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  #1  
Vecchio 17-10-2007, 13:32
Gondar Gondar Non in Linea
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Predefinito Elvis Presley: l’Extra Terrestre

Introduzione

Come ebbi a promettere qualche tempo fa, sono qui a raccontare la mia storia tutta personale proiettata al momento in cui nel 1959, all’età di 15 anni, mi imbattei per la prima volta in un film dell’E.T. Elvis Presley, da cui rimasi letteralmente folgorato. Ma prima di arrivare a quel fatidico giorno, è necessario che faccia un excursus di quella che era alla data considerata la realtà di uno dei paesi della Puglia che chiameremo Apulco, senza la quale la succitata folgorazione non avrebbe senso. Ciò potrà essere utile ai giovani frequentatori del nostro sito di potersi immergere in quel mondo sconosciuto, o poco conosciuto, nel quale veniva a coesistere, seppure al di là dell’Oceano, la mitica figura di Elvis. Egli, nell’epoca considerata, aveva 24 anni ed era già famoso negli Stati Uniti d’America da almeno quattro anni. Vediamo insieme qualcosa del 1954.

In USA: Clip Johnny Ray 1954



In Italia: Clip di Carla Boni e Gino Latilla



Gondar.

(continua)

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 18:51
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  #2  
Vecchio 18-10-2007, 13:06
Gondar Gondar Non in Linea
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Geicn 55 Re: Elvis Presley: l’Extra Terrestre

Come eravamo

Dunque, Elvis era già noto da almeno quattro anni. “Dio mio” pensai in seguito, “mi sono perso cinque anni, come è potuto accadere?”. E prenderò in considerazione proprio gli anni che vanno dal 1954 al 1958. A quasi dieci anni dalla fine della seconda guerra mondiale , si stava ancora venendo fuori dalle macerie che essa aveva prodotto. Il benessere era ancora di là da venire, nonostante l’aiuto americano con il Piano Marshall che agevolava con una legge ad hoc gli italo americani ad inviare ai propri parenti in Italia ogni ben di dio . Infatti, nel periodo considerato, arrivavano continuamente pacchi di vestiti usati qualche volta nuovi, sigarette, sigari, cioccolato, caramelle, tessuti, giocattoli ecc. Le case da noi non avevano l’impianto idrico, né fognario. L’acqua la si approvvigionava da fontanelle pubbliche . Per i bisogni fisiologici domestici :-dem ci si serviva di un contenitore mobile in creta che i più lo chiamavano “monsignore”, con uno spartano coperchio in legno a manico fisso, posto solitamente in un piccolo vano annesso alla casa. L’energia elettrica da V. 125, che saltava spesso, era una realtà soltanto da una decina di anni. Il gas non c’era ancora. In inverno, il riscaldamento pertanto era assicurato da camini , che fungevano anche da cucine, o da bracieri a carbone e legna locati in un unico ambiente, mentre nelle altre stanze regnava un freddo cane. E la televisione?

Gondar.

(continua)

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 18:54
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  #3  
Vecchio 19-10-2007, 20:56
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GeA104 Re: Elvis Presley: l’Extra Terrestre

A proposito di quello che si è detto, rigustiamoci questo spezzone di "Miseria e Nobiltà" che rispecchiava la reale situazione del periodo in riferimento.



La Televisione era una realtà giunta solo nel 1954, a canale unico, la Rai, che la si poteva vedere solo in qualche bar o, per i più fortunati, presso un vicino abbiente.

Vediamo assieme la prima sigla del telegiornale di quell'anno.



Persino la radio era considerata un gioiello che non tutti possedevano. Il frigorifero era di là da venire, la lavatrice non si sapeva neanche cosa fosse e le massaie dovevano lavare tutto (date pure sfogo alla fantasia ragazzi!), proprio di tutto, con le loro mani. Immaginate il lavaggio delle lenzuola , della biancheria, delle coperte, dei tendaggi (le lavanderie non esistevano), dei panni in genere, usando una tavola gradinata in legno, una bagnarola e un pezzo di sapone da bucato. Le auto si potevano contare con le dita delle mani perché erano roba da ricchi. Nessuno aveva il telefono in casa. L’unico telefono pubblico era attiguo al municipio e ci si recava solo se si veniva chiamati, ricordo, per comunicazioni urgenti di parenti lontani. Già di parenti lontani. Forse anche degli Stati Uniti d'America?

Gondar.

(continua)

Ultima Modifica di Gondar : 13-01-2008 22:24
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  #4  
Vecchio 19-10-2007, 21:42
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

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A proposito di quello che si è detto, rigustiamoci questo spezzone di "Miseria e Nobiltà" che rispecchiava la reale situazione del periodo in riferimento.

http://www.youtube.com/watch?v=2mDaW...A0%20tot%C3%B2

La Televisione era una realtà giunta solo nel 1954, a canale unico, la Rai, che la si poteva vedere solo in qualche bar o, per i più fortunati, presso un vicino abbiente.

Vediamo assieme la prima sigla del telegiornale di quell'anno.

http://www.youtube.com/watch?v=TQMcFN-Smqw

Persino la radio era considerata un gioiello che non tutti possedevano. Il frigorifero era di là da venire, la lavatrice non si sapeva neanche cosa fosse e le massaie dovevano lavare tutto (date pure sfogo alla fantasia ragazzi!), proprio di tutto, con le loro mani. Immaginate il lavaggio delle lenzuola , della biancheria, delle coperte, dei tendaggi (le lavanderie non esistevano), dei panni in genere, usando una tavola gradinata in legno, una bagnarola e un pezzo di sapone da bucato. Le auto si potevano contare con le dita delle mani perché erano roba da ricchi. Nessuno aveva il telefono in casa. L’unico telefono pubblico era attiguo al municipio e ci si recava solo se si veniva chiamati, ricordo, per comunicazioni urgenti di parenti lontani. Già di parenti lontani. Forse anche degli Stati Uniti d'America?

Gondar.

(continua)

Come sei bravo Gondar!!! Racconti così bene e con una carica sentimentale talmente forte, che mi fai sentire come se vivessi negli anni '50...
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  #5  
Vecchio 19-10-2007, 22:41
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Come sei bravo Gondar!!! Racconti così bene e con una carica sentimentale talmente forte, che mi fai sentire come se vivessi negli anni '50...
Finalmente, qualcuno si è deciso di svegliarmi dallo splendido torpore dei miei pensieri che affondano le radici nel magico passato, in quello di Elvis naturalmente, per tornare, ahimè, nel presente. Ma ancora per poco. Perchè? Perchè viaggiare nel tempo cullato dalle onde di questo stupendo Forum mi dà una energia, una energia talmente forte e potente che mi sembra di vivere due vite in contemporanea. Grazie, Deliziosa. La tua carezza mediatica mi agevola moltissimo nel continuare a sognare . Gondar.
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  #6  
Vecchio 20-10-2007, 00:48
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La tua carezza mediatica mi agevola moltissimo nel continuare a sognare . Gondar.

Nostro caro e dolce poeta sei tu che continui a farci sognare!!!!
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  #7  
Vecchio 20-10-2007, 18:25
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...salve gondar!!..sa,ho fatto leggere ai miei genitori ciò che ha scritto (mio padre è del '43 e mia madre del '45) e man mano che leggevo dicevano "è vero...si era proprio cosi.....uh guarda la sigla del tg de na volta.....èèèè quanto tempo.....na volta era cosi,nn c'era niente!!e chi se poteve permette quelle cose...."
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  #8  
Vecchio 20-10-2007, 20:17
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Italiani in America

A proposito degli U.S.A, volendomi soffermare per divagare un attimo, debbo ricordare a me stesso per poi trasmetterlo a voi, che a casa dei miei c’era un grammofono in legno massello chiaro, con un un elegante top di chiusura robusto e svasato sui quattro lati ed al centro, una volta apertolo, troneggiava maestoso e multicolore il ben noto cane che abbaiava entro una tromba rovesciata con la scritta “Victor – Voce del Padrone”, che mio nonno portò con sé da Dallas, Texas, nella sua ultima rimpatriata e che ce lo affidò nella speranza che un domani lo potesse godere assieme a tutti noi. Il grammofono, munito di manovella e di un intero corpo snodato in acciaio luminoso ricadente con una puntina metallica sul piatto girevole, era accompagnato da diversi dischi a 78 giri tra cui, ricordo, qualcuno di Enrico Caruso . Bisognava stare molto attenti a maneggiarli in quanto se urtavano o cadevano, si frantumavano in tanti pezzi. E molti purtroppo si ruppero. Tra questi, ce n’era uno che mi piaceva moltissimo per la intrigante raucedine del suo autore , nonchè per i particolari artifizi emessi dalla sua tromba e per il ritmo puntuale e cadenzato che poi scoprii essere musica jazz. Naturalmente si trattava di Louis Armstrong con il suo "When the Saints Go Marching In”. Sentiamolo insieme.



So che quello che sto per dirvi non interesserà nessuno, ma questa volta lo dico per me stesso. Mio nonno non potè mai godersi questo ed anche altri ben più importanti propositi in quanto, ricordo come se fosse ieri, venne a mancare nel 1954 all'età di 56 anni. Ciò che però sono sicuro vi interesserà, è conoscere come era la scuola nell'anno in questione. A scuola, dicevo, alle elementari, si davano ancora, cosa inconcepibile per i tempi attuali, ...........................(continua). Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 18:59
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  #9  
Vecchio 21-10-2007, 10:54
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...salve gondar!!..sa,ho fatto leggere ai miei genitori ciò che ha scritto (mio padre è del '43 e mia madre del '45) e man mano che leggevo dicevano "è vero...si era proprio cosi.....uh guarda la sigla del tg de na volta.....èèèè quanto tempo.....na volta era cosi,nn c'era niente!!e chi se poteve permette quelle cose...."
Come puoi vedere, Silvia, io non sto facendo altro che estrapolare dalla mia mente i ricordi della mia infanzia, senza vergogna e senza ritegno al fine di meglio capire l'impatto con il mito Elvis (che non viveva molto meglio di noi anche se in un contesto culturale ben diverso. Salutami tanto i tuoi, miei coevi. Gondar.
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  #10  
Vecchio 21-10-2007, 23:12
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Come puoi vedere, Silvia, io non sto facendo altro che estrapolare dalla mia mente i ricordi della mia infanzia, senza vergogna e senza ritegno al fine di meglio capire l'impatto con il mito Elvis (che non viveva molto meglio di noi anche se in un contesto culturale ben diverso. Salutami tanto i tuoi, miei coevi. Gondar.


Ciao Gondar...sempre suggestivi i tuoi racconti!!!
Senti...non vorrei bruciare i tempi del tuo racconto a puntate...ma come ti "innamorasti" di Elvis...come ti folgorò? Non lo avrai già detto!!! Spero di non essermelo perso...cmq Grazie ancora e alla prossima puntata!!! Ciaoooooo!!!!!
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  #11  
Vecchio 22-10-2007, 12:16
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Ciao Gondar...sempre suggestivi i tuoi racconti!!!
Senti...non vorrei bruciare i tempi del tuo racconto a puntate...ma come ti "innamorasti" di Elvis...come ti folgorò? Non lo avrai già detto!!! Spero di non essermelo perso...cmq Grazie ancora e alla prossima puntata!!! Ciaoooooo!!!!!

Devi avere un po' di pazienza, Deliziosa. Sto facendo una panoramica (magari sarà pure noioso) di quello che mi stava accadendo attorno in quegli anni per meglio capire la folgorazione sulla via che porta al mito........ Qui non si tratta di amare un personaggio. E' per una indescrivibile sofferenza interiore che giunsi a questo. Elvis ha rappresentato per me, e non lo dico giusto per riempire questo spazio che mi viene concesso, la ragione stessa di una vita che avrei voluto condividere ma che mi fu impedito dalla stessa vita. Gondar.
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  #12  
Vecchio 22-10-2007, 18:11
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Ge748 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

L'Istruzione

A scuola, dicevo, alle elementari, si davano ancora le “spalmate”, quelle odiose punizioni corporali che facevano star male tutta la giornata per il dolore lancinante che procuravano, tanto che si aveva un timore terribile di andare a scuola e, dato che si era costretti ad andarvici, si faceva di tutto, all’inizio di ogni anno scolastico ed escogitando ogni espediente, per impossessarsi di banchi posti nelle “retrovie”, per meglio defilarsi alla vista degli insegnanti. Ad onor del vero, debbo ammettere che noi scolaretti dovevamo fare uno sforzo enorme per immagazzinare ogni sorta di informazioni che ci propinavano, lezioni di studio assolutamente inediti (a quell'epoca, ve lo ricordo, non c'era la Tv, il Pc, il telefonino. Comunicazioni zero . Insomma, non c'era niente.). E le interrogazioni cui eravamo sottoposti erano a dir poco una costante tortura, perchè bastava andare un giorno impreparati per essere "accarezzati" dalla bacchetta del maestro e derisi, canzonati e scherniti (questo era il lato peggiore) dai compagni di classe .
Era pertanto una fatica indicibile apprendere a quei tempi le varie discipline. Infatti era solo a scuola che si potevano apprendere cose di cui non si era mai sentito parlare.

Gustiamoci, a sproposito, questo spezzone “L’Esame” di Alberto Sordi.



Prendiamo, ad esempio, la lingua italiana. Voi credete che apprenderla era come fare una passeggiata? No, amici carissimi, non era davvero una passeggiata. Anzi. Era, piuttosto, come scalare il Monte Everest. Ed a questo proposito voglio raccontarvi un aneddoto capitato a me, non ad un altro o perchè l'abbia sentito dire. Quell’aneddoto ha rappresentato per me una indimenticabile lezione di vita . Vediamo di cosa si tratta……(continua)….
Gondar

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:01
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  #13  
Vecchio 28-10-2007, 17:28
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Devi avere un po' di pazienza, Deliziosa. Sto facendo una panoramica (magari sarà pure noioso) di quello che mi stava accadendo attorno in quegli anni per meglio capire la folgorazione sulla via che porta al mito........ Qui non si tratta di amare un personaggio. E' per una indescrivibile sofferenza interiore che giunsi a questo. Elvis ha rappresentato per me, e non lo dico giusto per riempire questo spazio che mi viene concesso, la ragione stessa di una vita che avrei voluto condividere ma che mi fu impedito dalla stessa vita. Gondar.

