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(da Rockol)![]() Elvis Presley - ELV1S - 30 #1 HITS - Bmg Ricordi (CD) Ha funzionato, eccome, per i Beatles. Perché non dovrebbe funzionare con Elvis? L’idea, che la BMG ha mutuato dalla EMI, è esattamente la stessa: impacchettare in un’antologia nuova di zecca, nel packaging come nella rimasterizzazione digitale, i numeri uno del King del rock and roll (non tutti, come riconoscono onestamente le note di copertina) e aspettare che il pubblico accorra a frotte a comprarla nei negozi. Difficile resistere alla tentazione, in effetti: collezionisti e “completisti”, condannati a procurarsi ogni briciola discografica disseminata dagli amministratori dell’eredità Presley, possono trovare motivo di soddisfazione nella cristallina resa sonora delle incisioni (i tecnici incaricati, Ted Jensen e George Marino, hanno lavorato bene); i novizi hanno modo di riscoprire, non è mai troppo tardi, una quantità di gemme straordinarie, alcune delle quali neppure troppo note all’appassionato “medio” italiano. E chi da un greatest hits pretende cura dei particolari e attenzione al dettaglio non può lamentarsi: grafica elegante ed essenziale, crediti precisi (comprese puntuali informazioni sulla “chart life” di ogni singolo pezzo), note brano per brano redatte da Peter Guralnick, riconosciuta eminenza in elvisologia. Qualcuno, semmai, storcerà il naso per l’inclusione di “A little less conversation” nella versione shakerata dal dj olandese JXL ad uso delle piste da ballo di tutto il mondo. Lo stacco sonoro rispetto al resto del programma è indubbiamente forte e farà sobbalzare sulla sedia qualche purista: ma la canzone si guadagna il diritto di accesso in qualità di ultimo numero uno della serie, la voce del rocker resta inconfondibile in primo piano, e il cocktail rockabilly-house ha un sapore irresistibile (solo Fat Boy Slim aveva raggiunto risultati altrettanto brillanti nel miscelare dance e rock). Chi di Presley ricorda soprattutto il ciuffo, l’ingenua filmografia e i movimenti del bacino, troverà ciò che si aspetta di trovare: l’Elvis elettrico e ad altissima gradazione erotica di “Jailhouse rock”, di “All shook up” e di “Heartbreak hotel” (il primo e più improbabile degli hits, sottolinea Guralnick: il testo è ispirato al bigliettino di commiato lasciato da un suicida). Il languoroso e confidenziale crooner di “Love me tender”, “Are you lonesome tonight?” e “Can’t help falling in love”. Quello rilassato, controllato ed infallibile della maturità (“Return to sender”, “Suspicious minds”, “In the ghetto”). E anche – nota dolente - quello tentato dalla tradizione melodica del belcanto (“O sole mio” e “Torna a Sorrento” tradotte rispettivamente in “It’s now or never” e “Surrender”). Ma potrà anche (ri)scoprire tante altre cose. Innanzitutto l’incredibile versatilità di un interprete capace, con quella voce, di cantare qualunque cosa, il blues di Big Mama Thornton (“Hound dog”) e il country & western di Hank Snow (“A fool such as I”), l’r&b di New Orleans (“One night”) e il candido gospel di “Crying in the chapel”: il diavolo e l’acqua santa, davvero (e nessuno c’era arrivato prima di lui, al matrimonio misto e sacrilego tra country bianco e rhythm and blues nero). E poi tanti dettagli e particolari gustosi. Come le impeccabili, pulsanti voci di supporto dei Jordanaries (tanti anni dopo ripescati dai Blasters dei fratelli Alvin). La chitarra acuminata di Scotty Moore e la stilosissima Telecaster di James Burton (un quarto dei leggendari TCB, band di accompagnamento anni ’70, che qui sfoggia la sua potenza in “Burning love”). La ruvidezza da “buona la