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Vecchio 12-08-2008, 09:42
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lunedì 11 agosto 2008
Elvis Presley: un disco "inedito" di duetti giusto in tempo per Natale


1) Un nuovo disco firmato Elvis Presley.
2) Pieno di collaborazioni con famose voci femminili.
3) In uscita per Natale.
Tre ingredienti che, messi nello stesso calderone, non possono che portare ad un unico risultato: un enorme numero di copie vendute.
Questo è quanto ci attende con "Elvis Presley Christmas Duets", album in uscita proprio a fine anno, realizzato con l'entusiastica collaborazione della famiglia Presley.
Priscilla, ex moglie del Re, ha dichiarato: "Siamo felici che la tecnologia attuale ci permette di realizzare un tale lavoro, in cui alcune delle più belle voci contemporanee duettano con Elvis, lui ne sarebbe felice."
Su quest'ultimo punto, sono certo che in molti (me compreso) avrebbero qualcosa da ribattere...
Per la cronaca, di seguito la tracklist completa di "Elvis Presley Christmas Duets".
  1. "I'll be home for Christmas" con Carrie Underwood
  2. "Blue Christmas" con Martina McBride
  3. "Here comes Santa Claus" con LeAnn Rimes
  4. "Silent night" con Sara Evans
  5. "Merry Christmas baby" con Gretchen Wilson
  6. "Silver bells" con Anne Murray
  7. "White Christmas" con Amy Grant
  8. "O little town" con Karen Fairchild e Kimberly Schlapman (Little Big Town)
  9. "Santa Claus is back in town" con Wynona Judd
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Vecchio 17-08-2008, 09:59
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(©L'Osservatore Romano 18 luglio 2008 )

A colloquio con madre Dolores Hart: negli anni Cinquanta star del cinema e oggi suora di clausura