Gondarino scusa ora ti leggo...mi dovete perdonare tutti ma io mi perdo con le varie discussoni...poi a volte entro ed esco perché ho poco tempo...ma prima o poi ritrovo il filo ...
Certo immagino che ci sia stata una vera è propria folgorazione...una profona e sofferta crescita interirore ...ma questo è un po' il miracolo che Elvis fa a tutti...lui solo è in grado di farlo...
Attenderò con vivissima ansia!!! Ciao Gondar e scusa ancora!!!
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  #14  
Vecchio 21-10-2007, 22:59
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grazie gondar!!
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  #15  
Vecchio 22-10-2007, 19:26
marcygenny marcygenny Non in Linea
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Complimenti Gondar...grande idea la tua !! Raccontare i tempi andati fa sempre bene sia a chi lo fa sia a chi ascolta! Le cose erano così diverse eppure...non è che sia passato poi tanto tempo eh?? E' solo che tutto cambia stramaledettamente veloce e..il tempo è galantuomo..come dice mio marito...si scorda...e invece BISOGNA RICORDARE!!
Vai avanti Gondar...m'interessa il discorso della scuola elementare dato che io insegno proprio lì!!
Ciao e buon lavoro!
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  #16  
Vecchio 22-10-2007, 21:04
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Grazie Gondar per i tuoi racconti,non me ne perdo uno! Avendo la tua stessa età, se non qualche annetto in più, voglio raccontarvi un aneddoto felice della mia passata giovinezza. Nel ...lontano 1957, partecipavo a gare di rock 'n roll a squadre. Ogni squadra era composta da cinque coppie. Alla finale le altre tre squadre per la gara avevavo scelto "Il Bughi del Taglialegna", la mia squadra invece scelse "Jailhouse Rock" INDOVINATE CHI VINSE???????? quel grande pezzo di rock di ELVIS!!!!! noi naturalmente siamo stati bravi, ci eravamo allenati per un mese sempre ballando JAILHOUSE ROCK.........ahah che bei tempi
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  #17  
Vecchio 23-10-2007, 10:55
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Grazie Gondar per i tuoi racconti,non me ne perdo uno! Avendo la tua stessa età, se non qualche annetto in più, voglio raccontarvi un aneddoto felice della mia passata giovinezza. Nel ...lontano 1957, partecipavo a gare di rock 'n roll a squadre. Ogni squadra era composta da cinque coppie. Alla finale le altre tre squadre per la gara avevavo scelto "Il Bughi del Taglialegna", la mia squadra invece scelse "Jailhouse Rock" INDOVINATE CHI VINSE???????? quel grande pezzo di rock di ELVIS!!!!! noi naturalmente siamo stati bravi, ci eravamo allenati per un mese sempre ballando JAILHOUSE ROCK.........ahah che bei tempi
Bello il tuo aneddoto. Dimmi, Rosanna, saresti in grado di ballarlo ancora il Jailhouse Rock? Puoi anche tirarti indietro, certo, ma a me piacerebbe inserirti nella eventuale manifestazione dell'Elvis Day che potrebbe tenersi in primavera. Che ne dici? Gondar.
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  #18  
Vecchio 22-10-2007, 21:26
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Complimenti Gondar...grande idea la tua !! Raccontare i tempi andati fa sempre bene sia a chi lo fa sia a chi ascolta! Le cose erano così diverse eppure...non è che sia passato poi tanto tempo eh?? E' solo che tutto cambia stramaledettamente veloce e..il tempo è galantuomo..come dice mio marito...si scorda...e invece BISOGNA RICORDARE!!
Vai avanti Gondar...m'interessa il discorso della scuola elementare dato che io insegno proprio lì!!
Ciao e buon lavoro!
No, Marcygenny, non è trascorso tanto tempo. Il progresso negli ultimi cinquant'anni è stato, forse per la prima volta nella storia dell'umanità, così incalzante e repentino da dare l'impressione che quello che io sto ad esempio raccontando, sia avvenuto nell'ottocento o giù di lì. Io stesso mi chiedo a volte quale potrebbe essere la differenza tra me e il signor Matusalemme . Non credo proprio che lui avesse, nonostante abbia vissuto, si dice, ottocento anni, da raccontare più di quello che io potrei raccontare . Gondar.
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  #19  
Vecchio 22-10-2007, 23:02
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Ciao Gondar, che bello il tuo racconto!!!
Continua, ti prego....
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  #20  
Vecchio 23-10-2007, 10:58
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Ciao Gondar, che bello il tuo racconto!!!
Continua, ti prego....


Fiuuuuuuuuu! che meraviglia il tuo complimento, Wonder. Questo mi dà energia per continuare il racconto con più entusiasmo. Grazie. Gondar.
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  #21  
Vecchio 23-10-2007, 13:31
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Una esemplare.......

Persino la lingua italiana, dicevo, era una novità dato che si parlava in casa ed in strada ed in ogni dove il dialetto locale. Non c’è da meravigliarsi se negli anni cinquanta l’analfabetismo superasse il 70% della popolazione. Al mio paese, Apulco, la statistica era ancora più impietosa dato che l’ottanta per cento non sapeva leggere né scrivere, anche se nella maggior parte dei casi si sapeva apporre giusto la propria firma seppur impiegando un tempo, oggi diremmo, da moviola. A questo proposito, mi viene in mente un aneddoto legato strettamente a quel periodo. Un mio zio emigrato in America , mi chiamò anni dopo al telefono (sul finire degli anni sessanta) chiedendomi, tra le altre cose, se potevo andare a trovare il suo carissimo amico Paolo , contadino e zappatore, al fine di indurlo a rispondergli alle numerose lettere che gli aveva inviato e di cui non aveva mai avuto risposta. A questo proposito, diamo un'occhiata a questo videoclip molto pertinente...................................



Il giorno seguente lo andai a trovare al suo podere confinante con quello di mio zio, col quale aveva quotidianamente diviso l’immancabile pezzo di pane raffermo fatto in casa col pomodoro prima che emigrasse, e lo trovai che era tutto preso dallo zappare il suo terreno creando una serie di solchi che dovevano servire per la semina delle cime di rapa. Alla mia domanda di come mai non avesse risposto a nessuna delle lettere inviategli dal suo caro amico Angelo, Paolo si erse in tutta la sua altezza (era alto non più di 1,50 metri), ………….volete sapere cosa replicò? Vi prego di essere pazienti……lo rivelerò alla prossima………………………………..(continua).......................... .......................................

Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:02
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  #22  
Vecchio 23-10-2007, 15:30
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Che disse? CHEEE DISSEEE???

Peggio di 24 (quel serial con Kiefer Sutherland che tiene tanto incollato da non vedere l'ora che trasmettano la prossima puntata) il suspense che riesci a creare.....

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  #23  
Vecchio 23-10-2007, 20:15
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

grazie Gondar per i magnifici pezzi di Louis Armstrong! Grazie anche da parte di mio marito (che è un batterista) per l'assolo del batterista di Pete Fountain! Per quanto riguarda ballare JAILHOUSE ROCK mi hai fatto morire dal ridere Per essere sincera lo so ancora ballare il rock 'n roll!!!!!!!! ma dovrei portarmi la bombola d'ossigeno
Continua a scrivere che noi leggiamo.......appena mi ricordo qualche aneddoto simpatico lo scriverò!!!

Per me "giovinezza" significa ELVIS+BALLARE
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  #24  
Vecchio 06-12-2007, 19:07
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

La Preghiera

Elvis aprì lo sportello della vecchia Lincoln, si accasciò rassegnato sul sedile, girò svogliatamente la chiave nel cruscotto e, dopo aver rivolto con amarezza un’ultima occhiata verso la sede della Sun Recording Studio, diresse la vettura verso casa abbozzando sottovoce la canzone “My Happiness” che di felicità in cuor suo non aveva davvero più niente. Egli rimuginava ostinatamente, sensibile quale egli era, sullo svogliato atteggiamento del Sig. Phillips nei suoi confronti. Giunto a casa, e resosi conto che sua madre non era ancora rientrata, pose l’acetato sul grammofono, si sedette sul vicino divanetto e si mise ad ascoltare i due lati del disco. Poi, improvvisamente, ricordandosi che doveva ottemperare a cosa importante, si alzò, spense il grammofono e si diresse verso la stanza da letto dei genitori sulla cui parete era appesa l’immagine del Cuore di Gesù. S’inginocchiò davanti ad essa e, intrecciando le dita tra le mani, sussurrò dicendo: “Ti prego, Signore, io che sono una Tua creatura, ascolta questa mia preghiera che giunge dal profondo del mio cuore. Fa’ che questo mio grande desiderio di cantare possa avverarsi; che le persone a cui mi sono rivolto possano interessarsi al modo con cui mi esprimo con la mia voce. Fa’ che essi scoprano in me qualcosa che li possa convincere che valga la pena aiutarmi a crescere in quella direzione. Tu sai quanto la mia famiglia sia povera e sai anche quanto sacrificio, specie mia mamma, abbia fatto e tutt’ora fa per me. Troppe volte m’è toccato vederla rinunciare a qualche boccone per darlo a me. Dimmi, o mio buon Gesù, come posso ripagare tutto questo loro sacrificio se non esaudendo questo mio desiderio? Ti prometto, o Signore, di impegnarmi con tutte le mie forze affinché non manchi loro mai nulla e nel contempo mi riprometto di elevare, cantando nella Tua casa, le lodi al Signore con più convinzione e passione di quanto non abbia fatto fino ad ora. Ti prego Signore, questo è tutto ciò che io Ti chiedo e che sia fatta la Tua volontà”. Rialzandosi, sentì la voce di sua madre che esclamava “El, dove sei?” “Eccomi, mamma, sono qui”. “Che t’è successo? Hai gli occhi lucidi” chiese preoccupata sua madre. “No, ma’ non ci pensare, non è niente, davvero; piuttosto ho qui un regalo per te, sai per il tuo scorso compleanno. Scusami se te lo faccio solo ora; ma prima non mi è stato possibile, credimi”. Recuperò l’acetato dall’apparecchio, lo infilò dentro la custodia e, consegnandolo a sua madre, le schioccò un gran bacio sulla guancia. “No, El, non c’è bisogno che tu ti scusi. So bene quanto mi ami e questo mi basta, figliolo. Ah, guarda. C’è pure il tuo nome” rispose la donna alquanto divertita; “che bello vederlo stampato sulla copertina. Ma dove sei andato a fartelo incidere? Chissà quanto ti sarà costato!”. “Non molto mamma. Sai, non molto distante da qui, sulla Union Avenue, si è aperta la casa discografica che leggi in copertina. Vedi? Si chiama Memphis Recording Service e sapessi quanto è interessante ed attrezzata. Ma’, vuoi sentire allora il disco?”. “Certo, El”, replicò la donna “fammelo ascoltare mentre ti preparo qualcosa da mangiare”. Elvis azionò l’apparecchio ed echeggiò nella stanza il lato A dell’acetato. La signora Gladys prese nel frattempo il tegame, vi ripose un tocco di burro ed un pezzo di pancetta, adagiò il tegame sul fornello acceso e, dopo aver preso due uova dalla dispensa, ne versò il relativo contenuto, ponendo orecchio a quel brano così dolce di “My Happiness” che le trasmise tenerezza e tanta contentezza. Rivolgendo, poi, lo sguardo verso suo figlio riprese a dire “Veramente bella, El, questa tua interpretazione. Però, figlio mio, mi renderesti ancora più felice se tu ti accasassi, magari con una brava giovane , e regalarci tanti bei nipotini”. “Si, ma’, va bene, intanto una bella e brava ragazza io già ce l’ho e quella ragazza non puoi essere che tu” e dicendo questo l’abbracciò felice. “Dai non scherzare”, incalzò la donna, “tu sai bene cosa intendo. Non vorrai mica deludermi, vero?”. “No, Gladys (ogni tanto gli piaceva chiamarla per nome, specie in assenza di suo padre), non è mia intenzione darti una delusione; però, ogni cosa a suo tempo, anche perchè mi sono riproposto innanzitutto di fare un po’ di soldi perché voglio comprare una bella casa per te e papà”, replicò con una certa baldanza Elvis, spezzando un pezzo di pane e masticandolo assieme ad un tocco di pancetta. E la signora Gladys di rimando: “Smetti di sognare, El, papà ed io abbiamo già una cosa bella e non abbiamo bisogno di altro”. Ed Elvis, intuendo già la risposta, non si fermò dal chiederle “E quale sarebbe questa cosa bella, ma’?” e Gladys, divertita, rispose: “Lo sai bene, la cosa bella che pà ed io abbiamo sei proprio tu. “Grazie, ma’”, disse Elvis dandole ancora un bacio sul collo e scappò di corsa in strada. Nel mentre, qualcuno dal futuro volle rievocare l'amore tra madre e figlio.



Si mise le mani in tasca, si strinse nelle spalle e s’incamminò per la Third Road per riflettere come poter far felice i suoi. Pensava che era indispensabile innanzitutto che trovasse un gruppo orchestrale e fare delle serate in qualche locale di Memphis. Già, un gruppo orchestrale. Era stato sempre il suo sogno, ma mai gli si era presentata l’occasione per poterlo realizzare. Sapeva benissimo che dipendeva principalmente da lui, dalla sua maledetta timidezza, dalla sua incapacità di socializzare, dalla sua introversione. Se avesse avuto, tuttavia, un gruppo tutto suo, pensava, forse sarebbe riuscito a calamitare l’attenzione di quel tipo, di quel signor Phillips , da cui si sentiva snobbato. Quello che, giusto per intenderci. incideva dischi, quello che Elvis anelava disperatamente che incidesse per lui. Inoltre, egli non aveva mai avuto l’opportunità di provare a tirare fuori le reali potenzialità della sua voce proprio perché non aveva né un locale seminterrato né un gruppo con cui provare. Certo, cantava in chiesa inni e lodi al Signore che lui tanto adorava. Ma erano tutti pezzi assorti, profondi, lenti, gutturali, sebbene sublimi e maestosi, ma pur sempre eseguiti statualmente. Che a lui piaceva provare e riprovare a casa, eseguendoli a modo suo, accentuando e vivacizzando il ritmo dei suoi amici di colore, gorgheggiando, giocando e singhiozzandovi su ogni nota. Si piaceva tanto quando li eseguiva, si divertiva da morire, ma temeva di sembrare ridicolo se avesse provato ad eseguirli, egli pensava, alla presenza di persone. Oh, quanto avrebbe inoltre voluto cantare con voce alta, sbrigliata, spigliata e sfrenata come faceva quelle rare volte a casa sua, dopo essersi accertato però che non ci fosse nessuno né in casa né nelle vicinanze. Altrimenti temeva che lo avrebbero preso per matto . Lo sentiva dentro di sé, glielo sollecitava la sua ugola, quindi, ogni volta che gli toccava di gridare per strada per richiamare l’attenzione di qualcuno. Pensava proprio a questo quando gli venne in mente una canzone dei Clovers che aveva sentito più volte alla radio, che eseguì a bassa voce, con un nodo alla gola, dovendola accomunare all’esperienza avuta con la Sun Recording Service di qualche ora fa.



Sì, era stato proprio uno stupido per come aveva eseguito quelle due canzoni alla Sun Records. “Ma la prossima volta” si ripromise “dimostrerò al Sig. Phillips di cosa è capace il vero Elvis Presley” e, come per sottolineare ciò che pensava, scaricò tutta la sua rabbia con un poderoso calcio ad una lattina vuota di coca cola facendola roteare per un tratto della Winchester Road. (continua)

Gondar.

