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Vecchio 07-12-2007, 06:42
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Il vinile è 'cool', Sony BMG ristampa i classici a 33 giri

Basta un giro tra gli scaffali dei pochi negozi specializzati rimasti, o tra i corridoi di centri commerciali multiprodotto come Media World, per avere la conferma che il vecchio album in vinile si sta consolidando come oggetto "cool", ricercato e collezionabile proprio nel momento in cui la musica diventa immateriale e il cd cade in disgrazia. In Inghilterra e negli Stati Uniti c’è chi sta studiando seriamente il fenomeno, anche se non è il caso di farsi prendere da eccessivi entusiasmi. Il mercato del vinile è risorto, ma resta confinato a una nicchia di pubblico che ne apprezza proprio le qualità irriproducibili dall’mp3 e, in parte, anche dal compact disc: grafica di copertina non sacrificata dalla miniaturizzazione, fascino vintage, calore analogico della riproduzione sonora. Sul sentiero delle ristampe in LP (spesso in edizione deluxe con vinili a 180 o 200 grammi, e sovente setacciando su licenza delle major i maggiori cataloghi internazionali) si sono date da fare per prime benemerite etichette specializzate come l’americana Classic Record, l’inglese Simple Vinyl o la nostra Comet Records. E ora si muovono anche i giganti come Sony BMG, che ha appena rimesso in circolazione a medio prezzo (13-14 euro al pubblico) le riedizioni in formato 33 giri di dodici titoli da storia del rock e non solo: si parte con l’Elvis Presley della raccolta “Golden records” e si arriva (in ordine cronologico) ai Pearl Jam di “Ten” passando per “Kind of blue” di Miles Davis, “The songs of Leonard Cohen”, “Johnny Cash at Folsom Prison” “Bridge over troubled waters” di Simon & Garfunkel, “Pearl” di Janis Joplin, “Transformer” di Lou Reed, “Blood on the tracks” di Bob Dylan, “Horses” di Patti Smith, “Combat rock” dei Clash e “Born in the USA” di Bruce Springsteen.
“Poiché si tratta di uscite internazionali, questi titoli sono stati scelti tenendo conto delle esigenze di mercato dei vari paesi”, spiega Gabriele Paoli, direttore special marketing della major. “Non si tratta dei best seller assoluti di ciascun artista, ma di alcuni tra i loro album più significativi”. Altri ne seguiranno prossimamente: “L’opera ha senso se è continuativa nel tempo e non di tipo ‘one-shot’. Vogliamo assicurare il consumatore sul fatto che continuerà a trovare l’amato, scomparso vinile nei negozi di dischi. Altre due tranche di emissioni sono previste entro il 2008, tra la primavera e l’estate”. I budget di vendita? “Onestamente non abbiamo puntato sui grandi numeri. L’obiettivo è di fornire al consumatore un’altra gamma di prodotto e di avvicinare il target più giovane ad un supporto che ha fatto la storia della musica e che riteniamo possa incuriosire chi è nato già negli anni del cd. Con un prezzo così invitante, ci rivolgiamo a tutto il pubblico e non solo ai collezionisti”, dice Paoli. “Era da tempo che Sony BMG voleva ritornare sul mercato discografico anche con gli LP a 33 giri e finalmente ce l’abbiamo fatta. Abbiamo tenuto in considerazione le richieste che provenivano dai rivenditori nostri clienti ma anche dell’interesse che i media rivolgono costantemente a questo oggetto, ancora considerato vintage e di culto; da qui la decisione di riproporlo al mercato”. Data la quantità di materiale disponibile nei cataloghi storici RCA e CBS, a quando le ristampe di vinili italiani? “Nel 2008 procederemo esclusivamente con le ristampe internazionali. Ma non è detto che non si passi successivamente anche al prodotto locale”.
Rockol darà ai suoi lettori l'opportunità di "toccare con mano" le ristampe dei classici per mezzo di un'iniziativa che prenderà il via il prossimo 10 dicembre: quotidianamente, infatti, ai navigatori del sito verrà offerta l'opportunità di vincere un titolo estratto dal catalogo in vinile. Rimanete in contatto per maggiori informazioni...