Love me tender di un amore più grande





In «Loving you» fu la prima attrice a baciare Elvis Presley sul grande schermo

di Silvia Guidi
Quello che madre Dolores cerca sempre di far capire a giornalisti, fan, semplici curiosi che le scrivono per posta elettronica, figli e figlie spirituali, ex colleghi dello star system e amici vecchi e nuovi è che non è mai veramente cambiata. Sfogliando l'album dei ricordi della sua vita, e le tante interviste rilasciate oltre cinquanta anni fa a tabloid e riviste di cinema, ci si accorge che è proprio così. Anche il nome è rimasto lo stesso: Dolores Hart, l'idolo dei teen-agers rockabilly, la protagonista di film di enorme successo come King Creole e Wild is the wind, con Anna Magnani e Anthony Quinn, la prima attrice che ha baciato Elvis sul grande schermo (in Loving you), la nuova Grace Kelly amata e odiata da milioni di fan ("Il flirt con Elvis è autentico o solo una trovata pubblicitaria per promuovere il film?", si chiedevano più o meno tutte le ragazzine d'America che affollavano i cinema dalla provincia profonda ai quartieri alti di New York nell'estate del 1957, ritagliando le sue foto per chiedere al parrucchiere di copiare il suo esatto tono di biondo), la brillante e sensibile interprete di commedie sofisticate a teatro è oggi madre Dolores, priora delle novizie nell'abbazia Regina Laudis a Bethlehem, Connecticut. La stessa donna, senza soluzione di continuità.
"Se hai fiducia in Dio puoi affrontare qualsiasi cosa" scrivevano i cronisti dei tabloid in technicolor degli anni Cinquanta riportando le dichiarazioni di una giovanissima starlet dai luminosi occhi azzurri, stupiti della serena determinazione di una ragazzina cresciuta a Beverly Hills, contesa dalle majors e abituata a compensi a molti zeri, ma con una rocciosa determinazione a "fare la cosa giusta" come direbbe Spike Lee, o meglio, a tenere "il cuore al posto giusto" come consiglia la grande scrittrice cattolica americana Flannery O' Connor, a centrare ambizioni, aspirazioni, affetti e desideri sull'Unico che è in grado di rispondere alle attese del cuore.
"Se hai fiducia in Dio puoi affrontare qualsiasi cosa" ripeteva Dolores ai giornalisti che le chiedevano rivelazioni sul suo prossimo film, intendendo davvero "qualsiasi cosa": dai riflettori di Hollywood alle trappole dello star system e gli sgambetti tra colleghi, dall'euforia del successo - all'inizio degli anni Sessanta era tra le giovani promesse più quotate della scuderia Metro Goldwyn Mayer - al timore di deludere le aspettative di un pubblico esigente come quello di Broadway, dall'angoscia della telefonata dell'agente o del responsabile del cast che non arriva, al dolore di dover lasciare il set e i colleghi dopo mesi di lavoro, vita in comune e preoccupazioni condivise.
"Se ti fidi davvero di Dio puoi affrontare qualsiasi cosa" ripeteva Dolores Hicks (il suo vero cognome) agli altri e a se stessa, anche le sfide private e le ferite invisibili all'esterno come il dolore per il divorzio dei genitori, divisi dall'alcol e dalla competizione nel lavoro - Bert ed Harriett Hicks erano entrambi attori -, i litigi continui in famiglia (Bert amava il gioco e la bella vita, "era un tipo alla Clark Gable", spiega la figlia), l'infanzia dalla nonna a Chicago, e, con il passare degli anni, la lotta con una vocazione tanto strana quanto affascinante, la fatica di dover lasciare l'amatissimo fidanzato, l'imprenditore californiano Don Johnson, perché Dio chiede la vita e la chiede tutta, secondo modalità totalmente impreviste, in modo misterioso ma inequivocabile, chiedendo una radicalità di scelta che fa paura a se stessi e agli altri, apparentemente assurda e incomprensibile anche per tanti credenti.
È stata la determinazione a prendere sul serio il suo desiderio di essere pienamente e totalmente felice a portare Dolores prima a voler essere una brava attrice, poi a non accontentarsi dei lustrini effimeri dei party postproduzione e di qualche titolo a sette colonne sui giornali, lasciando la gabbia dorata degli studios di Hollywood per il silenzio pieno di canti di un'abbazia benedettina in mezzo alle praterie del Connecticut, dove il lavoro è coltivare un appezzamento di 359 acri, mungere le mucche prima all'alba (la sveglia suona alle due di notte per il mattutino), curare la serra delle fragole e accogliere nel proprio cuore tutto lo smarrimento e la disperazione del mondo per offrirla a Dio con la pacata bellezza del canto gregoriano.
"Prima ancora di aver compiuto vent'anni mi sono accorta che lavorare nel cinema mi dava molta meno gioia di quello che mi sarei aspettata" racconta Dolores, per far capire che il suo lavoro non è stato un ostacolo, ma una strada al compimento della sua vocazione, la circostanza che le ha permesso di essere leale di fronte al suo desiderio di verità e bellezza, fino a scegliere la clausura. L'addio agli studios, infatti, arriva dopo il 1961, l'anno in cui interpreta Chiara in Francesco d'Assisi di Michael Curtiz; immedesimarsi con il personaggio la conduce a bussare sempre più spesso alla porta dell'abbazia di Bethlehem. "Ogni volta era più bello arrivare e facevo sempre più fatica ad andarmene. Ho capito che quella era casa mia".
Anche l'amicizia con Elvis, all'inizio della sua carriera, l'ha aiutata a capire che il successo non è sinonimo di felicità. "Mi chiedono sempre di lui, ovviamente" spiega madre Dolores, ricordandolo come "un ragazzo gentile e timido, con le orecchie rosse per l'imbarazzo di dover ripetere la scena del bacio. Io non sapevo neanche chi fosse, non era ancora così famoso. Mi stava molto simpatico perché mi chiamava signorina Dolores; a Hollywood solo lui e Gary Cooper mi chiamavano così. Elvis era un ragazzo buono e sensibile, ma col passare degli anni era sempre più triste e solo, e terribilmente infelice".

Madre Dolores, quando ha realizzato che la presenza di Cristo era l'unica vera risposta ai bisogni più profondi del cuore?

Potrei dire che è la risposta, la presenza di Cristo, che mi ha fatto capire meglio la domanda. Posso solo sperare di aver capito qualcosa di questa domanda con la testimonianza della mia vita. E soprattutto sperare che, grazie all'"evidenza visibile" della mia vocazione di religiosa capirò la profondità della presenza del Signore nella sua Incarnazione. Un rapporto vivo e personale con Cristo è necessario per capire che la Sua presenza è l'unica cosa veramente reale e veramente preziosa della nostra vita.

Quando ha deciso di uscire dal turbine di impegni, prove, riprese, interviste e tournée della sua carriera di attrice?