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  #25  
Vecchio 11-12-2007, 18:47
Gondar Gondar Non in Linea
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Geicn 53 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Nuovo tentativo di Elvis

Passarono giorni e giorni. Tanti. Poi trascorsero anche mesi senza che nulla accadesse. Però Elvis non demordeva perché con scuse o altro non perdeva occasione di recarsi presso lo studio della Sun Records e intrattenersi con la simpatica signora Marion, sempre pronta a regalargli un sorriso affettuoso, persino ad incoraggiarlo. La sua vera intenzione, per la verità, era quella di poter intraprendere un salutare colloquio con il signor Phillips che non aveva però mai tempo, si limitava a rispondere al saluto del giovanotto con fare sbrigativo e rinchiudersi in cabina per incidere dischi. Era chiaro che tale atteggiamento non faceva che aumentare a dismisura la tensione e l’ansia nell’animo di Elvis. Doveva pur esserci un modo, pensava, per indurlo a fermarsi un attimo con lui. Aveva tante cose da dirgli anche se non avrebbe saputo da dove incominciare. L’unica àncora di salvezza era Marion ma che, poverina, non poteva fare null’altro, se non assicurarlo che lo teneva presente ogni qualvolta le capitava di far scivolare il discorso su di lui, sia con Sam, sia con persone facenti parte di gruppi musicali a cui chiedeva se avessero bisogno di un bravo cantante. “Io per la verità” ebbe a dire in seguito la donna, “non mi intendevo molto di musicisti o di talenti, ma una cosa mi fu subito chiara e cioè che un tipo come Elvis non passava inosservato. Era diverso da tutti gli altri, sia per il modo di conciarsi, sia per come cui egli si poneva. Traspariva candidamente tutta la sua ingenuità, mista a timore e timidezza. Ad un tipo così, il destino non poteva che riservare qualcosa di veramente importante”. Intanto passarono diversi mesi ed Elvis incominciò a temere che non sarebbe successo più niente se non trovava un modo per sollecitare il destino. Sapeva bene che bisognava fare qualcosa, tenendo a mente quel detto secondo cui era necessario aiutarsi affinché il buon Dio potesse a sua volta darti una mano. E fu nel gennaio del 1954 quando, messo qualche dollaro da parte, si recò nuovamente al Memphis Recording Service per registrare un altro paio di canzoni, ancora accompagnandosi con la chitarra, sempre la stessa, che produceva, purtroppo, un suono aspro e stridente. Sentiamo insieme questa canzone dal titolo “I’ll never stand in your way” già incisa in passato da Joni James.



Ed ascoltiamo il suo quarto ed ultimo brano intitolato “It wouldn’t be the same without you”, inciso anni prima dal cantanto di ballate Jimmy Wakely.



Nonostante ci avesse messo tutto l’impegno possibile per interpretare questi due motivi, non riuscì a fare meglio dell’altra volta. Anzi fu peggio . Qui addirittura la sua anima non c’era, si era dileguata; ed Elvis non si spiegava il perché. Ma noi, cari amici miei, sappiamo ormai bene cosa gli succedeva. Lo abbiamo spiegato qualche capitolo fa. Quando Elvis si sentiva sotto esame, veniva a galla il lato fragile del suo carattere: l’insicurezza, la paura di sbagliare, il timore di essere criticato o deriso. Ciò nonostante, la voce c’era. Ma lo spirito si era defilato. E, come se non bastasse, anche questa volta il signor Phillips, seppure molto gentile e garbato, fu avaro in parole o incoraggiamenti. Anche se, nel profondo del suo animo, avvertiva qualcosa di sfuggente, di impalpabile, di indefinibile a cui neanche questa volta aveva dato troppo peso. Comunque, questo suo pensiero si trasformò in un nodo che ripose da qualche parte dentro di sé. Prima o poi quel nodo gli servirà per fargli venire in mente quel ragazzo dalla voce un po’ così e da un modo di fare speciale e pressoché insolito. Col senno di poi, possiamo tranquillamente affermare che in quel docile ragazzo non riusciva a cogliere l’essenza, l’evidenza, la trasparenza. Che possiamo tradurre come quel famoso detto, tutto nostrano, che recita “troppa grazia sant’Antonio”. Sam Phillips cercava qualcosa di speciale che era là davanti a lui, ma che non riusciva a vederlo. Era esattamente quello che da sempre andava cercando e lui era testardamente cieco. Al centro della sala di incisione c’era quell’alieno , sì giustappunto un extraterrestre, che era bianco nelle sembianze, ma che non riusciva ancora ad individuare quel nero che c’era nel profondo dell’animo di quel ragazzo, del quale gli era difficile ricordare persino il nome. Aveva il tesoro a portata di mano e lui, sedicente grande superbo scopritore di talenti, non focalizzava il luccichìo che da quell’essere continuamente emanava. Era così evidente da essere sopraffatto dal suo esatto contrario. “Il re è nudo” ebbe a gridare un bimbo nel lontano passato attirando l’attenzione di gente incredula ed impaurita . E il signor Sam Phillips, che tutto era fuor che un infante, ancora si ostinava a tenere basso il suo capo, imprigionata la mente e chiuso sotto chiave tutto ciò di cui gli era assolutamente congeniale: la “trasmissione dati”. Ed il destino, che vivaddio di pazienza ne ha da vendere, si è piegato all’indolenza di quell’uomo che primo o poi però avrebbe finito per aprire finalmente gli occhi. Occhi intesi come quelli del cuore. Oltre che della mente. (continua).

Gondar.

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  #26  
Vecchio 11-12-2007, 19:31
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Gondar carissimo, sto terminando di leggere la 2° parte della biografia di Peter Guralnick, bhe...sai che detto proprio inter nos...nonostante sia bellissima...non mi emoziona tanto quanto i tuoi racconti!!?? Non è per adularti ma dalle tue parole traspare puro e vero l'animo di Elvis, non solo tu conosci alla perfezione i fatti ma li hai elaborati con la mente di Elvis, è come leggere un suo diario!! Grazie e che Dio ti benedica per tanta dedizione e sensibilità d'animo!!
P.S. Secondo me Elvis ti sta dando una mano!!??
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  #27  
Vecchio 12-12-2007, 09:59
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Gondar carissimo, sto terminando di leggere la 2° parte della biografia di Peter Guralnick, bhe...sai che detto proprio inter nos...nonostante sia bellissima...non mi emoziona tanto quanto i tuoi racconti!!?? Non è per adularti ma dalle tue parole traspare puro e vero l'animo di Elvis, non solo tu conosci alla perfezione i fatti ma li hai elaborati con la mente di Elvis, è come leggere un suo diario!! Grazie e che Dio ti benedica per tanta dedizione e sensibilità d'animo!!
P.S. Secondo me Elvis ti sta dando una mano!!??
E' meraviglioso sentirsi apprezzare in questo modo e specie sotto Natale. E' un regalo bellissimo che mi fai, Marcy. Stai aprendo il mio cuore e ne interpreti il contenuto, come solo un animo sensibile come il tuo può fare. Che dirti, Marcy, di più? Mii fai sentire importante. Gondar.
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  #28  
Vecchio 24-10-2007, 08:53
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ragazzi,qui scopriamo ke ognuno di noi ha del suo da proporre x un elvis day all'altezza del nome del mito da celebrare,se tutti insieme ci organizzassimo credo davvero possa uscire una magnifica manifestazione!!!!
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  #29  
Vecchio 24-10-2007, 09:25
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ragazzi,qui scopriamo ke ognuno di noi ha del suo da proporre x un elvis day all'altezza del nome del mito da celebrare,se tutti insieme ci organizzassimo credo davvero possa uscire una magnifica manifestazione!!!!
Guitarman! temo che tu abbia scambiato topic. La tua opinione dovrai temo essere trasferita all'altro topic "Elvis Day. Celebrazione". Gondar.
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  #30  
Vecchio 24-10-2007, 09:28
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sn ancora in fase pre sveglia,orfeo mi tiene ancora tra le sue braccia e connetto poco bene...
chiedo venia
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  #31  
Vecchio 24-10-2007, 13:21
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GeA115 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

......Lezione.......

Non so voi, ma nel riascoltare “O’ Zappatore”, che mi ha dato la sensazione che potesse essere stato scritto apposta per la mia vicenda, io non ho potuto, credetemi, trattenere qualche lacrima per cose che stanno nel profondo del mio cuore e che non sto qui a raccontare per non annoiarvi . Ma facciamoci coraggio e andiamo avanti con un pezzo di vita vissuta tutto proteso verso quel fatidico momento in cui mi imbattei per la prima volta nell’extraterrestre . Alla mia domanda, dicevo, di come mai non avesse risposto a nessuna delle lettere inviategli dal suo caro amico Angelo (sui cui fogli gli chiedeva come se la passava, se era cambiato qualcosa, se aveva trasformato le coltivazioni del suo appezzamento di terreno, se le sue figlie si erano sistemate, ecc.)........

A questo proposito gustiamoci questo pezzo “L’anno che verrà” di Lucio Dalla, uscito diversi anni dopo ma che lo trovo molto appropriato nell’enfatizzare questo momento particolare della mia vita:



.......... Paolo si erse in tutta la sua altezza (non era alto, poverino, più di un metro e mezzo), avvicinò con fierezza il manico della zappa all’altezza della cintura dei pantaloni ed appoggiandovisi sopra - a braccia tese - come su una sciabola , sollevò una mano all’altezza della fronte per coprirsi dalla luce del sole ma anche per poter guardare lontano, e rispose, in stretto dialetto locale, con una frase che divenne la mia più importante lezione di vita e che non potrò, fin che campo, mai dimenticare: “Lo vedi, ragazzo mio, il confine della mia tenuta, laggiù, dove c’è quella fila di pietre? ? E li vedi tutti quegli alberi di mandorlo dall’altra parte?”. Gli feci cenno che li vedevo benissimo anche se non capivo dove volesse andare a parare. E continuò dicendo……..(continua).

Gondar.

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  #32  
Vecchio 24-10-2007, 13:33
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gondar,e diccelo dai,nn tenerci sulle spine,si sta poco comodi....
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  #33  
Vecchio 24-10-2007, 16:39
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gondar,e diccelo dai,nn tenerci sulle spine,si sta poco comodi....
Ciao, Enzo. Vi voglio far stare sulle spine in quanto approfitto per inserire nuove pennellate di vita pe rendere ancora più interessante la marcia di avvicinamento ad Elvis. Gondar.
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  #34  
Vecchio 24-10-2007, 21:06
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Grazie Gondar! Mio marito ha detto che suonerebbe più che volentieri! Ma dove pensi si farà questo meraviglioso ELVIS DAY ?
Noi siamo di MIlano......Cercherò di esercitarmi con il rock 'n roll
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  #35  
Vecchio 25-10-2007, 10:08
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Grazie Gondar! Mio marito ha detto che suonerebbe più che volentieri! Ma dove pensi si farà questo meraviglioso ELVIS DAY ?
Noi siamo di MIlano......Cercherò di esercitarmi con il rock 'n roll
Ciao, Rosannasnowbird. Probabilmente si terrà vicino Bari nella primavera prossima ma non è ancora certo. Tu comunque cerca di seguire il topic "Elvis Day. Celebrazione" e partecipa con tuo marito alla sua realizzazione. Considera che più voci nel forum propongono che ogni anno si realizzi un E.Day itinerante , cioè in varie città dello stivale. Per quanto riguarda la data che Jerry Lee sta proponendo con il topic

http://www.grazielvis.it/forum/showthread.php?t=4320

scegliete la vostra data. Io intanto prendo appunti per la vostra partecipazione nella manifestazione . Gondar.
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  #36  
Vecchio 25-10-2007, 13:33
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................di vita

Ed eccovi finalmente la risposta di Paoluccio:

Lo vedi, ragazzo mio, il confine della mia tenuta, laggiù, dove c’è quella fila di pietre? ? E li vedi tutti quegli alberi di mandorlo dall’altra parte?” Gli feci cenno che li vedevo benissimo anche se non capivo dove volesse andare a parare. Beh, tu dimmi di zapparti questi tremila metri di terreno ed io te lo faccio anche in un paio d’ore, ma per carità di Dio non chiedermi di scrivere una lettera. Qualcuno dei lettori vuole fare qualche commento su questa straordinaria risposta? Poi soggiunse: “Piuttosto, dì a tuo zio di non preoccuparsi per me, riferiscigli che mia figlia Maria si è maritata con un bravo giovine , che a casa stiamo tutti bene e che lo abbracciamo fraternamente”. Si tirò su la coppola , si asciugò la fronte con un fazzolettone che sembrava un lenzuolo, lo ripose nella tasca posteriore e, dopo avermi detto “beh, mu’ statt’ buun’” (ora stammi bene , io devo lavorare) , si rimise alacremente a zappare la sua amata terra. Nonostante la dichiarata carenza, Paolo a modo suo era un uomo felice. Io debbo essere grato a questo personaggio perché bastò poco, molto poco, insomma fu sufficiente quella frase per farmi aprire gli occhi, ad affrontare le difficoltà della vita con più serenità e tanta determinazione. Gustiamoci ora questo video del grande Totò per sottolineare la condizione generale del sud Italia. [youtube][/YOUTUB




Capite cosa rappresentava la conoscenza della propria lingua a quei tempi?

Gondar.

..................continua........................ ..

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:05
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  #37  
Vecchio 25-10-2007, 17:41
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Grazie Gondar, mio marito sarebbe felicissimo di suonare per l'ELVIS DAY Personalmente come periodo ho votato il mese di luglio, però seguirò lo svolgimento del sondaggio e vedremo.........Ogni tanto capita qualche problema in famiglia, comunque per ora la nostra intenzione è di partecipare

Tu continua a scrivere.....altro che soop opera
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  #38  
Vecchio 25-10-2007, 18:53
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amo totò,aspettavo con ansia ke postassi qualcosa ke riguardasse lui,penso sia il simbolo x eccellenza dell'italia del dopoguerra!!!!
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  #39  
Vecchio 27-10-2007, 18:22
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Il dialetto

Continuiamo a vedere con questo video di Totò le condizioni dell'alfabetismo in quegli anni:



Naturalmente, vi erano persone che parlavano la lingua italiana tra le mura di casa, ma quelle stesse persone appartenevano ad un ceto più elevato rispetto alla media . Anzi, le si guardavano con una punta d’invidia, come se fossero una rarità e ci si sforzava di emularle in talune circostanze senza che ci si rendesse conto di cadere nel ridicolo per come ci si poneva. Non è un caso che a quei tempi ci furono diverse canzoni che volevano sottolineare questa realtà. Una diceva più o meno così “Marì, Marì io t’ame, ti tengo in fondo al coro, quel coro che ti ame, Marì tu sei l’amor”. Purtoppo non ricordo chi la cantasse ed a questo proposito mi rivolgo ai miei coevi del Forum di venirmi in soccorso. Poi c’era un’altra, eseguita da Don Backy qualche anno più tardi, che si intitolava “Ho rimasto” ma di cui non ho trovato il videoclip. Peccato. Né io rimasi immune, anni più tardi, dal trattare questo argomento con una canzone che ha visto la luce soltanto tra le mura di casa mia e che si intitolava “Namme sì dann’ vel’n” (non mi dar veleno) le cui parole erano queste: “Eh eh c’ t’ crid d’ jesse / m’ remprouv’ da’ matein alla ser’/ Eh eh muh’ ‘mma rutt’ ll’uve. / Nan’ t’ vogghie’ s’ntaje chieu’. / Na’ m’ sì dann’ v’lin. No no no. / Na’ m’ sì dann’ v’lin. No no no. / ‘Nand’ all’ cr’stiene / ie parlek ’u dialett’/ e teu’ t’ pigghie abbeile. / D’ vint’ tutta rossa. / Eh eh na’ mm’ vu’ cchieu. / M’ vù lasse’, t’ n’ vù scieje, ma a’ ddou vù scieje. / Eh eh c’ t’ crid d’ jesse’ / mich’ stéje sol’ teue ‘ou paieis. / Eh eh nant’ sì’ agetann’ / ca ‘sse mur’ dall’ juscie o’ créh’. / Na’ m’ sì dann’ v’lin. No no no. /
Na’ m’ sì dann’ v’lin. No no no

Traduzione: Non mi dar veleno / Ehi ehi cosa credi di fare / non fai altro che rimproverarmi dalla mattina alla sera / ehi ehi adesso mi hai davvero stufato / non ho voglia di sentirti più. / Non mi dare veleno, no no no / Non mi dare veleno, no no no / Quando sono in compagnia della gente / io ostento dialetto / e tu non fai altro che vergognarti / diventi tutta rossa / mi vuoi lasciare / te ne vuoi andare via / ma dove intendi andare. / Ehi ehi ma cosa credi di fare /
Sai non sei l’unica donna in paese / ehi ehi fai a meno di farti venire le convulsioni / oggi o domani potrebbe andare a finire male / pertanto non mi dar veleno, no no no / pertanto non mi dar veleno, no no no /………………………………..continua.