Da Rockol.it
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Vecchio 07-12-2007, 06:47
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Jeanne Carmen (foto sopra) - l’ex pin up degli anni ’50 star delle copertine ed una delle migliori amiche di Marilyn Monroe – sembra che si cucirà su misura (le sue misure…) un biopic, tratto dal libro del figlio Brandon James (“The Wild, Wild Life Of Jeanne Carmen”). Non solo: dal momento che il progetto è tutto suo, la signora ha anche potere decisionale sulla scelta dell’attrice che dovrà impersonarla. Dopo aver bocciato Christina Aguilera in dolce attesa, la Carmen sembra aver gradito una doppia ipotesi: Scarlett Johansson o Kate Bosworth (foto sotto). “Christina – ha detto la Carmen – è una pin up nata, lo è nel profondo del cuore, ma purtroppo bisognerebbe regolarsi sui tempi della sua maternità, e non possiamo. Al momento la sceneggiatura è in mano agli agenti di Johansson e Bosworth”. Cast e regia sono ancora in alto mare, ma l'idea non è male: la Carmen ha avuto, come recita la succitata biografia, un passato di eccessi e flirt clamorosi (Elvis Presley, Frank Sinatra), coltivati nella Hollywood che le negava parti di rilievo in film importanti, ma che l'aveva eletta a star di svariati B-movies. L'amicizia con Marilyn garantiva alla prorompente modella una buona dose di riflettori permanenti. Dopo la morte della Monroe, però, la stessa Carmen scomparve dalle scene recludendosi per parecchio tempo in Arizona.
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  #3  
Vecchio 07-12-2007, 06:55
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Napoli – Il prossimo 17 dicembre tutti gli amanti della buona musica e del sano divertimento, provenienti da Napoli e dalla Campania sono invitati al Teatro Acacia al Vomero per il “Christmas Country” di Nevada, lo spettacolo di chiusura dell’anno 2007 dopo i grandi successi riscossi il 28 febbraio e il 4 maggio scorsi al teatro Cilea.
Oltre 500 persone, per ognuno dei due eventi, hanno potuto assistere alle qualità artistiche di un musicista e cantautore ormai radicato sul territorio, vicino ai giovani e cresciuto con la sensibilità di chi vuole trasmettere il proprio pensiero e il proprio stato d’animo attraverso i suoi strumenti: il banjo, il violino, la chitarra, l’armonica, l’ukulele e il mandolino. Nevada, dopo il ricordo di Totò, Carosone e Aurelio Fierro, renderà omaggio, questa volta, al grande Elvis Presley, in occasione del 30° anniversario della sua morte. Il celebre cantante rock, che ha ispirato Nevada agli inizi della sua decennale carriera, sarà ricordato con un momento originale e coinvolgente nel corso dello spettacolo.
La manifestazione organizzata e promossa dall’associazione “Giovani del Sud” presieduta da Lello La Pietra, in collaborazione con l‘associazione “i Meridiani” Onlus presieduta da Alfonso Giarletta, vuole essere soprattutto la conferma e la consacrazione di artisti validi presenti da anni sul nostro territorio, il messaggio e l’appello a difendere le nostre capacità creative e lo spirito di iniziativa delle nuove generazioni.
“Ho un pubblico di giovani, famiglie ed anziani che mi segue da anni – dichiara il cantautore partenopeo – e che non voglio trascurare, perché è il tuo pubblico che garantisce la tua crescita personale e professionale. E’ il primo concerto di Natale in cui sento davvero di esprimermi al massimo per una società che sta cambiando e che ha bisogno di segnali e spinte diverse ”
Nevada si avvale anche questa volta di una band composta da circa 10 elementi, nonché del coro “Non solo Gospel”, circa 20 giovani napoletani scoperti nel suo percorso dallo stesso cow boy napoletano.
“I giovani al centro del mondo – dice Lello La Pietra - e al centro di questa nuova iniziativa musicale e culturale. Abbiamo messo un nuovo tassello in quel mosaico di salite, ostacoli, difficoltà che il pianeta giovanile incontra ogni giorno sulla sua strada. Sarà la serata dei giovani, del Natale e di un grande artista come Nevada”
“Stiamo sottolineando da tempo con le nostre iniziative – aggiunge Alfonso Giarletta – quanto è indispensabile il dialogo e la comunicazione per elevare le risorse culturali dei nostri territori. Se a tutto questo si aggiunge una musica di qualità e di studio professionale come quella di Nevada, ci convinciamo sempre di più di poter raggiungere anche le menti più pigre al risveglio della nostra società”
Nel corso della serata sarà battezzata la prima edizione del Premio Giovani del Sud con la consegna di una targa speciale ai “Non solo Gospel” per l’abnegazione e l’impegno profuso in una nicchia musicale ancora lontana dalla nostra cultura e per la capacità e la passione di comunicare a tutti il valore del canto. Un riconoscimento anche al tenore Dante Ferri che ricorderà Luciano Pavarotti interpretando il celebre brano 'Nessun dorma'
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Vecchio 16-12-2007, 06:49
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Fra 4 anni, nel 2011 si potrà festeggiare un Secolo dalla nascita del Blues. Infatti nel 1911 nasceva Robert Johnson, colui che è considerato il padre fondatore per eccellenza del Blues, nonostante il Blues abbia avuto differenti padri, in diverse epoche ravvicinate, tra cui ancora pochissimi in vita, come B.B King e Buddy Guy. Allora i cambiamenti anche solo da un anno a un altro erano enormi, perché un artista, una canzone, un album, era capace di mettere a soqquadro l’intera scena musicale del momento.