In realtà non ho mai davvero abbandonato il "turbine" della mia carriera di attrice, è qualcosa che vive ancora con me. Tanti attori sono venuti spesso all'abbazia per trovare risposte alla loro confusione e alle loro ferite, e sono felice che il mio essere qui apra a loro una strada personale, sia per loro un accesso privilegiato verso un luogo dove posare l'ancora, un'occasione per riconciliarsi con Dio nel modo più profondo e autentico possibile. I miei amici portano all'abbazia il flusso costante delle angosce che riempiono i loro cuori. Sono rimasta vicina alla comunità degli attori attraverso la loro presenza e attraverso la mia dedizione a loro.

Cosa ricorda con più affetto del suo lavoro a Broadway?

The Pleasure of His Company è stata la prima e unica volta che ho lavorato a Broadway. È stata un'esperienza meravigliosa che mi ha fatto conoscere alcuni dei più grandi artisti dell'epoca, come Cornelia Otis Skinner, Charlie Ruggles e Walter Able. Mi ha insegnato di più guardare Cyril Richard rubarmi la scena che seguire le direttive di un qualsiasi altro regista. Io pensavo di avere una speciale vis comica e uno speciale feeling col pubblico quando ero sul palcoscenico con lui; non mi ero accorta che gli spettatori morivano dal ridere perché Cyril, dietro di me, faceva delle buffe smorfie guardando il soffitto e tirandosi le orecchie. Un vecchio trucco da vaudeville? Certamente. Ma funzionava davanti al pubblico naïve di fine anni Cinquanta.

L'abbazia Regina Laudis è famosa in Connecticut per la sua stagione teatrale. Come è nata l'idea di costruire un palcoscenico accanto al convento?

Una cara amica, Patricia Neal, è venuta a trovarmi all'abbazia dopo la fine del suo matrimonio nel 1979, un dolore che l'ha provata molto. Abbiamo pensato che una delle cose più efficaci per farle riacquistare il senso della sua dignità e la consapevolezza del suo valore di persona era farla tornare su un palcoscenico. Ma prima dovevamo costruirne uno. Con l'aiuto di Patricia ci siamo riuscite. A metà degli anni Ottanta abbiamo inaugurato il "The Gary-The Olivia Theater", costruito in nome di Gary Cooper e sua figlia Olivia: è un teatro all'aperto da cinquecento posti, con spendide produzioni tutte le estati. Abbiamo rappresentato praticamente tutto Shakespeare e musical come MusicMan o Fiddler on the Roof l'anno scorso. Quest'estate metteremo in scena West Side Story.

</I>E continuerete a vendere i cd di canto gregoriano del coro Regina Laudis

L'anno scorso abbiamo inciso il nostro nuovo compact, L'annuncio del Natale, con una selezione di pezzi cantati che inizia con l'Avvento e accompagna l'ascoltatore fino all'Epifania. È una gioia speciale sentire la Genealogia di Cristo cantata dalla badessa come facciamo durante la messa di mezzanotte nella nostra chiesa Jesu Filii Mariae, e mi ha reso davvero felice accettare la proposta di leggere la traduzione inglese poi incisa sul cd, che si può ordinare tramite il nostro sito www.abbeyofreginalaudis.com. È stato uno splendido regalo iniziare il lavoro un anno dopo il passaggio alla casa del Padre della nostra fondatrice.
La badessa Benedict Duss nutriva un profondo amore per il canto, un amore che ha trasmesso a tutta la comunità fin dai suoi inizi, "imbevendo" di musica la nostra vita e chiamando esperti come Dom Joseph Gajard dell'Abbazia di Solesmes e Theodore Marier, celebre insegnante di canto e direttore di coro, per lavorare con le suore. Da subito la comunità ha iniziato a studiare canto e sviluppare un amore particolare per la bellezza del suo puro suono e la sua capacità di tradurre i misteri della Chiesa. La badessa ne era ben consapevole, e non ha lasciato niente di intentato perché la comunità fosse costantemente "colmata" e accompagnata della maestà della musica.
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Vecchio 17-08-2008, 13:04
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Una volta mi piacerebbe esserci

In migliaia si danno appuntamento ogni anno nella cittadina adriatica

Basettoni, tirabaci e rock'n'roll: gli anni 50 trovano casa nelle Marche

A Senigallia la nona edizione del «Summer Jamboree», il festival per gli amanti di Elvis e di «Grease»


SENIGALLIA - E' come salire sulla macchina del tempo di «Ritorno al Futuro» e fare un tuffo negli anni 40 ' e 50', un periodo ribelle e affascinante. Ritrovandosi letteralmente in un altro mondo, circondati da ragazzi in jeans con la cimosa (il mitico risvolto) di James Dean e ragazze con la frangetta in versione Olivia Newton John del musical «Grease» con le gonne larghe a pois. Insomma: tutto un fiorire di sneakers e brillantina.