Gondar.

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  #40  
Vecchio 28-10-2007, 17:22
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

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amo totò,aspettavo con ansia ke postassi qualcosa ke riguardasse lui,penso sia il simbolo x eccellenza dell'italia del dopoguerra!!!!
La mia infanzia l'ho passata Primo ovvio con Elvis e poi con il caro Totò...Totò e Peppino erano un perfetto connubio!!! Mitici...la loro è stata una comicità efficace semplice e genuina...davvero anche loro veri geni!!!!
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  #41  
Vecchio 27-10-2007, 18:37
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Mi sono "sganasciataaaaaa" dalle risate!!!!!! Ho i lacrimoni agli occhi!!!
Avrò visto sto video non so quante volte e ancora ci rido!!! Grande Totò!!!
Grazie Gondar!!
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  #42  
Vecchio 27-10-2007, 23:12
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Che risate, grazie Gondar!!

Ma non sarà per caso che la fanciulla alle quale era dedicata questa conzone te la sei poi sposata?????
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  #43  
Vecchio 28-10-2007, 19:51
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Che risate, grazie Gondar!!

Ma non sarà per caso che la fanciulla alle quale era dedicata questa conzone te la sei poi sposata?????
Mi spaventi, Wonder, certo che me la sono sposata. Ma, dimmi, come hai fatto a capirlo, eh? Gondar.
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  #44  
Vecchio 29-10-2007, 01:05
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

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Mi spaventi, Wonder, certo che me la sono sposata. Ma, dimmi, come hai fatto a capirlo, eh? Gondar.


Caro mio, facile da capire, quando si diventa poeti vuol dire che è roba seria!!!
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  #45  
Vecchio 29-10-2007, 18:57
Gondar Gondar Non in Linea
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L'educazione

Mia madre non era da meno del mio maestro di scuola elementare in quanto, convinta com’era che “le mazzate e i panelli fanno i figli belli”, usava ad ogni comando non eseguito prontamente, le mani nude, quando ti andava bene, altrimenti, come è successo a me, usava il “laganaro” che altro non era (si fa per dire) che il mattarello , che lo si custodiva nella buca del tavolo da cucina per tenerlo sempre a portata di mano, ma che originariamente doveva servire per fare la pasta fresca. Ma ahimè, non era proprio così. (Piano piano, come potete vedere, il campo di visuale si sta focalizzando sulla mia vita di tutti i giorni). Mio padre poverino, ben conoscendo la severità degli altri membri della famiglia nei miei confronti, non ha mai voluto usare su di me le sue nodose mani se non per accarezzarmi il capo con dolcezza. Una volta sola, perchè costretto, alzò al cielo la sua voluminosa palma pronto per colpirmi ed io , rispondendo alla sfida, feci l'atto di voler ricevere finalmente una sua sberla. Ma la fermò a mezz'aria, mi girò le spalle visibilmente scosso ed uscì di casa. Quante lacrime versai quel giorno, Dio solo lo sa, per il fatto di aver prodotto una frattura con mio padre, l'unico da cui sarei stato felice di essere battuto. Mia madre, dicevo, in perfetta sincronia con mia sorella che si dava da fare per vedere gli effetti che produceva, finì per rompermelo sulla schiena quando avevo 13 anni (mia sorella perse la tacita gara e sono certo che si pentì non poco per essere stata un tantino arrendevole con me ) e quella volta, ormai abituato a saggiarne la sua resistenza , non mi lamentai per il dolore ma piansi dalla gioia sollevando le mani al cielo come il mio amico Smile . In seguito il maledetto laganaro , per mia fortuna, non fu più rimpiazzato perché della stessa misura e dimensione si rivelò difficile trovarlo . Vediamo intanto perchè tutto questo fosse normale che succedesse.

Ultimo di tre fratelli, ho avuto la jella di nascere dopo undici anni dal primo e nove dalla seconda (che per fortuna si sposò tre anni prima andando a vivere con suo marito a Venezia) e pertanto mi comandavano tutti e, all’occorrenza, mi battevano tutti (a questo proposito debbo confessare che si insinuò in me con prepotenza il seme della ribellione che però dovevo tenere a freno), papi escluso. Il mio impegno quotidiano primario, ma come potete immaginare, non per mia provata vocazione , ma per malcelata costrizione , era quello di assicurare l’approvvigionamento di acqua potabile alla famiglia, per cui dovevo fare da dieci a quindici viaggi di doppi secchi lamierati al giorno presso una fontanella pubblica che distava circa cento metri da casa.
A tale proposito, prendiamoci una pausa riflessiva, nell'attesa di imbattermi nell'extraterrestre Elvis Presley.



E a tavola , come si svolgeva il dialogo specie al pranzo domenicale, unico giorno in cui la famiglia si ritrovava raccolta nella sua interezza? Lo vedremo la prossima volta…………….(continua)

Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:07
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  #46  
Vecchio 31-10-2007, 09:13
Gondar Gondar Non in Linea
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Ciao, amici del Forum. Debbo fare un intermezzo di considerazione su questo mio approccio alla conoscenza del mito, prima di andare avanti. Sto purtroppo vedendo che va scemando da parte vostra l'interesse per questo topic. Al fine di non tediarvi oltre o che so.......vi sarei grato se mi votaste questa discussione o che la quotaste in modo da modularne il racconto. Anche perchè ci sono tante cose che vorrei ancora dirvi. Mi date una mano a capire cosa devo fare? Vostro Gondar.
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  #47  
Vecchio 31-10-2007, 13:43
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Ciao, amici del Forum. Debbo fare un intermezzo di considerazione su questo mio approccio alla conoscenza del mito, prima di andare avanti. Sto purtroppo vedendo che va scemando da parte vostra l'interesse per questo topic. Al fine di non tediarvi oltre o che so.......vi sarei grato se mi votaste questa discussione o che la quotaste in modo da modularne il racconto. Anche perchè ci sono tante cose che vorrei ancora dirvi. Mi date una mano a capire cosa devo fare? Vostro Gondar.
Gondar non credo che va scemando!!! Io per esempio non ho mai detto niente in questa discussione, ma non per questo non mi interessa, infatti leggo con piacere ogni tuo nuovo aggiornamento!!! Continua così che è tutto interessantissimo!!!
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  #48  
Vecchio 31-10-2007, 22:03
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Ciao, amici del Forum. Debbo fare un intermezzo di considerazione su questo mio approccio alla conoscenza del mito, prima di andare avanti. Sto purtroppo vedendo che va scemando da parte vostra l'interesse per questo topic. Al fine di non tediarvi oltre o che so.......vi sarei grato se mi votaste questa discussione o che la quotaste in modo da modularne il racconto. Anche perchè ci sono tante cose che vorrei ancora dirvi. Mi date una mano a capire cosa devo fare? Vostro Gondar.
Maccome, ora ci vuoi piantare in asso!!!??? Questo significa farci arrivare la lingua per terra per poi calpestarla con i tacchi!

Non ci provare, adesso vogliamo sapere TUTTO sull'arrivo dell'extraterrestre!

Io vado sempre per primo a questa discussione con la speranza di trovare la prossima puntata, che dobbiamo fare, metterci in ginocchia?????

Sul serio: i tuoi racconti sono deliziosi, pieni di vita, ora non ti deprimere di fronte alla tua stessa storia...
arriva al punto che arriva ELVIS e ti sentirai subito meglio!
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  #49  
Vecchio 28-10-2007, 19:49
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marcygenny Visualizza Messaggio
Mi sono "sganasciataaaaaa" dalle risate!!!!!! Ho i lacrimoni agli occhi!!!
Avrò visto sto video non so quante volte e ancora ci rido!!! Grande Totò!!!
Grazie Gondar!!
Grazie a te, Marcy, sei deliziosa! (così prendo due piccioni con una fava). Gondar.
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  #50  
Vecchio 31-10-2007, 16:06
marcygenny marcygenny Non in Linea
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Continua così, io ti leggo sempre e con grande interesse!!

P.s. Ci sarebbe da agganciarsi al discorso della scuola dato che lo vivo quotidianamente ma ahimè...sarebbe troppo lungo...anche perchè è solo la punta dell'iceberg..o se vogliamo il riflesso dei malesseri di un'intera società!!
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  #51  
Vecchio 31-10-2007, 18:34
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Permettetemi, amici del Forum, di rivolgere un grazie particolare a Clint, Hurt, Lisa, MarcyGenny ed ai molti friends che mi hanno letto, per l'incoraggiamento ricevuto per indurmi a continuare con meno timore questo mio racconto. Grazie a voi tutti posso rimettermi all'opera con entusiasmo . Vostro con amicizia e stima Gondar.
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  #52  
Vecchio 31-10-2007, 20:52
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La fame.

Nei giorni feriali, quando ci si metteva a tavola, eravamo mamma, mia sorella, ed io (dato che mio padre e mio fratello erano via per lavoro). La durata del pranzo durava pochissimi minuti dato che da mangiare c’era davvero poco (lo capisco adesso, ma a quel tempo credevo fosse normale). L’unico piatto pressoché quotidiano era rappresentato o da fave e cicorie, o da rape lesse o stufate, o da cime di rapa e pasta, o patate e olive nere dolci cotte sotto la cenere, o pasta al sugo di pomodoro con l’aggiunta del prezioso e quindi razionato formaggio grattugiato, oppure da scarola lessata et similia. La carne era roba da ricchi. Costava troppo per le nostre possibilità e non solo per le nostre tasche, tant’è che in un paese di circa settimila anime c’era solo una macelleria che serviva i più abbienti. Si ripiegava sulle uova delle proprie galline ed io andavo matto specie per l’uovo al tegamino. Mi sembra di avvertire ancora ora quel sapore che oggi non sento più . Sì, perché quasi tutte le famiglie avevano un piccolo vano basso e con poca luce adiacente o sottostante la propria abitazione ove si allevavano conigli, qualche capretta o pecora, galline e galli (questi ultimi di giorno si facevano uscire in strada per consentire loro di nutrirsi di tutto ciò che trovavano nelle vicinanze). Ai meno abbienti era permesso fare credito e le rare ordinazioni venivano riportate dal macellaio su un taccuino unto e bisunto riportante data, nomignolo (non il cognome) e importo. Solitamente ogni fine mese, coincidente con la paga o il salario, avveniva il rientro dei crediti. A proposito dei nomignoli , tale vezzo locale merita un capitolo a parte che mi riservo, spero, di descrivere prossimamente. Intanto vi propino una curiosità. Negli anni cinquanta, eravamo tutti maledettamente magri , uomini e donne, anziani e bambini a differenza degli animali domestici che facevamo a gara per tenerli ben nutriti. Per contro, ho ancora in mente quei rari signorotti di paese che……….. beh questa curiosità merita di farvi stare vigili fino a domani, se Dio vorrà, quando riprenderò il mio cammino verso il più grande artista di ogni tempo: Elvis Presley. Nel frattempo facciamo assieme una breve pausa per gustare la fragranza di una tazzulella e' cafè .




Gondar.

(continua)

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:14
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  #53  
Vecchio 05-11-2007, 12:58
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Nei giorni feriali, quando ci si metteva a tavola, eravamo mamma, mia sorella, ed io (dato che mio padre e mio fratello erano via per lavoro). La durata del pranzo durava pochissimi minuti dato che da mangiare c’era davvero poco (lo capisco adesso, ma a quel tempo credevo fosse normale). L’unico piatto pressoché quotidiano era rappresentato o da fave e cicorie, o da rape lesse o stufate, o da cime di rapa e pasta, o patate e olive nere dolci cotte sotto la cenere, o pasta al sugo di pomodoro con l’aggiunta del prezioso e quindi razionato formaggio grattugiato, oppure da scarola lessata et similia. La carne era roba da ricchi. Costava troppo per le nostre possibilità e non solo per le nostre tasche, tant’è che in un paese di circa settimila anime c’era solo una macelleria che serviva i più abbienti. Si ripiegava sulle uova delle proprie galline ed io andavo matto specie per l’uovo al tegamino. Mi sembra di avvertire ancora ora quel sapore che oggi non sento più . Sì, perché quasi tutte le famiglie avevano un piccolo vano basso e con poca luce adiacente o sottostante la propria abitazione ove si allevavano conigli, qualche capretta o pecora, galline e galli (questi ultimi di giorno si facevano uscire in strada per consentire loro di nutrirsi di tutto ciò che trovavano nelle vicinanze). Ai meno abbienti era permesso fare credito e le rare ordinazioni venivano riportate dal macellaio su un taccuino unto e bisunto riportante data, nomignolo (non il cognome) e importo. Solitamente ogni fine mese, coincidente con la paga o il salario, avveniva il rientro dei crediti. A proposito dei nomignoli , tale vezzo locale merita un capitolo a parte che mi riservo, spero, di descrivere prossimamente. Intanto vi propino una curiosità. Negli anni cinquanta, eravamo tutti maledettamente magri , uomini e donne, anziani e bambini a differenza degli animali domestici che facevamo a gara per tenerli ben nutriti. Per contro, ho ancora in mente quei rari signorotti di paese che……….. beh questa curiosità merita di farvi stare vigili fino a domani, se Dio vorrà, quando riprenderò il mio cammino verso il più grande artista di ogni tempo: Elvis Presley. Nel frattempo facciamo assieme una breve pausa per gustare la fragranza di una tazzulella e' cafè .




Gondar.