Lo sconquasso che ha dato il blues é senza minimo paragone, perché è la prima vera forma di “popular music” nella storia dell’umanità, dove prima c’erano i canti di lavoro o di rivalsa sociale, dove c’erano i menestrelli di corte o i musicisti al servizio sempre e soltanto di elite e aristocratici, dove “nel mentre” si faceva musica classica in grande abbondanza in tutta Europa.

Quando si dice che il Rock nasce da Elvis Presley, e che il passo successivo sono i Beatles e i Rolling Stones da cui sono nati TUTTI i grandi gruppi della storia del rock dai Led Zeppelin ai Genesis, dagli Who a solisti come Carl Perkins, Tom Jones, Van Morrison, Joe Cocker e così via, significa dare i meriti della quasi intera discografia di quegli anni al BLUES.

Quel geniaccio di Elvis Presley prese infatti per la prima volta quella musica per farla bianca. Come? Dandogli immagine e dandogli un preciso scopo sociale. L’immagine sensuale, vibrante, energica di Elvis è icona, lo scopo che lui ha raggiunto è quello di dare voce a delle nuove generazioni che presto avrebbero iniziato la rivoluzione culturale moderna che ancora oggi viviamo nella contemporaneità.

Quindi, usare quella struttura, quegli accordi, quei ritmi, e interpretando l’anima del Blues a proprio modo.

Un tentativo eslcusivo, unico: negli anni ’50, per la prima volta un bianco fa Blues, e crea il rock’and roll. Di lì ai Beatles sarebbero passati pochi anni, e di lì ai Rolling Stones mancava davvero un soffio. L’Inghilterra comincia a rispondere legandosi a doppio filo agli Stati Uniti, e avrebbe proseguito in questo dialogo / incontro e anche risposta /scontro per sempre. Se pensate ai Pink Floyd in Inghilterra e ai Beach Boys in California, capiamo come le differenzi sostanziali sotto il profilo musicale e culturale siano manifeste, nonostante la comune radice: appunto, il blues.

Qui siamo a far vedere dei filmati eslcusivi di musicisti che conoscete, coinvolti da un progetto di Martin Scorsese di rendere merito al Blues come vera radice della musica che gente come Clapton, Van Morrison, Jagger, Lennon (e così via), fanno. Ma anche quei nomi legati a questa radice che purtroppo in Italia nemmeno si conoscono. La collana per la precisione ha partorito ben 7 film diretti tra l’altro da grandissimi registi come Clint Eastwood e Wim Wenders.

Il fatto di non conoscere nomi apparentemente insignificanti come Skip James, Big Bill Broonzy, Son House, Blind Wille Johnson conferma tra l’altro l’eterno buco culturale del nostro paese, incapace di inculcare nozioni di didattica base come quelle delle origini della musica che ascoltiamo oggi. Il limite culturale di non soffermarsi sulle origini di un qualcosa, della cultura di quel qualcosa che l’Italia ha.
Se pensiamo che in Europa siamo il Paese con maggiore tradizione musicale, visto che nel Sud Italia abbiamo vissuto episodi musicali paramente interessanti a quello del Blues, e sicuramente molto più “elevati” rispetto al folklore spagnolo o alle boriose origini cantautorati francesi, dobbiamo solo che frustrarci per la tristezza. Un Paese incapace di rendere merito ai più di 100 strumenti che è riuscito a inventare di mano proprio, un Paese che è riuscito a buttare il dominio della musica nel mondo (ricordiamoci che Ray Charles e Aretha Franklin negli anni ’60 venivano a cantare a Sanremo, e in lingua italiana…), è evidente che non è interessato a capire la musica che viene dagli States e dalla Gran Bretagna, industria dominante e scrittrice dell’intera storia del Rock fino ad oggi (perché i vari Radiohead, Red hot chili peppers, White Stripes, Oasis, Coldplay, sempre da lì vengono).