IL FESTIVAL - Non siamo a Greaceland la famosa residenza-bomboniera di Elvis Presley, ma a Senigallia, nelle Marche, dove ha preso il via il «Summer Jamboree» , il più importante festival di genere in Italia e il terzo per importanza nel mondo. Un viaggio nel passato, che richiama nella cittadina marchigiana decine di migliaia di devoti del genere, con i ciuffi impomatati alla maniera di "the Pelvis" rigorosamente con la Tricofilina - ovvero la famosa brillantina nella scatolina verde di latta in voga cinquant'anni fa –, che popolano le strade e le spiagge sotto gli occhi dei turisti e curiosi e che ammirano divertiti i juke box in azione o le band che suonano swing, jive e doo-wop, mentre dalla strada sfilano Chevrolet, Corvette e Cadillac.

«PASSIONE SENZA FINE» - L'intento degli organizzatori, partiti nove anni fa con il proposito di ricreare una atmosfera «di nicchia» , si è rivelato azzeccato al punto che il giocattolo funziona come un orologio svizzero. La kermesse dura dieci giorni dal (17-26 agosto) e scalda i cuori degli appassionati (e non solo) con un ricco programma di musica e cultura degli anni Quaranta e Cinquanta. Il "deux ex machina"dell'evento è il direttore artistico Angelo Di Liberto, un appassionato e cultore dell'epoca del primo mito americano, che ha realizzato l'incredibile sogno di far sognare gli altri. Si presenta al nostro appuntamento con una Chevrolet Bel Air del 1953 come utilitaria, la moglie in perfetto e ricercatissimo look anni 40' e due figlie di 7 e 8 anni rigorosamente con frangetta, che in qualche occasione cantano il jive. «La nostra è una passione senza fine che si nutre di oltre mille cd – ci racconta il carismatico Di Liberto - uno stile di vita in osmosi con il genere e la ricerca di innovare, partendo da un passato glorioso che ha espresso il meglio di se stesso in tutti gli ambiti, dopo la seconda guerra mondiale».

BASETTONI E ROCK 'N'ROLL - Siamo circondati da perfetti esemplari in stile che si atteggiano con naturalezza e grazia, improvvisando balli rock. «Gli amanti del genere non si travestono, è un modo come un altro per vivere differenziandosi – prosegue l'ideatore della kermesse – perché molti di loro non sanno cosa sia una polo nell'armadio». Il target dei nostalgici è dei più svariati: dai manager con basettoni, agli impiegati con i vinili nella ventiquattrore, ai pensionati con i cuori e le anfore tatuate all'epoca. Nel programma della manifestazione non mancano, tra i 24 dj e gli oltre 100 musicisti, anche artisti di calibro internazionale come gli Stray Cats, impegnati nel loro tour d'addio.


ACCONCIATURE TEXANE - Ma non solo virtuosismi a colpi di rock, anche i parrucchieri del decennio d'oro fanno faville come il texano, ormai di casa, Rob Schop, che si esibisce a colpi di sforbiciate raccogliendo consensi e sguardi ammirati. Ne è passata di acqua sotto i ponti dalla prima edizione del 2000 quando le altre anime del Summer Jamboree, Alessandro Piccinini e Andrea Celidoni, proposero l'idea al Comune con il timore di non riuscire a superare le mille presenze. «E' stato fin da subito un successo – raccontano oggi divertiti – e nel 2007 abbiamo toccato le 150 mila presenze in sette giorni. La nostra più grande soddisfazione è che questo evento nel tempo è diventato un rock village per tutti». Qui, dove la passione per il Jamboree ha contagiato anche personaggi come Fiorello e Renzo Arbore, il telefono continua a squillare e le chiamate arrivano dalle Hawaii, dalla Nuova Zelanda, dall'Australia. Con un unico ritornello: ci rivediamo? Sì, stesso posto, stessa spiaggia, stesso rock.
Ambra Craighero

16 agosto 2008(ultima modifica: 17 agosto 2008 )

da Corriere della sera.it
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Vecchio 18-08-2008, 16:51
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lunedì 18 agosto 2008 15.59.52
L'anniversario della morte di Elvis, Memphis ricorda Re del Rock


Una fiaccolata ha aperto settimana di celebrazioni per "The King"



© APCOM
Memphis, Tennessee, 16 ago. (Ap) - Trentuno anni fa, il 16 agosto 1977, il mondo si fermò costernato alla notizia della morte di Elvis Presley, trovato senza vita dalla compagna Ginger Alden nella stanza da bagno della sua casa di Graceland, vicino Memphis, in Tennessee.