(continua)

Ciao Gondar!!! Io adoro pasta al sugo col prezzemolino sopra......ma come frutta...forse per vedere il lato positivo...si trovava quella di stagione e poi come sapore era tutta un'altra cosa!!! Mio padre quando mangia la frutta, da quand'ero piccola dice sempre che non è più la stessa cosa...ora non ha più sapore...
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  #54  
Vecchio 06-11-2007, 10:24
Gondar Gondar Non in Linea
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Ge729 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Il Signor Sam Phillips

Sarebbe troppo facile rispondere per noi elvisiani alle domande da me poste nell’ultimo scritto della presente narrazione. Non sarei seguito a sufficienza se parlassi di Elvis Presley come depositario della verità, dal momento che ogni suo fan conosce a menadito la sua storia. Oltretutto, mi vedrei costretto a misurarmi in ogni momento con la mia compagine dando vita a polemiche senza fine. Fatta eccezione, ovviamente, del momento in cui mi imbattei per la prima volta nel personaggio alieno (da qui il titolo di questo topic) dato che lo stesso Scotty Moore, nel sentire per la prima volta da Marion Keisker il nome di Elvis Presley, ebbe molti anni più tardi a fare la seguente considerazione nei confronti di chi lo intervistava: “mi sembrò un nome venuto fuori da un romanzo di fantascienza”. Invece io intendo rovistare nell’animo di un uomo che a sua volta era alla ricerca spasmodica del “nuovo”, di qualcosa di pressoché palpabile che pur respirandolo assieme all’aria, non riusciva ad ricondurlo al suo legittimo proprietario. Un uomo senza il quale Elvis non sarebbe esistito se non sulle carte demografiche della sua città. Quest’uomo era Sam Phillips. Chi era costui?

Mentre a Memphis Sam Phillips era alla ricerca del "nuovo", diamo un'occhiata cosa succedeva tra i vicoli di Napoli ove i suoi protagonisti erano alla ricerca ancora del "vecchio", cioè di come risolvere il più antico dei problemi: la fame.



Samuel Cornelius Phillips, dicevo, originario di Florence in Alabama, si trasferì nel 1945 a Memphis all’età di 22 anni assieme alla moglie ed al figlio appena nato, con quattro anni di esperienza radiofonica alle spalle e con l’obiettivo di divenire avvocato i cui studi dovette interrompere all’ultimo anno con la morte del padre. Sam si riteneva abilissimo nel far tirare il meglio di sé degli artisti; aveva un senso innato per la comunicazione. E credeva quindi nella radio. Il suo primo lavoro a Memphis fu quello di annunciatore, supervisore e tecnico di trasmissione presso la stazione radio locale della WREC nell’estate 1945, in tandem con Marion Keisker . Nonostante amasse la musica e le potenzialità della radio che gli offriva, si rese conto di essere un insoddisfatto. (continua)

Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:33
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  #55  
Vecchio 10-11-2007, 10:00
françois françois Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Dapertutto è un usa e getta, qualsiasi cosa. Che spreco che abbiamo. Queste cose che leggo l'hanno vissuta anche i miei genitori. Pur avendo solo 25 anni ho i genitori che sono arrivati ai 70 , mi hanno avuto a una età che adesso forse sarebbe pericoloso per una donna avere figli , è stato un miracolo, per cui mi raccontano di come era dura la vita ai loro tempi, quando sopratutto hai una famiglia di 9 figli a vestire a dargli da mangiare, a mandarli a scuola e in più senza soldi. Noi a differenza di allora viviamo nel lusso. Negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Da quando non si aveva il bagno in casa e bisognava andare fuori o si aveva un bagno esterno chiuso, alla lavatrice che una volta si lavava nelle fontane nei paesini con il sapone fatto con la cenere. Alla televisione che non esisteva.Alla sera si stava rinchiusi tutti in casa o in stalle con le mucche seduti tutti a un grosso tavolo, tra le donne che preparavano maglie, calze di lana per l'inverno e i mariti a fare cestini e attrezzi in legno per l'agricoltura e i bambini che giocavano e si divertivano a fare scherzi nei fienili o nelle viuzze dei paesini. Che tempi.
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  #56  
Vecchio 10-11-2007, 10:14
hurt hurt Non in Linea
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Cosa dire poi del calore emesso dalla cucina a legna e del contrastante gelo nelle altre stanze?
Ricordo in modo particolare che la mia camere da letto, era al 3° piano dove regnava un gelo indicibile ed era molto confortante infilarti sotto 3 coperte, e altrettanto doloroso alzarti la mattina, con il ghiaccio sui vetri delle finestre.

Eppure non avevamo mai allergie, raffreddori perenni, ecc. ecc
Ma ce ne sarebbero tante da raccontare e si rischia di andare fuori topic.
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  #57  
Vecchio 12-11-2007, 13:43
Gondar Gondar Non in Linea
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Dapertutto è un usa e getta, qualsiasi cosa. Che spreco che abbiamo. Queste cose che leggo l'hanno vissuta anche i miei genitori. Pur avendo solo 25 anni ho i genitori che sono arrivati ai 70 , mi hanno avuto a una età che adesso forse sarebbe pericoloso per una donna avere figli , è stato un miracolo, per cui mi raccontano di come era dura la vita ai loro tempi, quando sopratutto hai una famiglia di 9 figli a vestire a dargli da mangiare, a mandarli a scuola e in più senza soldi. Noi a differenza di allora viviamo nel lusso. Negli ultimi anni molte cose sono cambiate. Da quando non si aveva il bagno in casa e bisognava andare fuori o si aveva un bagno esterno chiuso, alla lavatrice che una volta si lavava nelle fontane nei paesini con il sapone fatto con la cenere. Alla televisione che non esisteva.Alla sera si stava rinchiusi tutti in casa o in stalle con le mucche seduti tutti a un grosso tavolo, tra le donne che preparavano maglie, calze di lana per l'inverno e i mariti a fare cestini e attrezzi in legno per l'agricoltura e i bambini che giocavano e si divertivano a fare scherzi nei fienili o nelle viuzze dei paesini. Che tempi.
Proprio così, Francois. Erano tempi di duri sacrifici. Ma c'era tanto rispetto e una convivenza civile impeccabile. Di giorno si lasciavano le porte di casa aperte o tutt'al più socchiuse, ma mai chiuse a chiave. Si era più poveri ma ci si rispettava l'un l'altro e ci si voleva bene. Prima non si aveva vergogna di bussare al vicino di casa per chiedere un pezzo di pane, un uovo o un po' di sale o un pugno di farina. Anzi, era un motivo per ritrovarsi, per parlare di reciproci problemi che il più delle volte venivano risolti con una naturale solidarietà. Oggi, anche se ti trovi nel bisogno, si diffida del vicino di casa, anzi non lo si sopporta. L'amore era sincero e l'amicizia era da "Libro Cuore" . Con la povertà, insomma, c'era felicità. Ed io rimpiango quei tempi e darei tutto l'oro del mondo pur di riappropriarmi non della gioventù, credimi, ma di quella smarrita autentica felicità. Gondar.
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  #58  
Vecchio 10-11-2007, 10:19
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Si è quello è vero il fatto di stare nella stalla dove era più caldo perchè c'era anche il calore delle mucche, in più con il forno a legna. Si finche troppo dai racconti dei miei genitori ogni giorno imparo qualcosa. Non sforiamo.
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  #59  
Vecchio 10-11-2007, 18:30
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Scoprii, come ho già avuto modo di confessarvi, che a me piaceva la musica, ne restavo incantato e, quando quelle rare volte rimanevo solo in casa, mi piaceva esibirmi davanti allo specchio cercando di modulare la mia voce con quella dei vari cantanti di quegli anni che ascoltavo da Domenico Modugno a Sergio Bruni , da Luciano Tajoli a Giacomo Rondinella , da Claudio Villa ad Alberto Rabagliati , da Gino Latilla a Giorgio Consolini , ma che non avevo mai conosciuto se non in qualche raro e vecchio rotocalco che mi passava per puro caso tra le mani. E vediamo qualcuno di questi eroi.



Mi lasciavo insomma trascinare da quella musica , dai loro protagonisti impettiti e statuali che riuscivano a trasmettere le loro elucubrazioni solo attraverso la loro voce . Attenzione, elucubrazioni, non emozioni. Ma io credevo che la rappresentazione musicale fosse solo quella . Ciò nonostante, l’amavo. Non so come, non so perché, io amavo la musica. A tale proposito, debbo confessarvi che durante le processioni e le feste di paese ove si esibivano vari gruppi bandistici, non facevo altro che scrutare ogni musicista che, tutti protesi nella lettura della propria partitura riportato su un pentagramma agganciato ai vari strumenti, emettevano un suono perfettamente sintonico con gli altri. Il tempo, specie se in marcia tra le strade, veniva battuto dalla grancassa e dai vari tamburi. Ed io ero lì, dietro di loro, mimando i vari strumenti con la bocca. E sognavo, sognavo di essere uno di loro. Vediamone uno che ancora oggi, incurante del tempo che cambia, segue quella tradizione.




Ma rimasero solo sogni. Perché? Beh, sarebbe lungo e triste spiegarvi le ragioni, ma conto di farlo più in là. Le feste venivano preannunciate al mattino da un gruppo di musicanti di quattro persone che giravano per le strade, suonando qualche pezzo orecchiabile in voga al momento, facendo pausa presso alcune abitazioni che offrissero loro da bere un bicchiere di vino assieme a qualche mostacciuolo, dolcetto tipico delle nostre parti, di colore scuro. La sera della festa cosiddetta “grande”, ma anche di notte in estate, su una illuminatissima cassa armonica, si esibivano i maestri musicisti che, diretti da concitati maestri d’orchestra, davano il meglio di sé nelle opere sinfoniche o liriche con gli immancabili tenori, baritoni e soprani. Parecchie opere me le sono perse volentieri perché dovevo scegliere tra loro e il corteggiamento delle ragazzine di Apulco, quando avevo appena tredici anni. E siamo nel 1957. E qui entriamo in un altro mondo che voi ragazzi del Forum non immaginate neanche. E che io vi vorrò raccontare per filo e per segno in un altro momento. Intanto le feste finivano in bellezza con i fuochi d'artificio meglio interpretati dal personaggio corridiano che vi prego di non perdervi (ma, attenzione, a vostro rischio e pericolo per lo scoppiare delle risate).



Gondar.

continua.......
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  #60  
Vecchio 11-11-2007, 23:54
wonderofyou wonderofyou Non in Linea
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Gondar, grazziieee!!!
Io la sera non guardo più la TV
(ehhh, capirai, dici tu, con quello che danno - ma devi sapere che ho un satellite con 35 canali tedeschi e altri 700 di tutta la terra a nord dell'equatore, e quindi danno, danno!) quando trovo una tua puntata con filmati e tutto, che risate!!!


Già lo vedo il ragazzo che accende la Geloso e sente.......
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  #61  
Vecchio 12-11-2007, 13:01
deliziosa deliziosa Non in Linea
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Gondar, grazziieee!!!
Io la sera non guardo più la TV
(ehhh, capirai, dici tu, con quello che danno - ma devi sapere che ho un satellite con 35 canali tedeschi e altri 700 di tutta la terra a nord dell'equatore, e quindi danno, danno!) quando trovo una tua puntata con filmati e tutto, che risate!!!


Già lo vedo il ragazzo che accende la Geloso e sente.......
Eh si cara Wonder...Gondar è proprio forte!!! E' un ottimo narratore...io ce lo vedrei come scrittore...soprattutto per bimbi...ha un modo di porsi così ingenuo e pulito che sarebbe una super star soprattutto per i più piccoli...(anche ai grandi piace...difatti siamo noi a constatarlo...)
Accipicchia Wonder 35 canali tedeschi e 700 mondiali!!! Chissà se ti annoi davanti alla tv..una volta ce lo dicesti...ma quante lingue conosci?
Rispondi Citando
  #62  
Vecchio 12-11-2007, 13:15
Gondar Gondar Non in Linea
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Eh si cara Wonder...Gondar è proprio forte!!! E' un ottimo narratore...io ce lo vedrei come scrittore...soprattutto per bimbi...ha un modo di porsi così ingenuo e pulito che sarebbe una super star soprattutto per i più piccoli...(anche ai grandi piace...difatti siamo noi a constatarlo...)
Accipicchia Wonder 35 canali tedeschi e 700 mondiali!!! Chissà se ti annoi davanti alla tv..una volta ce lo dicesti...ma quante lingue conosci?
Ciao, Deliziosa. Tu hai il potere e la capacità di farmi arrossire. Sei troppo buona con me e ti sono, credimi, assai grato per quello che dici. Intanto sto raccontando questa storia perchè è la mia storia. Che fa vibrare, come ho già detto ad Hurt in altra circostanza, ogni cellula del mio essere. Sarei del tutto impreparato se non incapace , ahimè, di inventarmene una. Gondar.
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  #63  
Vecchio 12-11-2007, 13:03
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(ehhh, capirai, dici tu, con quello che danno - ma devi sapere che ho un satellite con 35 canali tedeschi e altri 700 di tutta la terra a nord dell'equatore, e quindi danno, danno!) quando trovo una tua puntata con filmati e tutto, che risate!!!


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Ciao, Wonder. Sono felice che tu segua costantemente la mia storia tanto da preferirla ai molteplici programmi satellitari. Mi riempie di orgoglio e di gioia . Ma a tale proposito, mi dici come fai trasferire le mie puntate, se ho capito bene, sul tuo TV? Gondar.
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  #64  
Vecchio 12-11-2007, 23:30
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Ciao, Wonder. Sono felice che tu segua costantemente la mia storia tanto da preferirla ai molteplici programmi satellitari. Mi riempie di orgoglio e di gioia . Ma a tale proposito, mi dici come fai trasferire le mie puntate, se ho capito bene, sul tuo TV? Gondar.
No, Gondar, mi sono espressa male, non trasferisco niente sulla TV (so che si può fare usando un solo grande monitor sia per la TV che per il PC, ma non ho l'equipaggiamento), dicevo nel senso che la TV resta spenta e io appiccicata al computer!