Oggi è l’occasione non tanto per fare della didattica, ma per godere di episodi musicali avvincenti che non vedremo mai e poi mai in tv nonostante la loro fondamentale importanza, ma che dobbiamo quindi vederci qui insieme, come riuniti in una “setta”, come una èlite che vuole vedere qualcosa di diverso e interessante… anche se questo diverso e interessante dovrebbe essere la “quotidiana quotidianità”. Ma i nostri tg e speciali televisivi sulla musica sono troppo intenti a trasmettere servizi sugli amici di questo o l’altro collega, e al serviziodi tutti quei personaggi che usano la tv per trasmettere programmi con le loro canzoni in modo tale da ricevere un assegno siae più gonfio alla fine dell’anno!

L’irriverenza di Livecity oggi a Torrino Festival, piazza cina, dalle ore 17, spazio Teatro Tenda.


da livecity.it
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Vecchio 18-12-2007, 07:49
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Classifiche USA: Groban ancora primo e pareggia i conti (natalizi) con Elvis

“Noel”, l’album che Josh Groban ha dedicato alle canzoni natalizie, rimane al primo posto della classifica USA per la terza settimana consecutiva e, così facendo, pareggia i conti con Elvis Presley: anche il King, infatti, aveva spedito per tre settimane di fila al vertice della chart a stelle e strisce un suo LP di brani per le festività. “Noel” di Groban (Los Angeles, 27 febbraio 1981) vende altre 581.000 copie, segno –probabilmente- che il suo disco si sta rivelando anche una buona strenna da mettere sotto l’albero. “As I am” di Alicia Keys sale dal 3 al 2 con altri 234.000 pezzi smerciati e si rimbalza con “Long road out of Eden” degli Eagles, che invece scende dal 2 al 3 con altre 204.000 unità mosse. Rimane fissa sul quarto gradino la compilation “Now 26”, ascende dal 7 al 5 il doppio “Hannah Montana 2 (Soundtrack)/Meet Miley Cyrus” di Miley Cyrus, quindicenne da pochi giorni e nuovo idolo di molte giovanissime. La colonna sonora di “High school musical 2” resta in sesta posizione per la terza settimana consecutiva mentre al 7, con altre 107.000 copie, c’è “Carnival ride” di Carrie Underwood. “The ultimate hits” di Garth Brooks scende dal 5 all’otto. Rientra in Top 10, passando dal 12 al 9, l’omonimo di Taylor Swift, 18 anni appena compiuti. Chiude una new entry, “Audio day dream” di Blake Lewis, secondo classificato della sesta stagione del programma televisivo “American idol”.

Da rockol.it
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Vecchio 20-12-2007, 07:19
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19/12/07


20 dicembre - GOODOLEBOYS a Cutrofiano (Lecce)
Giovedì 20 dicembre alle ore 22.00 la programmazione del Jack’n Jill di Cutrofiano (Le) prosegue con i GoodOleBoys. La band nasce dall'esigenza di riportare alla luce sonorità e atmosfere tipiche del rock'n'roll anni '50. Tanti i classici eseguiti...da "Pretty Woman" a "Great Balls of Fire", da "Surfin'Safari"dei Beach Boys a "Satisfaction" dei Rolling Stones, ma non solo. I GoodOleBoys rivisitano pezzi più moderni cercando di dar loro una nuova veste "vintage" Elvis Presley, Otis Redding, Bob Dylan, John Lennon, Joe Cocker, Marvin Gaye e tanti altri. Assistendo ad un loro concerto si ha la sensazione di ascoltare un vecchio vinile, perfetto per ballare, piacevole da ascoltare. Intrattenimento allo stato puro.

