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#1
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La visita continua entrando nella stanza che una volta era una rimessa, e Elvis l'ha adibita ad ufficio per il padre, il famoso ufficio dove lui tenne la conferenza stampa al rientro del militare, ce l'avete presente vero?
![]() lasciando quest'ufficio si và nel poligono di tiro dove c'è una sagoma di cartone e Elvis passava parte del suo tempo a sparare contro di essa, attaccati al muro ai due angoli, da un lato (sinistro) due traccia fossi antichi ed un motore per un piccolo fuoribordo (piccola imbarcazione), nel lato destro due vecchissime e arruginite, biciclette e due lanterne, uscendo si passa di fianco al recinto dove vi erano i cavalli ed un cartello ci avvisava di non dare da mangiare ai cavalli e di non toccarli... non dar da mangiare??? ... non toccarli? ... beh! qui mi sono fatto una risata perchè in pratica ormai non c'erano più i cavalli ![]() Però che bela la casa vista da qui dietro, vedere la sua casa da ogni lato è bello, rimanevo ad osservare le finestre del piano di sopra, le osservavo fino a sognare ad occhi aperti, forse ho visto un ombra, si mi pare di vedere una sagoma vicino la tenda, sognare di tornare indietro nel tempo per vederlo uscire da quella porta, togliersi l'accappatoio e tuffarsi in piscina. Ma non è andata cosi, mi giro e vado verso l'edificio dei trofei, entro e cavoli... al centro una teca contenente il vestito in lamè dorato, che bello, in basso ai piedi del vestito c'era la sua custodia della chitarra classica, in cuoio, tutta decorata e con inciso il suo nome ( Elvis), alle pareti c'erano i ritagli di giornale dell'epoca con gli articoli che parlavano di questo ragazzo povero che in un anno ha conquistato l'america e non solo, ai due angoli i regalucci che le ed i fan lanciavano ad Elvis nel suo concerto, ma... arrivando ad un corridoio ho visto uno spettacolo immenso, mi sono ritrovato circondato, avvolto, da Lp, 45 giri e musicassette d'oro e di platino. ![]() Che visione, i miei occhi brillavano, sapete come? fate vedere ad una donna un diamante come una noce e vedetele gli occhi, i miei erano cosi ![]() in fondo al corridoio un'altra porta dava su un periodo della sua vita, il militare e la vita cinematografica, a parte vedere le divise militari (uao!!!) e alcuni vestiti di scena, ero ancora con la testa al corridoio di prima, infatti sono tornato indietro e sono ripartito una seconda volta ad osservare i dischi, rivedo la divisa militare e le foto di alcuni momenti di quando era al militare, mi volto indietro e... ma si, si riparte, trooooppo bello, ma dovevo farmi coraggio, e sono andato avanti, passo il periodo dei film e un portatarghe in legno cattura la mia attenzione, c'erano una 50ina di targhe in ottone con inciso i nomi degli ospedali, associazioni di ricerca contro varie patologie, orfanotrofi e non sò che altro, tutti beneficiavano della generosità di Elvis, ogni anno devolveva tanti ma tanti soldi. Un tuffo nel cuore ho sentito, e nelle orecchie sentivo la guida che parlava della generosità di Elvis, del bene che ha fatto per i suoi concittadini, ha tolto i debiti a chi ne aveva, ha fatto aprire attività commerciali, in pratica il padre doveva nascondergli il blocchetto degli assegni perchè Elvis era di cuore generoso, Priscilla disse che lui dava sempre, amava dare tanto amore e aiutare anche se poi si sentiva solo... . Questa cosa mi ha moltiplicato l'amore per l'uomo che era, e una famosa frase mi venne in mete, ce ne fossero di persone come lui. Ed ora non mi resta che uscire per la prossima visita. continua P.S. chiedo scusa se tardo a postare, ma ho avuto molti problemi di connessione, abbiate pazienza ![]() |
#2
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Complimenti Roby !!!!!!!!!!!!
![]() ![]() Stai descrivendo il tuo viaggio a Memphis, così bene, che non solo ci si immagina mentre anche noi giriamo per le stanze di Graceland, ma stimoli ancora di più la voglia di andarci. Grazieeeeeeeeeee ![]() ![]() |
#3
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Bene, siamo arrivati all'edificio che Elvis fece costruire per giocare a racketball con i suoi amici, infatti finalmente ho capito che quella sera stava giocando a racketball e non a tennis, e durante la pausa amava suonare il piano a parete per intrattenere gli amici.