Le lingue? Non sono tante che parlo, sono tedesca di nascita e quella è la mia madrelingua, l'inglese lo so bene, l'italiano abbastanza e basta. Tutti gli altri canali di Hotbird non li capisco, ma è buffo vedere come la TV è uguale ovvunque, nel pomeriggio vendono gli elettrodomestici e gioielli alle massaie nello Jemen, in Marocco e in Bulgaria come anche da noi. La sera fanno i spettacoli musicali con musica araba, greca o israeliana come se fosse Raffaella Carrà. Al Jazeera è uguale a CNN, grafica e tutto. Il mondo è diventato un paese!
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  #65  
Vecchio 26-11-2007, 16:00
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caro colonello,la collaborazione con un sito ke nn ha a che fare con elvis ma ke da l'opportunità di divulgare elvis la vedo un ottima idea,quello ke secondo me si può fare è descrivere elvis in modo diverso dal discorso ke hai cominciato qui.mi spiego,va a raccontare li elvis ,magari in modo diverso,racconta la sua storia vista nn dai tuoi occhi ma da quelli del mondo,cos'è ke ha combinato quel ragazzo,xkè si è arrivati a definirlo re del rock,xkè ancora oggi è il numero 1????

secondo è questo quello ke c'è da fare...metti su righe le emozioni ke elvis ha saputo regalare attraverso la cronologia dei fatti!!!!

sxo di essermi spiegato
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  #66  
Vecchio 26-11-2007, 19:13
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caro colonello,la collaborazione con un sito ke nn ha a che fare con elvis ma ke da l'opportunità di divulgare elvis la vedo un ottima idea,quello ke secondo me si può fare è descrivere elvis in modo diverso dal discorso ke hai cominciato qui.mi spiego,va a raccontare li elvis ,magari in modo diverso,racconta la sua storia vista nn dai tuoi occhi ma da quelli del mondo,cos'è ke ha combinato quel ragazzo,xkè si è arrivati a definirlo re del rock,xkè ancora oggi è il numero 1????

secondo è questo quello ke c'è da fare...metti su righe le emozioni ke elvis ha saputo regalare attraverso la cronologia dei fatti!!!!

sxo di essermi spiegato
Constato, caro Guitarman, che oltre alla tua opinione non sono giunte altre, almeno fino ad ora. Ti ringrazio intanto per il tuo suggerimento. Debbo però farti presente che mi sarebbe difficile se non impossibile descrivere "con gli occhi del mondo" la figura di Elvis. Questo compito spetta ed è degli scrittori professionisti, di coloro che hanno fatto le ricerche in loco avendo accesso a materiale di prima mano. Io quello che posso fare, nel mio piccolissimo, è raccontare la figura di Elvis attraverso "i miei occhi, le mie sensazioni, le mie passioni". Non mi voglio cimentare oltre perchè, come ho già detto in altre occasioni, non mi sento di sostituire un professionista. Senza contare che sono tantissimi quelli che già lo fanno. Insomma io posso soltanto mettere una lente di ingrandimento su una porzione della vita di Elvis da tutti risaputa per leggere ciò che apparentemente appare illeggibile. Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 26-11-2007 19:17
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  #67  
Vecchio 26-11-2007, 19:51
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il mio suggerimento era ,se possibile ,x separare le cose

anche perchè sono sicuro riusciresti in entrambe le imprese
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  #68  
Vecchio 26-11-2007, 20:17
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il mio suggerimento era ,se possibile ,x separare le cose

anche perchè sono sicuro riusciresti in entrambe le imprese
Non hai tenuto presente che la giornata è fatta di 24 ore. Per fare quello che dici tu dovrei rinunciare a qualcosa. Debbo rinunciare al Forum di grazielvis? L'avrei già fatto se avessi voluto. Comunque, aspetto cosa mi suggeriscono gli altri amici del Forum e poi vedremo il da farsi. Gondar.
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  #69  
Vecchio 26-11-2007, 22:01
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Non hai tenuto presente che la giornata è fatta di 24 ore. Per fare quello che dici tu dovrei rinunciare a qualcosa. Debbo rinunciare al Forum di grazielvis? L'avrei già fatto se avessi voluto. Comunque, aspetto cosa mi suggeriscono gli altri amici del Forum e poi vedremo il da farsi. Gondar.
La mia opinione conosci già: al tuo posto, raccoglierei tutte le puntate del tuo delizioso racconto in un piccolo libro, sarà un'autobiografia divertente e piena di vita vissuta e anche la storia di Elvis visto da quel ragazzo di Apulco.

Voglio dire, la storia di Elvis è stata descritta da tanti, tantissimi. Ma la storia di Gondar che cambia il suo corso (forse, vedremo), la sua vita interiore, i suoi valori e orizzonti per causa di Elvis, questo sì che è una storia interessante! Comunque.... continua!!!
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  #70  
Vecchio 27-11-2007, 19:15
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Gondar sei un mito
domenica sera ero vicinissimo al ku shin kai....ho un caro amico (nonchè mio testimone di nozze) in quella ridente cittadina, che tra le altre cose amo tantissimo......................purtroppo sono sposato da poco (oggi un mese)..di cui 15 giorni negli states.......è tutto un susseguirsi di zii, cugini suoceri e vabbè.........altrimenti sarei certamente venuto a trovarvi........
un abbraccio..............
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  #71  
Vecchio 27-11-2007, 20:38
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Gondar sei un mito
domenica sera ero vicinissimo al ku shin kai....ho un caro amico (nonchè mio testimone di nozze) in quella ridente cittadina, che tra le altre cose amo tantissimo......................purtroppo sono sposato da poco (oggi un mese)..di cui 15 giorni negli states.......è tutto un susseguirsi di zii, cugini suoceri e vabbè.........altrimenti sarei certamente venuto a trovarvi........
un abbraccio..............

Non mi dire, Pino71. Questa è una notizia shock. Tu guarda! eri a due passi. Altro che sorpresa sarebbe stata se ti fossi affacciato. Peccato. Poi magari mi ragguagli con un msg privato di questo tuo amico. Auguri ancora per il tuo matrimonio e andando negli States, magari sarai andato a visitare il nostro mito a Graceland. Se così fosse, ragguagliaci in merito. Gondar.
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  #72  
Vecchio 28-11-2007, 09:59
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Non mi dire, Pino71. Questa è una notizia shock. Tu guarda! eri a due passi. Altro che sorpresa sarebbe stata se ti fossi affacciato. Peccato. Poi magari mi ragguagli con un msg privato di questo tuo amico. Auguri ancora per il tuo matrimonio e andando negli States, magari sarai andato a visitare il nostro mito a Graceland. Se così fosse, ragguagliaci in merito. Gondar.
questo è un piccolo resoconto del mio viaggio a Graceland
http://www.grazielvis.it/forum/showthread.php?t=4438
per il resto ti mando un pm.....
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  #73  
Vecchio 28-11-2007, 18:33
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Inutile dirti, caro Pino71, che mi sono perso il "live" della tua invidiabile esperienza che, per come ce l'hai descritta, è parso di viverla al tuo fianco. Quindi complimenti anche per la tua coinvolgente "narrativa". Ma quello che mi ha sorpreso in particolare è la tua "certosineria" che, anche grazie al conforto e all'agevolazione da parte della tua sposa, è stata davvero invidiabile. Grazie per quello che hai fatto per tutti noi. Soggiungo per l'altra faccenda che sa di casualità "quanto piccolo è il mondo". Gondar.
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  #74  
Vecchio 01-12-2007, 11:01
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Ge714 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

La delusione

Elvis, pur sapendo in cuor suo di non aver dato il meglio di sé, non ebbe il coraggio di chiedere al sig. Phillips di voler ascoltare il pezzo appena inciso, per indurlo magari a ripetere l’incisione. Né da parte di costui c’era stata alcuna manifestazione che gli potesse far capire che era interessato o meno a lui. Lo sconforto si fece sempre più evidente. Elvis non gli toglieva gli occhi di dosso, erano puntati disperatamente su quell’uomo, come un bambino al capezzolo della sua mamma, elemosinandogli uno sguardo , cercando di cogliere un suo pur piccolo gesto, un sorriso, persino un rimprovero , un disappunto. Il Signor Phillips, invece, era testardamente indaffarato, impegnato alla consolle, regolando i tasti, muovendo i vari bottoni e le numerose levette, per il risultato finale di produrre quel disco, uno dei tanti e sembrava addirittura che avesse fretta di concludere dal momento che ogni tanto guardava l’orologio da polso. Ma uno sguardo verso quel povero giovane manco a parlarne. Ciò non fece che accrescere in Elvis la convinzione che c’era sempre un qualcosa che limitasse il suo modo di fare. Sapeva, ad esempio, di non essere in grado di socializzare facilmente, che difficilmente prendeva iniziative anche se in cuor suo aveva tanta voglia di farlo e, come se non bastasse, c’era quella maledetta timidezza che lo attanagliava ogni volta che si trovava o si sentiva sotto esame. Non sapeva né come né perché tutto questo gli succedeva. Sapeva però quando succedeva. Anche a scuola era timoroso ogni volta che veniva interrogato. Non riusciva ad essere spigliato come tanti altri della sua classe. Eppure lui le cose le sapeva, perché a scuola era sempre attento alle lezioni ed avendo una memoria di ferro, non gli veniva difficile studiare quel tanto che bastava a casa per poi tornare in classe preparato come si conveniva. Ma il dramma si svolgeva sempre e puntualmente quando veniva interrogato ove, al cospetto della sua insegnante , si bloccava riuscendo a malapena a tirar fuori un filo di voce fino a diventare un timido sussurro. Non ebbe quindi la forza di dire a quel signore in cabina se era il caso di ripetere la registrazione perché la riteneva invalidante, no, non ce la fece proprio a chiederglielo anche se era lì per li per farlo. E si lasciò cullare dalle onde di quel mare che lo portava alla deriva di se stesso, del suo destino. E rivolse persino alle sue spalle uno sguardo supplichevole ed implorante verso la signora Keisker la quale gli sorrise con approvazione ma nulla di più. Non colse la disperazione che era in lui. Ed Elvis si convinse di affrontare quel momento con le uniche armi che aveva a sua disposizione: la tenacia e la sua voce tremolante. Era con questo stato d’animo che attaccò, al segnale del Sig. Phillips che indicava con la mano la luce rossa appena accesa, il secondo pezzo intitolato “That’s when Your Heartaches Begin”. Fu così che partorì quel secondo pezzo, lato “B” di un acetato qualsiasi, in un giorno qualsiasi, nel bel mezzo di una sala di incisione qualsiasi, in una città del mondo qualsiasi, di un uomo che di “qualsiasi” aveva però solo le sembianze. Silenzio ancora una volta in sala ed ascoltiamo, (per gentile concessione e collaborazione del nostro amico Clint Reno) come se fosse la prima volta, questa seconda ballata del nostro idolo.




If you find your sweetheart in the arms of a friend
That's when your heartaches begin
When dreams of a lifetime must come to an end
That's when your heartaches begin

* Love is a thing you never can share
When you bring a friend into your love affair
That's the end of your sweetheart, that's the end of your friend
That's when your heartaches begin

(Spoken)
If you find your sweetheart in the arms of your best friend
Brother, that's, that's when your heartaches begin
And you know, when all of your dreams, when all of your dreams of a lifetime
Must must all come to an end
Yeah, that's, that's when your heartaches begin
For you see love is a thing that you never can share
And you know ... when you bring a friend, uh, into your love affair

That's the end……………………………………..(of your sweetheart, that's the end of your friend
Well, that's when your heartaches begin)

Anche qui qualche biografo quale può essere, ad esempio, Peter Guralnick, verso il quale nutro grande stima e molta deferenza per come abbia obbiettivamente tracciato la vita di Elvis Presley, si è trovato a dover immaginare, forse più di quanto io stesso stia facendo con questo mio scritto, che Elvis abbia concluso questo brano dicendo “Ho Finito”, come parte staccata dal testo del brano medesimo. Io ritengo invece che sia successo qualcosa di altro e non ci sono che due sole probabilità che potrebbero aver determinato questa strana conclusione. La prima è che Phillips gli abbia fatto segno dalla cabina di regìa di “tagliare” forse perchè la parte parlata la ritenesse piuttosto lunga ed il giovane Elvis sia stato costretto a troncare rimarcando quel “that’s the end”, che altro non erano che le parole testuali della canzone. Ma ciò che personalmente io credo che sia successo, è che Elvis non ne potesse davvero più di continuare quella ballata ritenendola decisamente brutta ed impresentabile. Vero è che, terminata la strofa parlata, abbia voluto sottolineare “that’s the end” come un suo disperato tentativo di farla finita. Conoscendo la perfezione con cui Elvis curava i pezzi da incidere, come abbiamo potuto constatare col senno di poi, sono propenso per questa seconda ipotesi. Infatti, ascoltando il brano più volte, è innegabile dedurne che questa ballata sia stata eseguita come per dovere d’ufficio, con insufficienza, svogliatezza e scarsissimo trasporto. Tutto perché Sam Phillips non si era curato di lui quel tanto che gli potesse infondere un po’ di coraggio e di entusiasmo. Ma sappiamo bene che quella era la giornata sbagliata. Come se non bastasse, il destino volle ancora giocare con l’animo esasperato di Elvis. Sam, infatti, facendo capolino dalla vetrata della cabina di regìa, ebbe a comunicargli, seppure con gentilezza ma con un atteggiamento che non ammetteva repliche, che lo trovava “interessante” e che se si fosse presentata l’occasione lo avrebbero chiamato. Marion Keisker , intanto, che era rimasta tutto il tempo a seguire lo svolgimento dell’incisione, gli si avvicinò con quel sorriso ormai familiare dicendogli di seguirlo alla reception. Qui le sedette di fronte e aspettò che Marion terminasse di battere a macchina le copertine dell’acetato, con i titoli dei brani ed il suo nome. Elvis era spompato . Non si sforzò più di tanto nel voler cercare di intavolare un qualsiasi dialogo con la donna. Ma fu costei , presentendo lo stato d’animo del giovane, ad aprirgli la strada dicendo “sai, Elvis, sei davvero bravo, complimenti”. E lui, risorgendo come dalle ceneri, alzò il capo replicando “pensa davvero che….ehm.. io…ehm….sia stato bravo?”. “Certo” continuò lei “hai qualcosa che gli altri non hanno”. “Davvero?” proseguì il giovane “cos’avrei, secondo lei,…..ehm.. di diverso?”. “Non so, non saprei spiegarmi, ma sento che hai qualcosa di speciale”. Dicendo questo, gli consegnò l’acetato. Elvis si alzò dalla sedia, le diede la mano e guardandola con tenerezza negli occhi, la ringraziò e finì per chiederle se conosceva qualche gruppo di musicisti a cui poteva interessare un cantante. “No, al momento, no, non saprei, però fatti vedere ogni tanto; non è improbabile che capiti qualche gruppo che ne faccia richiesta”. Elvis, la ringraziò ancora una volta ed uscì, tutto frastornato ma stranamente con un non so che di insoddisfazione, all’aria aperta col suo disco tra le mani, allontanandosi dal Memphis Recording Service e dirigendosi verso la sua vecchia Lincoln. "Perchè", si chiedeva, "il Signor Phillips non ha voluto scambiare qualche parola? Oh, quanto avrei dato pur di sentirmi dire da lui qualcosa che mi risollevasse il morale". E stava per tornare indietro. Almeno per salutarlo. Si fermò un attimo. Poi ci ripensò e rigò dritto sconsolato verso il vicino parcheggio. Tutto questo accadeva quando erano le 14,00 di quel sabato di fine luglio del 1953……..continua

Gondar

Ultima Modifica di Gondar : 23-01-2008 19:39
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  #75  
Vecchio 17-12-2007, 18:57
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Gondar devo proprio farti i complimenti!!!!! Hai azzeccato la canzone giusta!!!L'Ave Maria per me rimane una delle canzoni più belle e strazianti(ovviamente nel senso positivo del termine), poi insieme al tuo scritto....facevo fatica a finire di leggere..dal magone...
Complimenti davvero!!!!!!
e grazie per i tuoi racconti!!!!!!!
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  #76  
Vecchio 17-12-2007, 19:42
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Ciao caro Gondar! Sì...è proprio così...l'intera famiglia Presley(Smith) è stata sempre segnata dal dolore...da prima della nascita di Elvis fino a dopo la sua morte...
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  #77  
Vecchio 17-12-2007, 20:46
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Ciao caro Gondar! Sì...è proprio così...l'intera famiglia Presley(Smith) è stata sempre segnata dal dolore...da prima della nascita di Elvis fino a dopo la sua morte...
Ciao, Deliziosa. E' da un pezzo che non ti sentivo. Sì, è vero, Elvis ha sempre sofferto. Secondo me prima e anche dopo il successo. Gondar.
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  #78  
Vecchio 17-12-2007, 19:43
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Grazie Gondar per il video con l'Ave Maria di Celine Dion. L'Ave Maria di Schubert rimarrà sempre bellissima..... e pensare che la Chiesa l'aveva bandita dalle cerimonie perchè Schubert era ateo....mah!!!