prima” di “Too much” e i collage di studio di “Hound dog” e “Don’t be cruel” (venti, trenta takes diverse per arrivare al massimo grado di semplicità). E ancora, la squisita scrittura di autori di lusso come Otis Blackwell, Doc Pomus, Leiber& Stoller. Ci sarebbe molto altro Elvis, naturalmente, da mettere in scaffale a fianco di questo super-greatest hits. Ventinove canzoni (più una) non bastano a disegnare i contorni del mito. Il consiglio, inevitabile, è di procurarsi almeno le prime leggendarie incisioni per la Sun di Memphis, “That’s alright (mama)”, “Mystery train”, “Baby, let’s play house” e le altre: un Presley così libero e selvaggio non lo ascolterete più, neppure negli anni dorati raccontati da “Elv1s”. Perché regalarlo: Elvis è "The king". Per una volta un soprannome che dice le cose come stanno, e questa godibilissima e corposa raccolta ci ricorda da dove è nata tutta la musica odierna. Iniziate (o ripartite) da qui. TRACKLIST (Alfredo Marziano) “Heartbreak hotel” “Don’t be cruel” “Hound dog” “Love me tender” “Too much” “All shook up” “(Let me be your) Teddy bear” “Jailhouse rock” “Don’t” “Hard headed woman” “One night” “(Now and then there’s) A fool such as I” “A big hunk o’ love” “Stuck on you” “It’s now or never” “Are you lonesome tonight?” “Wooden heart” “Surrender” “(Marie’s the name) His latest flame” “Can’t help falling in love” “Good luck charm” “She’s not you” “Return to sender” “(You’re the) Devil in disguise” “Crying in the chapel” “In the ghetto” “Suspicious minds” “The wonder of you” “Burning love” “A little less conversation (JXL radio edit remix)” (23 Dic 2002)
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Trent’anni dalla scomparsa di Elvis: si comincia con una statua
Con un annuncio proveniente dalle isole Hawaii è iniziata la serie di iniziative che marcherà i trent’anni dalla scomparsa di Elvis Presley. Le autorità locali hanno dato il semaforo verde ad una statua del King che sarà piazzata nel prossimo luglio, poco prima del giorno dell’ anniversario, davanti al Neal Blaisdell Center, dove Presley nel 1973 tenne il concerto “Elvis: aloha from Hawaii”. La statua sarà in bronzo ed in scala 1:1. “Per molti di noi Elvis rimane un idolo”, ha affermato Mufi Hannemann, sindaco di Honolulu, “e, visto che qui trascorse un certo periodo, lo consideriamo come un figlio adottivo. Elvis farà sempre parte dell’identità delle Hawaii, dal suo film ‘Blue Hawaii’ allo storico concerto che la scultura commemora”. Presley morì il 16 agosto 1977. Da Rockol |
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Il francobollo di Elvis Presley è il più collezionato negli Stati Uniti
Il francobollo che raffigura Elvis Presley è il più collezionato negli Stati Uniti. A poche settimane dal trentesimo anniversario della scomparsa di Elvis, che avvenne il 16 agosto 1977, il Servizio Postale d’oltreoceano fa una scoperta: su cinquecentodiciassette milioni di francobolli venduti con il ritratto del cantante di Memphis, centoventicinque milioni sono stati conservati dal 1993, anno in cui vennero messi in commercio. Intanto molti fan di Presley spediscono lettere con l’affrancatura del "King of rock" a indirizzi inesistenti per ricevere indietro il francobollo con il timbro “Return to sender” (restituito al mittente), titolo di un grande successo di Elvis negli anni Sessanta. (Fonte: La Repubblica) |
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Da Kataweb - Musica.temi