Tanto bastò a trasformare il Re del Rock - una leggenda vivente all'apice del successo con oltre un miliardo di dischi venduti solo negli ultimi cinque anni - in un vero e proprio mito, complici le voci sul fatto che in realtà Elvis sarebbe stato vivo e che la morte fosse stata solo una messa in scena. Ancora oggi, come una moderna storia epica, c'è chi sostiene di averlo visto vivo e chi si appella alle cosiddette "dieci prove" per convincersi che non sia mai scomparso.
Di fatto, la casa del cantante, nato a Tupelo l'8 gennaio 1935, è meta di veri e propri pellegrinaggi, soprattutto da quando nel 1982 la sontuosa dimora è stata trasformata in un museo, una sorta di santuario del rock. Proprio da qui ieri sera alle 21.30 (le 3.30 del mattino in Italia) è partita la Candlelight Vigil, la fiaccolata che dà inizio all'Elvis Week, la settimana di celebrazioni in ricordo del Re del Rock.
Numerosi i fan che, come ogni anno, hanno partecipato all'evento e che resteranno a Memphis per tutta la settimana, partecipando agli incontri, alle rappresentazioni e alle celebrazioni in onore di Elvis, probabilmente ucciso da un cocktail di farmaci. "The King", il Re, stava infatti attraversando un periodo di forte depressione, complice anche la fine del suo matrimonio con Priscilla, che ottenne il divorzio nell'ottobre 1973.
Ars-Emc
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Vecchio 22-08-2008, 06:10
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Il mitico Elvis è remix


21/08/2008 - 19:39
Agostino Carollo, dj e produttore conosciuto come Spankox, ha prodotto il primo album remix di Elvis Presley, Elvis vs Spankox 'Re: versions'. Il nuovo album, trainato dal singolo Baby Let's Play House, gia' tra i piu' trasmessi dalla Bbc, contiene 11 brani del mito di Memphis riarrangiati e remixati. Il videoclip del singolo e' gia' cliccatissimo su YouTube. Il cd sara' pubblicato in formato deluxe, corredato da un book fotografico di 24 pagine con rare immagini di Elvis
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Vecchio 22-08-2008, 10:03
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Il mitico Elvis è remix


21/08/2008 - 19:39
Agostino Carollo, dj e produttore conosciuto come Spankox, ha prodotto il primo album remix di Elvis Presley, Elvis vs Spankox 'Re: versions'. Il nuovo album, trainato dal singolo Baby Let's Play House, gia' tra i piu' trasmessi dalla Bbc, contiene 11 brani del mito di Memphis riarrangiati e remixati. Il videoclip del singolo e' gia' cliccatissimo su YouTube. Il cd sara' pubblicato in formato deluxe, corredato da un book fotografico di 24 pagine con rare immagini di Elvis
Baby Let's Play House
http://it.youtube.com/watch?v=iX-4__DdhzA

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Vecchio 22-08-2008, 18:55
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Michael Jackson, i 50 anni del re del pop "maledetto"




Michael Jackson, star del pop (Kikapress)


Per festeggiare il suo 50esimo compleanno, il 25 agosto, uscirà una raccolta di successi, le cui canzoni sono state scelte dai fan online. Quattro giorni dopo il re del pop, Michael Jackson, spegnerà 50 candeline. Nato nella città di Gary (Indiana), fin dall'infanzia s'interessa alla musica, come del resto tutti gli altri componenti della famiglia.

La scoperta del padre padrone – Le sue prime esperienze le ha con i “Jackson Five”, il gruppo formato dal padre Joseph Jackson. Michael guida i fratelli a suon di musica ritmica e coinvolgente e il successo arriva immediatamente: dai piccoli show locali arrivano a un contratto con l'etichetta discografica "Motown". In soli sette anni i giovani ribelli hanno realizzato quindici album in soli sette anni, scalando le classifiche e sostenendo affollati tour.

