattato con rispetto. Avevamo uno splendido rapporto. Non è mai stato maleducato o irriverente con me

JAMES BURTON - Ma la mia vera affinità con Elvis era la musica.
Eri costretto a guardarlo perché era una gran direttore. Poteva decidere di fermare la canzone e cose simili. La comunicazione degli occhi era determinante. Amava assortire i suoni della chitarra. Amava certi accordi che io facevo. Se non li avessi fatti gli sarebbero mancati. Parlando dei tempi musicali, dovevi sapere dove si trovava lui. Dovevi essere molto attento, in ogni momento. Se guardavi altrove, rischiavi di perdere la tua collocazione nello spettacolo. Era interessante, perché non faceva mai due volte la stessa cosa.

JOE GUERCIO - Cosa ha significato per me? Mi ha messo in contatto con persone come le Sweet Inspirations, gli Imperials, gli Stamps, mi ha portato sul palco con 20 delle persone più professionali che ci siano. Credimi eravamo una famiglia. Poi, se Elvis Presley non fosse entrato nella mia vita, non avrei mai capito il Sud. Inoltre mi ha aperto gli occhi verso un sacco di musica. Io, alla mia età, sono qui e vivo grazie al rock and roll.

RONNIE TUTT – La sua energia era incredibile! Las Vegas era come una pantera in gabbia. Elvis aveva così tanta energia e forza. Era una cosa splendida. Sfortunatamente non sono mai riusciti a catturare tutta l’ energia che quell’uomo aveva. Era uno degli uomini più elastici che io abbia mai conosciuto. C’erano periodi in cui era fuori forma, che eravamo a due settimane dal tour e stavamo provando o qualcosa del genere, e abbiamo detto: “Come farà a rimettersi in sesto per il tour?” Due settimane più tardi allo show della prima sera, lui arrivava e appariva grande. Era come se fosse entrato in una cabina telefonica per indossare la sua “Uniforme di Elvis Presley”, come Superman. E’ stato grande e meraviglioso. Lo vedevo fare così, su e giù, così tante volte nel 1977 e quel CBS Special…. Non posso guardarlo. Non voglio guardarlo. E’ stata una delle cose peggiori, invece che una delle migliori, e i miei ricordi di lui, sono sempre al suo stato migliore. Preferisco non pensare alle cose brutte. Secondo me è che, ovviamente, era malato molto più seriamente di quello che si era capito, anche se io l’avevo capito. Lui non era uno che si lamentava. Non era il tipo di persona che diceva: “oh, non mi sento bene, non posso esibirmi”. Ricordo che andai a trovarlo prima dello show, e lui era seduto. Aveva uno asciugamano bagnato sugli occhi. Poi, più avanti, abbiamo capito che aveva qualche problema, c’erano…… talmente tante lampadine, tutta quella luce….. Faceva così male ai suoi occhi! Non c’era una buona squadra per le luci. Avrebbero dovuto esserci quattro spot, e avrebbero dovuto essere diretti sul suo viso, per tutto il tempo. Non sapevano come distribuirle adeguatamente. Perciò aveva la luce costantemente diretta sulla faccia. Noi entravamo prima di lui agli spettacoli e vedevamo come i suoi occhi lacrimassero abbondantemente. Ti dispiaceva per lui, ma pensavi: “Hey, capita”. Ma come ho già detto, tutti eravamo concordi a dire che fosse più malato di quello noi pensavamo che fosse, o che riuscissimo veramente a capire quanto lo fosse. Ma pensi sempre: “Vedrai, starà bene, ne uscirà” perché lo ha fatto sempre. Ma non riusciva più a farlo. Lo aveva fatto già troppe volte.