Mentre l'ascoltavo ho provato ad immaginare che la cantasse ELvis......... penso che l'avrebbe resa un gioiello ancora più bello!!
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  #79  
Vecchio 17-12-2007, 20:54
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

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Grazie Gondar per il video con l'Ave Maria di Celine Dion. L'Ave Maria di Schubert rimarrà sempre bellissima..... e pensare che la Chiesa l'aveva bandita dalle cerimonie perchè Schubert era ateo....mah!!!

Mentre l'ascoltavo ho provato ad immaginare che la cantasse ELvis......... penso che l'avrebbe resa un gioiello ancora più bello!!
Hai ragione, Hurt. Elvis l'avrebbe resa un gioiello. E chissà quante volte avrà rinviato questa esecuzione. Sono certo che nella sua mente l'avrà avuta in programmazione. Per quanto riguarda Schubert, non so se "esternava" il suo ateismo. Una cosa è certa: tutti sanno che l'Ave Maria, la lode la più bella, è di Schubert. Una cosa così non può che nascere dal cuore, per una fede e bellezza immense. E allora? Gondar.
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  #80  
Vecchio 19-12-2007, 19:30
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Predefinito Re: Elvis: l’Extra Terrestre

Questa seconda ed ultima parte di Elvis Presley bambino la voglio dedicare, come promesso, alla cara amica Wonderofyou per il compimento dei suoi anni.

(Si raccomanda di tenere sempre in funzione il clip di Celine Dion mentre si è intenti a leggere questa seconda ed ultima parte del racconto di Elvis bambino.)



Un giorno Elvis si trovava a giocare in giardino, in prossimità del confine con i vicini di casa. Non gli sarà passato inosservato qualche dialogo tra donne che, seppure con fare sommesso, potrebbero verosimilmente aver detto così di lui. Voce 1 “povero bambino, quanto soffrirà in cuor suo; voce 2 “perché, a chi appartiene questo bambino?”; voce 1 “sai, sua madre è una cugina dei Richards e suo padre è stato in galera”; voce 2 “uh, ma davvero? Povero piccolo, ma cos’ha fatto il padre per finire in carcere?”; voce 1 “non so esattamente cosa abbia commesso, ma sicuramente sarà un cattivo elemento, la classica pecora nera della famiglia, un delinquente insomma; poi secondo me sua madre non sarà da meno dato che non fa che picchiarlo, povero bimbo”; voce 2 “ma che ha fatto il padre, ha ammazzato qualcuno?”; voce 1 “non saprei, si dice che abbia, d’accordo con altri malviventi, derubato qualcuno,”; voce 2 “ma di dov’è questa gente, non mi sembra siano di questi parti”; voce 1 “pare che la famiglia di questo bimbo abitasse, lassù, sai, sopra l’autostrada, nella zona est del paese”; voce 2 “ah, questo spiega tutto, sono della zona malfamata di Tupelo. Adesso che ricordo, questa famiglia non è parente del pastore Gains?”; voce 1 “sì, proprio così, la mamma di questo bambino è proprio la nipote del pastore Gains”. Elvis si sarà trovato ad ascoltare ciò che queste donne stavano dicendo tra di loro e provò un senso di vergogna e di paura da farlo fuggire di corsa sul retro della casa. Rannicchiatosi in un angolo, si pose il capo tra le ginocchia e si mise a piangere disperatamente, non sapendo cos’altro fare. “Se tutte quelle brutte cose stanno accadendo”, pensava, “la colpa è solo mia, perché sono un monello e li faccio soffrire. Per questo non mi vogliono più bene”. Beh, forse il piccolo Elvis aveva innocentemente colto il problema dal suo punto di vista. Ma la causa principale del comportamento del padre che lo vide ristretto nelle carceri di Parchman Farm era stato lo stato di estremo bisogno e avrebbe fatto, come purtroppo fece, qualsiasi cosa pur di non far mancare un minimo di sostentamento ai suoi cari. Era inoltre ossessionato dal pensiero che potessero ammalarsi. Sua moglie Gladys e suo figlio Elvis erano tutto ciò che lui aveva al mondo ed era suo preciso dovere badare a loro. Ad ogni costo. Il povero papà Vernon doveva provvedere al mantenimento della famiglia con un lavoro assai precario e poco redditizio da cui doveva tirar fuori mensilmente la quota di quel maledetto mutuo, contratto proprio con il signor Bean che poi lo denunciò alle autorità del paese. Ecco le vere ragioni che portarono Vernon ad accordarsi con suo cognato e con quel tale di nome Gable a commettere quell’unica azione poco pulita della sua vita. Il piccolo Elvis pensava, invece, che fosse solo colpa sua. E fu in quella circostanza che maturò in lui l’idea di scappare di casa e decise di metterla in pratica. Senza farsi vedere dai suoi, la sera preparò due pezzi di pane, li racchiuse in un fagottino e lo nascose sotto il suo lettino. Quando fu sicuro che mamma e papà dormivano , si vestì in tutta fretta senza farsi vedere né sentire, raccolse il fagottino di carta da sotto il letto, aprì pian pianino la porta di casa, la chiuse alle spalle con molta cautela. Era adesso per la strada, inghiottito dal buio, quel buio di cui Elvis aveva tanta paura. Per fortuna c’era uno spicchio di luna che rischiarava un tantino la strada. Doveva assolutamente allontanarsi da quella casa. Non gli volevano più bene e non c’era nessuna ragione al mondo che lui restasse ancora con loro. Papà era cattivo , diceva fra sé, faceva male alle altre persone. E poi non lo portava più al fiume a pescare come faceva di solito, non giocava più con lui e qualche volta gli dava anche le botte. Questa era la prova che non gli volesse più bene. E neanche mamma gli voleva più bene. Lo sgridava spesso, non lo lasciava parlare e quando piangeva, anziché sentire le ragioni del suo pianto, lo batteva pure. Sì, proprio così, anche sua madre non gli voleva più bene. Non c’era davvero nessun motivo per restare a casa. Doveva cercarsi un’altra mamma, pensava con le lacrime agli occhi, e un altro papà che lo amassero per davvero. Non come loro che sono cattivi cattivi cattivi. E giù a piangere in quella notte stellata ma pungente di fine febbraio. Anche gli angeli lassù in cielo piansero quella notte.



Scartò il fagottino, tirò fuori un tozzo di pane e, per farsi coraggio, incominciò ad azzannarlo e a masticarne i relativi pezzi come lui sapeva ben fare. Aveva freddo, tanto tanto freddo. Ed i suoi denti battevano tanto gli uni sugli altri. Ad un tratto sentì alle sue spalle un rombo di un’auto in avvicinamento, scappò verso il ciglio della strada nascondendosi dietro un grosso albero. La macchina gli passò oltre e lui riprese a camminare lungo la strada senza sosta nella notte buia verso l’ignoto, piangendo, sempre piangendo e poi persino urlando alla luna, anch’essa mesta e malinconica, lassù. Poi un dubbio atroce lo assalì. Sì, egli stava andando alla ricerca di una nuova mamma e di un nuovo papà. E se poi questi, oltre a non volergli bene, gli facevano anche del male? In fondo, pensava, non avrebbe rappresentato nulla per loro. Cosa avrebbe potuto fare poi lui, così piccolo ed indifeso, per sottrarvisi? E giù a piangere a dirotto, a squarciagola con tutto il fiato che aveva in corpo. Ora incominciò a guardarsi indietro, nostalgico, si fermò al centro della strada nel tentativo di cogliere un movimento familiare. Ecco, qualcosa si muoveva in fondo alla strada. Vide in lontananza due grandi occhi illuminati che si avvicinavano e lui si mosse impaurito ancora una volta verso il marciapiede, vi salì, si nascose dietro un cespuglio e scrutò quelle due luci ormai vicine. Il rumore del motore, che gli era familiare, era quello prodotto dal camioncino di suo padre che si fermò all’altezza del cespuglio. Lo vide uscire dalla macchina e, guardando verso il cespuglio, si sentì chiamare “Elvis, ehi Elvis, ti ho visto. Avanti, vieni fuori, andiamo a casa”. Di slancio il bimbo si lanciò tra le braccia del padre che lo accolse con dolce ma severa tenerezza. “Andiamo a casa, figliolo. Mamma è in pena per te”. Durante il tragitto, Elvis, imbarazzato, come lo può essere un bimbo di quella età ed in simili circostanze, si mise a rosicchiare l’altro pezzo di pane, giusto per colmare quel vuoto prodotto dal silenzio che si era creato nell’abitacolo del camioncino. Mamma Gladys era sulla veranda della casa, ansiosa e tremolante ad attenderli, e quando vide scendere il suo piccolo, gli andò incontro, lo avvolse in una coperta e, con le lacrime agli occhi e con le braccia aperte, lo strinse a sé forte forte e gli sussurrò dicendo: “grazie al cielo sei qui, Elvis caro. Ti prego, anima mia, se non vuoi farmi morire di crepacuore, non farlo mai più, mai più. Devi promettermelo”. Elvis annuì con decisione. Dopo un po’ il padre ruppe l'incanto con una voce rotta dall’emozione: “Vieni qui, El. Adesso vieni qui da me”. Elvis, divincolatosi dal tenero abbraccio di sua madre e, intuendo le ragioni dell’esortazione di suo padre, gli andò incontro, si fece riporre sulle sue ginocchia e si lasciò sculacciare senza emettere un solo grido. Finita la punizione che altro non era che una carezza, Elvis volle che il suo papà lo prendesse in braccio. Appena sollevato, gli baciò con trasporto più volte la guancia, ormai convinto che mamma e papà non avevano mai smesso, neanche per un solo istante, di volergli bene. Ora potevano tutti e tre finalmente andare a letto. E, recitata per la seconda volta la preghiera della sera assieme alla madre, si addormentò. Felice di essere ancora a casa. Intanto, là fuori, la luna si fece più splendente e le stelle più brillanti. Quel piccolo smarrito soldino di cacio aveva ritrovato la strada di casa. Ora anche loro, lassù, erano più tranquille. (Fine seconda ed ultima parte di Elvis bambino).

Felice Natale, amici miei. Con tutto il cuore.

Gondar.

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  #81  
Vecchio 20-12-2007, 00:35
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ANCHE A TE CARO GONDAR, AUGURI DI CUORE...
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  #82  
Vecchio 20-12-2007, 12:23
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Appena sollevato, gli baciò con trasporto più volte la guancia, ormai convinto che mamma e papà non avevano mai smesso, neanche per un solo istante, di volergli bene. Ora potevano tutti e tre finalmente andare a letto. E, recitata per la seconda volta la preghiera della sera assieme alla madre, si addormentò. Felice di essere ancora a casa. (Fine seconda ed ultima parte di Elvis bambino).

Felice Natale, amici miei. Con tutto il cuore.

Gondar.

Mamma mia che apprensione e che ansia!!! Poveri mamma e papà e soprattutto povero Elvisino...così angosciato e triste...
Certo...un abbraccio davvero commuovente...
Se Elvis è stato così unico...certamente è stato anche merito della sua cara mamma e del suo caro papà!!!

Buon Natale anche a te, caro Gondar...auguri di tanta serenità e felicità!!!!
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  #83  
Vecchio 17-12-2007, 20:43
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Gondar devo proprio farti i complimenti!!!!! Hai azzeccato la canzone giusta!!!L'Ave Maria per me rimane una delle canzoni più belle e strazianti(ovviamente nel senso positivo del termine), poi insieme al tuo scritto....facevo fatica a finire di leggere..dal magone...
Complimenti davvero!!!!!!
e grazie per i tuoi racconti!!!!!!!
Ti sono grato, caro Crispi, per le tue parole e ti sono ancora più grato per esserti aggiunto ai miei lettori. Inoltre ti do il mio benvenuto più sincero nel meraviglioso mondo del nostro Forum. Gondar.
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  #84  
Vecchio 20-12-2007, 00:30
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Gondar, grazie di cuore per la tua dedica e per il bellissimo racconto!!! Mi sono commossa per entrambi e sopratutto per la tua grande sensibilità.
Un felicissimo Natale anche a te!!!
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  #85  
Vecchio 01-01-2008, 09:55
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Gondar, grazie di cuore per la tua dedica e per il bellissimo racconto!!! Mi sono commossa per entrambi e sopratutto per la tua grande sensibilità.
Un felicissimo Natale anche a te!!!
Anche se con un po' di ritardo, cara Wonder, mi piace salutarti questa bella prima mattina del nuovo anno auspicandoti solo gioia gioia e ancora gioia per i prossimi 365 giorni e grazie infinite per le tue espressioni piene di gioia e di lacrime per il nostro amato Idolo. Gondar.
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  #86  
Vecchio 20-12-2007, 12:34
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Grazie ancora Gondar per i tuoi racconti così emozionanti...
E ne approfitto anch'io per augurarti un buon Natale!!!!
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  #87  
Vecchio 28-12-2007, 20:48
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Grazie ancora Gondar per i tuoi racconti così emozionanti...
E ne approfitto anch'io per augurarti un buon Natale!!!!
Grazie, caro Crispi, per gli affettuosi auguri che ricambio di vero cuore per le festività in corso. Gondar.
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  #88  
Vecchio 31-12-2007, 19:53
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Ge743 Re: Elvis Presley: l’Extra Terrestre

Il primo amore di Elvis
(1^ parte)

In concomitanza con l’ultimo vano tentativo di indurre Sam Phillips ad accorgersi di lui, Elvis decise nel gennaio del 1954 di iniziare a frequentare la chiesa “Assembly of God” dislocata a McLemore Avenue a sud di Memphis, recandovisi a volte con la sua Lincoln ed a volte servendosi di uno dei tre autobus, che aveva la fermata proprio davanti a casa sua, che raccoglievano ogni domenica mattina i fedeli che non avevano l’auto. Della Assembly of God facevano parte un coro di cento elementi con a capo il già famoso James Blackwood ed un quartetto denominato “The Songfellows” il cui leader era Cecil Blackwood, nipote di James.