Solista ribelle - Michael intanto registra anche alcuni album da solista con la Motown, ma nel 1975, a causa della limitata libertà artistica concessagli, il gruppo decise di non rinnovare il contratto e scegliere una nuova etichetta. Siglato un accordo con la Epic, i Jackson 5 diventano semplicemente i "Jacksons", anche se ormai il successo sembra averli abbandonati.

La fortuna arriva con "Thriller" - Michael nel 1978, è attore nelle riprese del film "The Wiz", con Diana Ross, e incide la colonna sonora. Lì conosce il leggendario Quincy Jones. Un anno dopo il primo album da solista "Off the Wall" e si aggiudica la vetta nelle classifiche americane e del mondo intero. Trascura il gruppo dei fratelli. Michael realizza il secondo album solista, "Thriller" (1982), rimasto in cima alle classifiche per 37 settimane e venduto più di 40 milioni di copie. Torna sui suoi passi. Nonostante il nuovo status da superstar, Jackson si esibisce nuovamente con i fratelli nel 1984 con Victory Tour. Questo evento spinge anche le sorelle Janet e La Toya a lavorare come soliste.

Capricci da star - Michael si dà alla campagna. Compra un ranch in California, ribattezzato Neverland, attrezzandolo a parco giochi e invitando ragazzi sempre più piccoli a visitarlo e stare ospiti da lui. Poi si dà esageratamente e patologicamente alla chirurgia plastica e diventa un bersaglio gradito per i tabloid di tutto il mondo. I suoi capricci iniziano ormai ad oscurare la sua immagine da star. Imperterrito continua a far chiacchierare. Nel 1985 acquista la ATV Publishing, che possiede i diritti di molte canzoni dei Beatles (oltre a materiale di Elvis Presley, Little Richard e altri), una mossa che a quanto sembra ha rovinato i suoi rapporti con Paul McCartney.

Aiuti ambigui per i bambini bisognosi - Alterna momenti dei generosità e il cantante insieme a Lionel Ritchie partecipa al progetto "We are the world" un singolo i cui proventi sono destinati ai bambini africani; all'interpretazione partecipano le piu' grandi stelle USA della canzone. Nel 1987 esce l'attesissimo album "Bad" che, sebbene raggiunga facilmente la vetta delle classifiche internazionali, non riesce comunque a eguagliare il successo di "Thriller". Nel 1991 "Dangerous" è un altro successo, ma negli USA l'immagine di Michael Jackson viene pesantemente ridimensionata dalle voci di improbabili molestie ai minori.

Sospetti di pedofilia - L'amore di Jackson per i bambini è noto, ma le sue continue, troppe attenzioni generano sospetti a non finire, regolarmente corroborati, nel 1993, dalla denuncia di un bambino "amico" del cantante, che lo accusa di molestie. Il 26 maggio 1994 si sposa con Lisa Marie Presley, ma il matrimonio naufraga solo due anni dopo. Jackson sposa quindi la sua infermiera che gli darà fra l'altro il primo figlio nel febbraio 1997. Nel frattempo esce "History", album doppio contenente successi e inediti. L'arista viene inserito nella Rock'n'Roll Hall of fame nel marzo 2001. Lo stesso anno si tiene un mega concerto al NYC 's Madison Square Garden per celebrare i 30 anni di carriera.

Dopo le accuse e i tre milioni di dollari, l’innocenza - Oltre ai tributi in suo onore da Whitney Houston, Britney Spears, 'N Sync e Liza Minnelli, il concerto vede la partecipazione dei Jacksons, insieme sul palco dopo quasi 20 anni. Il 25 ottobre 2001 Michael e i suoi migliori amici si riuniscono a Washington per un concerto benefico durante il quale viene presentata ufficialmente la canzone All-Star per le vittime delle Torri Gemelle. Nell'ottobre 2001 viene pubblicato "Invincible", che contiene il singolo "You rock my world" accompagnato da un clip che, nella tradizione di Jackson, vede l'apparizione cameo di Marlon Brando e altre canzoni che vedono l'apparizione di grandi star della musica come Carlos Santana nella canzone "Whatever happens". Nel novembre del 2003 esce la raccolta di successi "Number ones", ma anche la notizia che Michael Jackson, travolto dai debiti, dovra' essere arrestato per accuse plurime di molestie a bambini, con la possibilità di pagare una cauzione di tre milioni di dollari. Il processo si conclude il 14 giugno 2005, dopo che la giuria del tribunale di Santa Maria lo dichiara non colpevole, per tutti e dieci i capi di accusa che lo vedevano imputato.
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