La presunzione dei giornalisti italiani non ha limiti
Vasco Rossi
CANZONETTE: Compagno di sbronze
di Massimiliano Osini

(Vasco Rossi - Foto internet)
"Ho perso un'altra occasione buona stasera / E' andata a casa con il negro, la **** / Mi son distratto un attimo / Colpa d'Alfredo / Che con i suoi discorsi seri e inopportuni / Mi fa sciupare tutte le occasioni / E prima o poi lo uccido / E lei invece non ha perso tempo / Ha preso subito la palla al balzo / L'ho vista uscire mano nella mano con quell'africano / Che non parla neanche bene l'italiano / Ma si vede che si fa capire bene quando vuole / Tutte le sere ne accompagna a casa una diversa / Chissà che cosa le racconta / Per me è la macchina che ci ha che conta // E quella ***** non si è neanche preoccupata / Di dirmi almeno qualche cosa, che so una scusa / Si era già dimenticata / Di quello che mi aveva detto prima / Mi vuoi portare a casa questa sera? / Abito fuori Modena, Modena Park // Ti porterei anche in America / Ho comperato la macchina apposta / E mi ero già montato la testa / Avevo fatto tutti i miei progetti / Non la portavo mica a casa / Beh se la sposavo non lo so, ma cosa conta / Sono convinto che se non ci fosse stato lui mi avrebbe detto sì" (Colpa d'Alfredo, Vasco Rossi)
Sono almeno 30 anni che Vasco Rossi domina il mercato discografico cavalcando un clamoroso equivoco: quello di essere il rocker per antonomasia, il più maledetto, il più trasgressivo.
In realtà, se dovessi scegliere un fenomeno a cui accomunarlo, sceglierei le grandi truffe del rock'n'roll, quelle alla Elvis Presley, per intenderci. Com'è possibile che un ribelle venda milioni di dischi senza che scoppi la rivoluzione? E infatti, Vasco Rossi si è sempre proposto in modo da creare quanta più empatia con il suo pubblico potenziale. Nessuno ha mai visto in lui un ribelle, quanto piuttosto l'amicone di sbronza, il balordo della porta accanto, il contapalle da bar, categorie umane che pullulano nel nostro paese. In America li chiamerebbero "redneck" o "white trash". Qui non li stiamo neanche a nominare, li sopportiamo e basta. In sostanza, Vasco Rossi, nelle sue canzoni, non ha fatto altro che cantare la mediocrità esistenziale della sua persona e della provincia di cui assurgeva a "vate". In "Colpa d'Alfredo" ha dato il peggio di sé (e quindi il meglio), con un testo volgare, sessista, razzista, qualunquista, fascista, potrei continuare
ab libitum. E' la storia di un tizio che non riesce a rimorchiare una ragazza e cerca di farsene una ragione. E allora è colpa del negro che ci ha il fisico giusto, è colpa delle donne che sono tutte false e puttane, è colpa della
Mercedes che non si può permettere, è colpa d'Alfredo che lo distrae nel momento sbagliato, è colpa dei discorsi seri e inopportuni… L'idea che la colpa possa essere anche un po' sua non lo sfiora per niente. In fondo, neanche
Toto Cotugno era riuscito a tracciare un ritratto così esemplare dell'Italiano. (23-10-2007)