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Il come e dove muori ha una valenza non indifferente in chi sopravvive. Pensa ai nostri soldati morti in trincea nel '15-'18, pensa alla morte di qualche imperatore, ad esempio Napoleone, che ha rischiato la vita in ogni battaglia che ha fatto (e ne ha fatte proprio tante!) e che alla fine è morto tra vomito e dissenteria nella solitaria isola di Sant'Elena. Come e dove muori è di forte impatto per chi ha modo di pensarci su. E' luogo comune pensare che una persona dignitosa, muoia in modo altrettanto dignitoso. Io stessa, se potessi scegliere, preferirei morire in una certa maniera, piuttosto che in un'altra. Se poi questi discorsi sono assurdi, poichè la morte quando arriva, arriva, è un altro affare. Non so se questo ha a che fare più con preconcetti, ambizione di essere ricordato in un certo modo ecc.. la cosa certa è che ha a che fare con la nostra cultura. Dalla mitologia, alla letteratura, dalla vita quotidiana allo star system.. il COME e DOVE arriva la morte scuote le coscienze e aziona diversi meccanismi di pensiero. Pensa poi ad un personaggio pubblico, come Elvis. Sappiamo tutti che immagine si era creato. E l'immagine crea nel pubblico stesso (scusate, batto sempre sullo stesso chiodo) una cosa tanto sottile, quanto determinante: l'ASPETTATIVA. Elvis doveva morire come un'eroe, perchè lui per la gente lo era. Un mito deve avere una morte da mito. E i miti non muoiono sulla tazza del water. Non perchè non sia possibile, ma perchè va contro quell'aspettativa. La sostanza, è vero, non cambia: sei morto. Quanto ho detto ora, sembra andare contro a quanto avevo affermato precedentemente, ovvero che se fosse morto diversamente Elvis sarebbe considerato in maniera differente. Non mi sto rimangiando ciò che avevo detto precedentemente, perchè la vita di un individuo è composta da innumerevoli fatti. A maggior ragione, l'esistenza di una star, che viene sezionata evento per evento (questo contribuisce a creare l'aspettativa di cui parlavo prima). La morte non è che un evento ultimo, il capitolo finale. Alla fine l'idea che uno ha di una persona, non cambia a seconda della morte che quella persona ha. A meno che non abbia a che fare con il sacrificio/immolazione. |
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#2
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Allora vuol dir che Claude Francois è morto da pirla!
perchè mentre si faceva il bagno gli è caduto l'aciuga-capelli nella vasca!!! Però in quel caso è una disgrazia, può succedere a tutti, infatti anche io quando mi faccio il bagno o la doccia mi vedo la televisione e mi asciugo i capelli. Quello che voglio dire è che nessuno al mondo sa come, dove e quando uno può morire, se poi l'ignoranza deve deridere una sciagura per come uno muore è un'altra cosa. E poi non credo che noi fan di Elvis lo vediamo come simbolo dell'america, perchè dell'america non può fregarmene niente, io vedo Elvis come un uomo che ha dato tanto dal punto di vista artistico di stile e vivacità, non c'era un solo concerto dove non giocasse con il pubblico e scherzasse con battute, Elvis per me non è il simbolo dell'america è di più! |
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#3
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#4
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Non vorrei essere accademica ed eccesivamente pedante, ma la riflessione che fa Manzoni, riguardo la massa e l'individuo, ne I promessi sposi è sempre verde, nonchè assolutamente geniale nella sua contestualizzazione. Ovviamente, io sono d'accordo nel pensare Elvis esattamente come te. Anch'io sono più interessata alle qualità intrinseche dell'individuo, come il carisma e la simpatia di Elvis. Non sono d'accordo sul fregarmene completamente dell'America quando penso ad Elvis, perchè se fosse nato in Giappone sarebbe stato un'altra persona. Non è per scadere nel biografismo, ma il posto dove nasci e cresci è determinante nella produzione artistica. E analizzare la società americana del tempo, lo vedo un modo per capire ed avvicinarmi sempre più all'artista che amo. Alla fine è solo una questione di indirizzare gli sguardi: c'è chi si fissa sugli aspetti, c'è chi fa i 360° attorno al personaggio. |
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#5
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E' vero che il luogo dove nasci influenza la tua vita, senza alcun dubbio, però vedi MYGIRL, noi sull'artista ci stiamo girando intorno veramente a 360°, mentre un'affermazione fatta e chiusa rimane superficiale e banale e poteva benissimo evitarla di fare o quanto meno andare a spiegare il perchè di quello che ha affermato, facendo cosi invece ha dimostrato due cose, o che è un personaggio superficiale e banale o che voleva creare una polemica, ma a che scopo???
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#6
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Ma, ripeto, secondo me, non ci troveremo mai su questo argomento.. Ciò, non vuol dire che non possiamo continuare a discuterne, chiaro!
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#7
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Quando si parla di Elvis, il primo pensiero è: come è morto, di cosa è morto ma è morto veramente? per noi fan il primo pensiero è: fare un sorriso, ricordarlo vivo ed iniziare a canticchiare qualche suo motivo.
Poi se qualcuno ce lo tocca in maniera "cattiva" è normale difenderlo. |
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#8
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Poi, sul carattere di incalcolabilità e casualità della morte, mi sono già espressa.. Come pure sul fatto che sta a noi, che gli vogliamo bene (un bene VERO), redimerlo. |
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#9
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, era il suo momento e se fosse morto sul palco...durante un concerto non avrebbe certo cambiato le cose!!!
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#10
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Penso che quella frase sia emblematica. |
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