JOHN WILKINSON - Tutti potevamo vedere che Elvis non stava assolutamente bene. Iniziò nel 1974. Non ricordo la data esatta, ma eravamo al College Park, Maryland. Camminava sul palco ed era terribilmente gonfio. I suoi occhi non vedevano bene. Aveva problemi a camminare e si dimenticava le parole. Ricordo che guardai Kathy Westmoreland e dissi “Cosa succede?” e lei rispose: “Non so” Era evidente che, in quel momento, c’era qualcosa di serio che non andava, ma non sapevamo cosa. Una sera era così e la sera successiva ogni cosa era perfetta, stava perfettamente bene. Oggi, abbiamo capito che aveva moltissima ritenzione di liquidi. Eravamo molto preoccupati per lui. Infatti, molti di noi andarono a parlargli e gli dissero “Cosa ti succede?” Rispose “Non mi sento molto bene” Più avanti abbiamo scoperto che aveva un glaucoma, e non ci vedeva bene. Poi aveva un colon terribilmente attorcigliato, che alle volte non gli permetteva di andare in bagno per sei giorni consecutivi. Prendeva un sacco di medicine contro i dolori. Se le autoprescriveva oppure diceva al suo medico di dargliele.
Quello di cui aveva veramente bisogno era aiuto reale, prendersi un po’ di riposo. Ma diceva: “Gente non posso farlo. I miei fans non me lo permettono” Gli dicevamo “Si, loro lo vogliono, loro lo capirebbero". Ma lui non voleva vederla così. Noi dicevamo che il Colonnello gli faceva fare troppi spettacoli, e continuavamo a discutere, colpevolizzando il Colonnello. Lui diceva: “Non posso farlo, ho stretto la mano a quell’uomo quando avevo 19 anni e la mia stretta di mano vale come l’oro, ragazzi, voi lo sapete. Ma noi continuavamo a dirgli che i concerti lo stavano uccidendo, perché non riposava abbastanza. Così, già nel ’74 abbiamo visto, che non era in buone condizioni. Però, nessuno di noi l’avrebbe mai lasciato.

BOBBY OGDIN – Anche nel suo ultimo tour, gli spettacoli di Elvis Presley provocavano tra il pubblico, l’elettricità più intensa che si possa immaginare. Quando Elvis camminava sul palco era come un’esplosione di eccitazione, urla ed entusiasmo.
A quanto ricordo, nel periodo che ho lavorato per Elvis, non abbiamo mai fatto un controllo del suono, e nemmeno mai fatto una prova. Nell’ultimo anno, avevamo fissato le date per le prove, a Memphis, prove per 4 diversi tours. Tutti arrivarono a Graceland da ogni direzione. Si predisponevano tutti gli impianti nel racquetball court. Tutto era pronto, anche il controllo ai microfoni e aspettavamo per un’ora o due. Poi Elvis decideva che non aveva voglia di provare e annullava tutto. Allora tornavamo in hotel e andavamo a mangiare. L’abbiamo fatto per 3 sere di seguito e quindi ci trovammo a partire per il tour, senza aver fatto prove. Una volta stabilimmo di fare una prova sul palco, prima del concerto, perché Elvis voleva provare alcune canzoni. Quel pomeriggio arrivò tutta la band e aspettò, ma Elvis non si presentò. C’era un impersonator di Elvis che Felton conosceva. Così Felton lo chiamò sul palco e gli disse di fare alcune canzoni, che noi non avevamo mai eseguito sul palco. Fu qualcosa di terribile. Poi tornammo all’hotel. Ma lo show con Elvis andò comunque bene.

JANELLE McCOMB – Elvis faceva sentire ogni membro del pubblico come parte di sé. Quando camminava sul palco, la piccola segretaria diventata una manager e il banale impiegato diventava capoufficio. Elvis dava speranza e ispirazione a tutti coloro che avevano un sogno impossibile. In Elvis vedevano il bambino nato in una casa di due stanze a Tupelo, Mississippi, che era diventato una celebrità e aveva raggiunto la fama e questo dava loro speranza.

Ultima Modifica di hurt : 27-10-2007 16:11
Rispondi Citando