Entro in questo edificio e davanti a me vedo un flipper, due pareti a specchio, una spalliera sulla parete di sinistra con agganciata una panca per lo stratching, e ai due lati due poltrone marrone scuro, in pretica un misto tra palestra e sala giochi, ma il tutto racchiuso in un ambiente di 5 metri di profondità e 4 metri di larghezza. Mi volto a destra e noto un livello più basso mentre ascolto in cuffia la guida elettronica che pronuncia questa frase (su per giù): " ora state vedendo la stanza in cui Elvis suonò l'ultima volta prima di andare in bagno" e poi ci fu un breve silenzio, un silenzio che mi fece stringere il cuore, dall'alto dov'ero ancora, cercavo di ricostruire quei momenti, immaginavo lui seduto davanti a quel piano mentre intonava un gospel... ... se chiudete gli occhi lo sentite anche voi... ... ora questo momento è dentro di me e dentro di voi, qui in questa stanza ci sono rimasto, credo, almeno 20 minuti, ho sceso i pochi scalini che mi separavano da lui cosi piano che mi sembrava di fluttuare ad un palmo da terra, osservavo con commozione quel pianoforte chiuso che è stato l'ultimo strumento suonato da Elvis, ero solo in quella stanza, solo con il mio sogno davanti a me, ho immaginato di vederlo alzarsi e andare in casa per recarsi al ... bagno, in questo momento feci un segno della croce, e ho continuato ad andare avanti, oltrepassando questa porta si entrava nel campo da racketball, ora invece è diventata la stanza dei trofei post-morte, contornati da alcune jump-suit degl'ultimi concerti, comprese le eagle jump-suit, senza fiato, ossrvavo questa stanza a bocca aperta, alta non meno di 7 metri, larga almeno 5 metri ha gli angoli a 45° e profonda 6 o 7 metri, era fantastica, tutte le pareti erano tappezzate di nero e vi erano appesi tutti i cd d'oro di platino compresi i singoli, era tutto un luccichio, in basso ai piedi di tutto questo bel vedere sulla sinistra c'erano le jump-suit, la tiger, le due eagle, la maya la butterfly e altre due di cui non ricordo il nome ma altrettanto belle, era per me un continuo avere la pelle d'oca, davanti a me poi c'erano alcuni trofei, ringraziamenti e la bandiera americana chiusa in una teca in lutto, i desegni dei francobolli e un bellissimo vetro serigrafato con il suo volto. Adesso questa è la porta che esce sul viale che accompagna i fan verso il giardino, da lontano inizio a vederlo, adesso non capisco se il mio cuore vuole continuare a battere o se vuole fermarsi, vedevo una piccola fila di ammiratori mentre vicino a me a destra c'era la piscina, non è molto grande, l'acqua sembrava finta perchè non si notava un piccolo movimento quasi si fosse congelato da quella volta, iniziava anche a girarmi la testa. Voltandomi intorno osservavo i prati e la casa come non li avevo mai visti, mi avvicinavo e iniziavano a sfilare i primi omaggi che sono arrivati da ogni parte del mondo, ormai ero arrivato, osservo il prato e la prima targa è in ricordo del fratello gemello Jessie Garon Presley, una targa piccola per un grande ricordo e per un amore perso alla nascita, ancora un passo e la donna più amata da Elvis era li, Gladys Love Smith Presley, una donna che nel dolore di un parto ha fatto nascere una leggenda, un passo ed ecco il padre, Vernon Elvis Presley, ... adesso prendo fiato perchè vi giuro, mi tremano le gambe, tra poco vedrò con i miei occhi la tomba di Elvis dopo anni che l'ho vista su foto e in filmati, un passo ed eccomi vicino a lui, alcuni regali adornano la sua tomba, fiori, peluche, bandierine, foto e poesie, l'iscrizione dice: ELVIS AARON PRESLEY january 8, 1935 august 16, 1977, faticavo sempre di più a tenere il ritmo del respiro regolare, ero davanti al mio idolo, colui che mi ha accompagnato nella mia vita con la sua voce e la sua musica, finalmete potevo rendergli omaggio e ringraziarlo... ... sono felice, e dopo il segno della croce e un grazie non posso non ringraziare anche la nonna Minnie Mae Presley. Il mio cammino ricomincia percorrendo il viale che mi porta alla zona dove si prende la navetta per tornare nell'area accoglienza dei fun. continua |
#4
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Ti correggo, la versione elvisiana di "Torna a Surriento" non è "Return to sender" ma "Surrender"!
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#5
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Polluce il tuo racconto è sempre più entusiasmante.......... non solo è bellissimo leggere quello che scrivi, ma il dettaglio dei particolari che inserisci è davvero emozionante.... sembra di essere lì con te
![]() ![]() ![]() Grazie mille, Roby ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() ![]() |
#6
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E' vero Hurt! Ho riletto i post precedenti per riprendere il filo della storia, e ho avuto la tua stessa sensazione
![]() ![]() Bravissimo Polluce!! Hai un futuro come scrittore ![]() ![]() ![]() LISA
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#7
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GRANDE POLLUCE , IO CI SONO STATO..MA CON IL TUO RACCONTO E' COME SE CI FOSSI TORNATO UNA SECONDA VOLTA...E HAI RISVEGLIATO IN ME ANCORA TANTISSIME EMOZIONI!!!....(COMUNQUE CHE NE DICANO ELVIS E' LA' E TI ACCOMPAGNA IN OGNI ANGOLO DI GRACELAND!!!!)CIAO
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#8
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GRAZIE POLLU.....DAVVEROOO!!!!
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#9
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Grazie polluce! E' bello sentirsi lì a Graceland con te...ci fai sognare!!
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