I due gruppi si alternavano con trasporto ed efficacia rendendo le funzioni religiose estremamente piacevoli ed interessanti. Inutile dire che Elvis girava attorno alle due formazioni al fine di cogliere l’occasione per unirsi a loro. Ma le probabilità di poterne fare parte, vuoi per la loro impenetrabilità, vuoi per la vocazione alla timidezza di Elvis, erano piuttosto remote. In compenso, però, ebbe modo di conoscere una bella e brava ragazza di nome Dixie Locke che frequentava lo stesso suo corso seminaristico per l’approfondimento del Libro Sacro della Bibbia. E fu durante questa frequentazione che i due si intercettarono per finire poi per incontrarsi alla pista di pattinaggio del “Rainbow Rollerdrome” nella zona periferica del sud-est di Memphis. Sia per Elvis che per Dixie rappresentò la prima esperienza d’amore. “Era un ragazzo molto diverso dagli altri, tanto da non passare inosservato” ebbe a dire Dixie anni dopo al suo intervistatore, “era decisamente bello, con una capigliatura folta lunga bionda e ribelle, vestiva stravagante secondo la moda “hillbilly” dell’epoca e dai modi accattivanti. Ne rimasi affascinata dalla sua compostezza mentre seguiva le lezioni e dalla sua eleganza espressiva. I nostri sguardi si incrociarono in più circostanze ed ogni volta provavo un sentimento sempre più forte da togliermi il fiato. Mi innamorai di lui ancor prima di parlarvici. Constatando che lui indugiava nel proporsi, mi venne spontaneo fare il primo passo. Infatti, durante una chiacchierata in chiesa tra amiche, sapendolo nei pressi, feci in modo di attirare la sua attenzione mentre concordavo con le amiche di vederci il successivo sabato sera alla pista di pattinaggio. Naturalmente non vidi l’ora che arrivasse quel sabato, non per la sola curiosità ma per appurare se aveva raccolto il mio anelito. E quando finalmente quella sera arrivò, mi venne un tuffo al cuore nel constatare che lui era già lì, con i pattini ai piedi, appoggiato alla sbarra, con un’aria disinvolta e apparentemente distratta. Vestiva un completo nero da torero con due bande laterali rosa pallido sui pantaloni ed una camicia bianca dalla tessitura sgargiante. Nel vedermi, lui non si mosse, anche se i suoi malcelati sussulti lo costrinsero a girare più volte su se stesso, riuscendo a tenersi ben saldo alla sbarra. Non mi ci volle molto a capire che non sapeva pattinare. Provai una indicibile tenerezza e, non pensandoci due volte, mi staccai dalle mie amiche per avvicinarmi a lui con il pretesto di averlo già visto in seminario. Naturalmente ci presentammo, nonostante ognuno di noi già sapesse il nome dell’altro. Ricordo che Elvis fu talmente felice della mia iniziativa che mi propose con un garbato invito di andare a bere con lui una coca cola al bar della pista. Ci sedemmo e parlammo, parlammo tantissimo quel sabato sera da non dare più importanza alcuna alle sessioni di pattinaggio cui io dovevo partecipare. Avrei voluto, nonostante le conseguenze che mi aspettavano da parte dei miei, che la serata non finisse mai. Non esisteva nessuno al mondo al di fuori di noi due in quei magici momenti. Nonostante non avessi mai fatto così tardi prima di quella sera e sebbene fossi al mio primo appuntamento d’amore, accettai senza indugio di recarmi al non lontano Drive-in nella cui Lincoln di Elvis avvenne il primo innocente ed indimenticabile bacio. E fu proprio così che iniziò il nostro meraviglioso rapporto”. Questi i ricordi di Dixie. E quali sarebbero stati invece quelli di Elvis? Occorre dire che Elvis Presley, durante la settimana che precedette quell’incontro, non fece altro che pensare a quella ragazza che gli procurava già da tempo una indescrivibile sofferenza interiore, sino ad allora sconosciuta, che lo faceva stare male ma che nel contempo lo rendeva straordinariamente vivo. Diverse erano state le notti insonni pensando a quella ragazza. Realizzava che il suo cuore gli batteva forte in petto ogni volta che i loro occhi si incrociavano e lui, incapace di reggerne l’intensità, finiva per abbassare per prima lo sguardo . Quegli sguardi gli procuravano uno strano malessere e gli trasmettevano sensazioni mai provate. Tutto questo succedeva per la prima volta; e con lei. Aveva scoperto, inoltre, di essere estremamente geloso, specie quando la vedeva intrattenersi a parlare con i vari ragazzi del corso e nonostante facesse di tutto per attirare l’attenzione, aveva l’impressione che lei non si accorgesse di lui. Ed Elvis per questo soffriva, soffriva così tanto da sanguinargli il cuore. Ogni qualvolta che si trovava in questo stato di atroce sublimazione, gli veniva spontaneo ed indispensabile attaccarsi alla sua chitarra per dare vita a struggenti canzoni molto simili a quella che sarebbe poi stata una delle sue più stupende creazioni interpretative quale “Love me tender”, già latente nel profondo del suo animo, per esprimere le sue più dolci sensazioni d’amore.





Durante tali esibizioni, per le straordinarie emozioni che provava, riusciva a tirar fuori il meglio dalla sua voce, che gli risultò più bella, arrendevole, modulata, carezzevole, nonché dolce e potente. Se Sam, egli pensava, avesse potuto sentirlo in quei magici momenti di alta ispirazione emotiva, forse non sarebbe rimasto indifferente. Come non era rimasta indifferente sua madre Gladys mentre era un pomeriggio in cucina e suo figlio in camera da letto, che si deliziava e la deliziava con quelle canzoni che sprigionavano un particolare stato d’animo che non poteva significare che l’amore era finalmente arrivato per il suo figliolo. Gladys era così felice di questa sua intuizione che non resistette dal chiederglielo con quel tatto che solo una mamma può avere nei confronti di un figlio. Ed Elvis, quasi infastidito dalla precoce scoperta di sua madre, finì per dirle che si sbagliava, ma che se gli fosse capitato di conoscere una ragazza che faceva per lui, lei sarebbe stata ovviamente la prima a saperlo. Elvis, per la verità, dovette mentire per non doverle poi dare un dispiacere nel caso le cose non fossero andate per il giusto verso. Il suo interesse, comunque, per quella ragazza diventò così forte, così prepotente, da indurlo a trascurare, seppure momentaneamente, le sue regolari capatine alla Sun Records. (continua)

Per intanto ai miei cari amici lettori del Forum di Grazie Elvis, ma non solo del Forum di Grazie Elvis, auguro un mondo di bene e di gratificanti soddisfazioni per l'intero rotondo anno 2008.......da trascorrere sempre di più e felicemente con il nostro amato idolo. E di questa fine d'anno? Il mio auspicio è.................................. che non abbia mai fine.

Gondar.

Ultima Modifica di Gondar : 19-01-2008 14:01
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  #89  
Vecchio 01-01-2008, 04:07
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GeA109 Re: Elvis: l’Extra Terrestre

grazie gondar... auguro anche a te un mondo di bene, e spero che questo 2008, sia ricco di tante tante storie, raccontate da te.personalmente, leggendo quello che scrivi,mi trasmetti dolcezza e un'infinita tenerezza hai la capacità di farmi isolare la mente da tutto il resto, e immaginare di essere catapultata indietro nel tempo osservando, da un'angolino, quello che accadeva ad elvis attraverso le tue parole. quindi grazie ancora, e ti prego.....non fermarti.
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  #90  
Vecchio 01-01-2008, 09:45
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grazie gondar... auguro anche a te un mondo di bene, e spero che questo 2008, sia ricco di tante tante storie, raccontate da te.personalmente, leggendo quello che scrivi,mi trasmetti dolcezza e un'infinita tenerezza hai la capacità di farmi isolare la mente da tutto il resto, e immaginare di essere catapultata indietro nel tempo osservando, da un'angolino, quello che accadeva ad elvis attraverso le tue parole. quindi grazie ancora, e ti prego.....non fermarti.
Grazie, cara amica Perlanera, per il bene che infondi nel mio animo con le tue parole sempre gentili ed incisive. Credo che mi fermerò solo quando qualcuno me lo chiederà o quando vedrò che scemeranno gli ingressi nel mio topic. Pensa, c'è una media di 50-60 contatti ogni volta che posto un frammento di racconto. Data l'atmosfera che si è prodotta mi piace postare questo dolcissimo duetto tra Andrea Bocelli e Celine Dion "The Prayer". Dedicato agli animi puri e sensibili come te.



Chi più felice di me? Gondar.
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  #91  
Vecchio 01-01-2008, 12:56
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Gondar non fermarti mai a scrivere i tuoi racconti!!!!!!!
Grazie ai tuoi racconti mi sento più vicina al nostro Elvis e a ciò che provava e sentiva, cosa che provo anch'io leggendo i tuoi racconti...
Ti auguro un 2008 pieno di amore e felicità che tu possa avere ciò che desideri!!!
Da parte mia non smetterò mai a leggere i tuoi fantastici racconti!!!
P.S. Aspetto con ansia il seguito...
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  #92  
Vecchio 01-01-2008, 14:10
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Gondar non fermarti mai a scrivere i tuoi racconti!!!!!!!
Grazie ai tuoi racconti mi sento più vicina al nostro Elvis e a ciò che provava e sentiva, cosa che provo anch'io leggendo i tuoi racconti...
Ti auguro un 2008 pieno di amore e felicità che tu possa avere ciò che desideri!!!
Da parte mia non smetterò mai a leggere i tuoi fantastici racconti!!!
P.S. Aspetto con ansia il seguito...
Scusami, cara Crispi, se in passato avevo frainteso il tuo essere femminuccia. Sono oltremodo lieto per averti come mia fedele lettrice ed a tale proposito debbo dirti che in un futuro non proprio prossimo il mio racconto riserberà delle gradite sorprese. Grazie per la tua ostentazione riservata al mio modo di raccontare le emozioni di Elvis. E' un modo speciale per incoraggiarmi a continuarle con passione e leale devozione per il nostro impareggiabile Idolo. Il tuo augurio possa per davvero concretarsi nell'avere ciò che desidero: far bene al cuore degli elvisiani. Gondar.
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  #93  
Vecchio 01-01-2008, 15:44
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Buon Anno Nuovo, Gondar! Spero che ti porterà tutto quello che desideri, salute, serenità e gioia, e che porterà a noi tante nuove puntate del tuo splendido racconto!
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  #94  
Vecchio 01-01-2008, 19:42
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Buon Anno Nuovo, Gondar! Spero che ti porterà tutto quello che desideri, salute, serenità e gioia, e che porterà a noi tante nuove puntate del tuo splendido racconto!
Me lo auguro anche io, cara Wonder. E soprattutto auspico di sorprendere me stesso di saper sorprendere tutte le amiche e gli amici del Forum. Felice anno a partire da oggi. Gondar.
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  #95  
Vecchio 07-01-2008, 13:42
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Ciao caro Gondar, buon 2008!!!
Sono qui zitta zitta, aspettando con ansia il seguito!!!
Nelle feste mi sono letta tutto il tuo racconto dalla prima all'ultima pagina!!!!
Ti rinnovo i miei complimenti!!!
Ieri ti avevo scritto quasi un romanzo di complimenti ma poi al momento di mandarlo il mio pc è saltato ed è successo per quattro volte!!!!!!
E' per questo che scrivo velocemente perchè non vorrei ricapitasse!!!
Ciao. Crispi.
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  #96  
Vecchio 07-01-2008, 13:53
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Ciao caro Gondar, buon 2008!!!
Sono qui zitta zitta, aspettando con ansia il seguito!!!
Nelle feste mi sono letta tutto il tuo racconto dalla prima all'ultima pagina!!!!
Ti rinnovo i miei complimenti!!!
Ieri ti avevo scritto quasi un romanzo di complimenti ma poi al momento di mandarlo il mio pc è saltato ed è successo per quattro volte!!!!!!
E' per questo che scrivo velocemente perchè non vorrei ricapitasse!!!
Ciao. Crispi.
Sì, cara Crispi, anche a me è successo diverse volte che al momento di postare mi ha cancellato tutto. Però ho trovato un sistema per non farlo succedere più. Prima di postare o di rivedere l'anteprima, bisogna fare l'operazione di "copia" per poi fare "incolla" nel caso la permanenza in sito dovesse cessare. Immagino, cara Crispi, cosa avresti voluto dirmi e ti sono grato almeno quanto sarebbe stato il tuo scritto. Grazie.Gondar.
Rispondi Citando
  #97  
Vecchio 16-01-2008, 12:24
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Ciao Gondar non ti preoccupare noi aspettiamo!!!!!!!
Quando non ti senti in vena pensa a noi!!!!!
Un grosso abbraccio!!!!
Ciao.Crispi.
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  #98  
Vecchio 17-01-2008, 17:59
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Ciao Gondar non ti preoccupare noi aspettiamo!!!!!!!
Quando non ti senti in vena pensa a noi!!!!!
Un grosso abbraccio!!!!
Ciao.Crispi.
Adesso, ad esempio, sto pensando a voi. E mi carico. Gondar.
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  #99  
Vecchio 20-01-2008, 12:57
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Ciao Gondar!!!!!!!!
Guarda che ti sento carico!!!!!!!!!!

Ciao. Crispi.
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  #100  
Vecchio 20-01-2008, 16:29
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Ciao Gondar!!!!!!!!
Guarda che ti sento carico!!!!!!!!!!

Ciao. Crispi.
Ma, ultimamente cara Crispi, è bastato davvero poco per buttarmi giù. Il brutto è che per scaricarsi è stato sufficiente un attimo, ma per risalire la china temo che mi occorreranno ore se non giorni. Valla a capire la psiche umana. Ciao. Gondar.
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  #101  
Vecchio 20-01-2008, 19:38
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Ma, ultimamente cara Crispi, è bastato davvero poco per buttarmi giù. Il brutto è che per scaricarsi è stato sufficiente un attimo, ma per risalire la china temo che mi occorreranno ore se non giorni. Valla a capire la psiche umana. Ciao. Gondar.
Mi spiace Gondar. Vuol dire che aspetterò, non ti preoccupare!!!
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  #102  
Vecchio 16-01-2008, 22:48
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aspetteremo gondar!! avremo tanta pazienza, perchè sappiamo che ne sarà valsa la pena! segui il consiglio di crispi, quando non ti senti in vena pensa a noi e fai un piccolo sorriso. un bacione da perla!!!
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  #103  
Vecchio 05-02-2008, 10:42
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molto meglio priscilla!!!
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  #104  
Vecchio 05-02-2008, 10:57
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GRAZIE GUITAR... MI HAI FATTO VENIRE L'IDEA PER UN NUOVO TOPIC . VAI A VEDERE NELLA SEZIONE "TUTTO ELVIS".
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  #105  
Vecchio 07-02-2008, 08:57
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that's all right di elvis è del luglio 54,quella di cudrup è datata 1946 da diverse fonti...ho da sempre letto così...
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  #106  
Vecchio 07-02-2008, 12:22
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that's all right di elvis è del luglio 54,quella di cudrup è datata 1946 da diverse fonti...ho da sempre letto così...
Secondo quanto mi è dato da ricercare, Crudup l'ha scritta nel 1946 registrandola probabilmente due volte e l'ultima sembrerebbe incisa, stando a Wikipedia, nel 1954. Sto ancora impazzendo per coglierne la verità. Anzi, a questo proposito mi hai fatto venire un'idea. Gondar.
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  #107  
Vecchio 07-02-2008, 12:30
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sto cercando una foto del disco originale x scoprirne la data d'incisione ma nulla,non vi è foto...
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  #108  
Vecchio 07-02-2008, 12:37
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sto cercando una foto del disco originale x scoprirne la data d'incisione ma nulla,non vi è foto...
Guarda che la foto, anzi il videoclip, è stato giò postato ed è questo



Ma io non riesco a leggere quasi nulla. Gondar.
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  #109  
Vecchio 08-02-2008, 19:21
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LA NARRAZIONE

E'

TEMPORANEAMENTE

SOSPESA




Gondar.
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  #110  
Vecchio 08-02-2008, 19:38
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SPERO, CARO GONDAR, CHE LA SOSPENZIONE DURI POCO.....
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  #111  
Vecchio 26-02-2008, 20:07
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GONDARINO....MA QUANDO RITORNI?
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