La band è composta da Nicola Quarto, Davide Fioretti, Simone Martorana e Nicola Deliso (chitarrista e batterista dei Folkabbestia).
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Vecchio 22-12-2007, 06:48
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Musica : Natale a suon di gospelDal 22 dicembre al primo gennaio saliranno sul palco dell'Auditorium formazioni corali e gruppi spiritual di Concita De Simone

Non c’è Natale senza gospel. Il genere nato dalla cultura afro americana è ormai la colonna sonora delle festività natalizie. E anche quest’anno il calendario degli eventi nella Capitale, dalle chiese alle sale da concerto, non si smentisce. A grande richiesta, visto il successo riscosso nelle passate edizioni, torna il Roma Gospel Festival. Iniziato in alcune delle chiese più belle di Roma, il festival, sotto la direzione artistica di Mario Ciampà, si è ampliato, spostandosi gradualmente al Parco della Musica. L’Auditorium ospiterà dunque da domani, sabato 22 dicembre fino all’1 gennaio alcune tra le migliori formazioni corali e gruppi di spiritual e gospel provenienti dagli Stati Uniti, che faranno vivere, con la loro profonda carica di gioiosa spiritualità, un Natale tra blues e devozione. Formazioni numerose, eleganti e, soprattutto, trascinanti.

Si comincia con The Inspirational Choir Of Harlem, guidato da Antony Morgan. Domenica 23 sono in programma i Sue Conway Victory Singers (nella foto), una formazione strepitosa che arriva da Chicago e vanta 20 anni di vita artistica, 350 concerti in Europa e collaborazione con artisti celebri della musica nera, compresa Gloria Gaynor.

Per il giorno di Natale l’appuntamento è pomeridiano, alle ore 18, con Joe Pace & Colorado Mass Choir. Sonorità moderne, ballate incantevoli, testi intensi e profondi fanno di questo rinomatissimo coro gospel un vero e proprio modello di testimonianza di fede e spiritualità in musica, che calzano bene con la festa odierna. Quando si parla di Joe Pace si parla di uno tra i più grandi interpreti di traditional & contemporary gospel. Compositore di talento, musicista, arrangiatore, nonché uno tra i più quotati produttori e talent-scout, Joe Pace, con ogni sua interpretazione colpisce dritto al cuore per la bellezza della sua musica, per la poesia dei suoi testi ma, soprattutto, per la forte ed indissolubile atmosfera gioiosa. In repertorio brani originali e standard.

Il 26 dicembre si torna al serale (sempre alle ore 21), con i Virginia Mass Choir, 12 elementi (ma in tutto sarebbero 200 e certe volte si esibiscono tutti insieme!) guidati da Earl Bynum. E poi ancora, il 27 Stevenson Clark & the Memphis Singers, un ensemble composto da un pianista e quattro sorprendenti voci provenienti da Memphis, nel Tennesse (la patria di Elvis Presley). Il 28 Donald Woods & His People: lui, uomo di notevole stazza (come nell’immaginario collettivo dei cantori gospel) è uno dei migliori talenti dell’area di Chicago e degli Stati Uniti e “la sua gente”, come chiama il suo gruppo, sono cantanti, tutti nativi di Chicago, che provengono da diversi generi e stili musicali; insieme offrono il meglio del gospel, jazz, r&b/soul e hanno cantato per diversi artisti, compreso Ray Charles. Il 29 Robin Brown and Triumphant Delegation, in cui la leader è considerata fra le migliori cantanti e pianiste della Georgia. Il 30 i Tony Washington Singers[7b], formazione che appartiene al un recente filone musicale, il “gospel & rhythm”, svincolato dagli stereotipi classici della musica di testimonianza e culto della cultura afroamericana, sintesi tra gli inni sacri della tradizione bianca e la matrice ritmica della musica nera dell’Africa.

Festival Gospel anche a Capodanno con il concerto della [B]New Orleans Gospel Night, alle 22, che replica anche il 1 gennaio alle 18. Si tratta di un’originale formazione composta da alcuni fra i migliori musicisti provenienti dai gruppi delle chiese battiste di New Orleans e della Louisiana, lo Stato considerato una delle zone dove maggiormente si è mantenuta viva e attiva l’eredità musicale gospel del sud degli States.

Con il gospel, giorni felici, insomma, anzi, come canterebbero queste formazioni, “Oh happy days”.

21 dicembre 2007
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