LA PRIMA VOLTA DI ELVIS ![]() ALMANACCO - 18/07/1953 di John Vignola 18 luglio 1953: Elvis Presley, giovane camionista con qualche velleità canora, registra un acetato per il compleanno della madre. Le canzoni sono My Happiness e That’s When Your Heartaches Begin, due languidi brani country. Lo studio è quello della Sun Records di Memphis, una piccola etichetta gestita da Sam Phillips che sopravvive incidendo, a pagamento, dischi-regalo. In realtà le aspirazioni di Phillips sono ben diverse: vorrebbe trovare nuovi cantanti per unire il blues e il country & western e avere, ovviamente, grande successo. Nelle sue stesse parole, insomma, è alla ricerca di “un bianco che canti come un nero”. Presley è nato in Mississippi, nel cuore della depressione americana (1935) e si è trasferito a Memphis da ragazzino: è un ascoltatore onnivoro, spazia dal blues al bluegrass al gospel. Quando registra i due pezzi, in uno dei suoi viaggi, non lo fa solo per la madre; spera segretamente di avere un demo da portare in qualche radio locale (lo confesserà anni dopo), ma il risultato gli sembra talmente scarso che tiene le registrazioni a casa. Tornerà però alla Sun, inciderà ancora, convincendo gradatamente Phillips che il bianco & nero che stava cercando era proprio lui. A metà del 1954, con la chitarra di Scotty Moore e il basso di Bill Black, comincia così la storia del rock’n'roll: da That’s All Right Mama (primo singolo, uscito il 5 luglio 1954) in avanti, Elvis Presley non dovrà mai più pagare uno studio di registrazione. Phillips e la Sun Records passeranno come lui nel mito, insieme ad altri artisti (Johnny Cash, Jerry Lee Lewis, Roy Orbison) in sosta a Memphis. Ascolto consigliato: lo scintillante box King Of R’n’R: The Complete 50’s Masters, meglio se su vinile, con i centoquaranta pezzi che hanno reso Elvis immortale, tutti degli anni 50. 6 commenti gianniibe ha scritto: 19 Luglio, 2007 08:10 Elvis, anche se ormai lontano, rimane un interprete straordinario. Ancora oggi ha milioni di fans davanti al cancello di casa e nessuno, dico nessuno tra i geni della musica ha un tale riscontro… e questo qualcosa vorrà dire…nel bene e nel male. Non ha senso paragonare Berry, Holly etc. Perché tutti hanno guardato a lui come ad un parametro. Come dimenticare Gene Vincent…o Perkins ma nessuno di questi incastrava tante giuste caratteristiche in un uomo solo. E’ la citazione più usata in films telefilm e cover (l’ultima è di Pino Daniele)… Ho visto a Graceland religioni diverse andare d’accordo solo per la passione che univa al KING…Insomma la musica ha varie sfaccettature ma Elvis è il mito per eccellenza.Tra i fans (Bono-U2/Williams/Lennon etc) wolf ha scritto: 19 Luglio, 2007 06:51 Che dire di Elvis….un uomo..una voce..un mito che rappresenta un’epoca ormai lontana… elvis ha scritto: 18 Luglio, 2007 23:39 elvis è stato e sempre sarà la definizione della parola intraducibile “rock”…..non r’n'r…..ROCK anna ha scritto: 18 Luglio, 2007 20:07 Elvis, da noi è poco conosciuto. Ha in realtà inciso bellissimi pezzi. Non era un genio della musica, era un interprete molto particolare. Sono anche spesso dimenticati i successi post anni 50 anche se tra il 1968 e il 1973 ha inciso ottimi brani…. Gianni ha scritto: 18 Luglio, 2007 19:08 A me la voce di Elvis sembra quella di un bianco che vuole imitare i cantanti di blues, in effetti. Meglio allora Cuck Berry e tutti gli artisti neri e soprattutto meglio Buddy Holly, un vero genio della musica. giulio ha scritto: 18 Luglio, 2007 18:48 Elvis un camionista? Ma dai, un eroe del popolo, allora… Domani vado a comprare il box che consigli, John. Ho sempre sdegnato Elvis, magari mi sbaglio… Ultima Modifica di hurt : 19-07-2007 08:45 |
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Jailhouse Rock per Brian Robbins Il regista di Norbit porterà sul grande schermo una vicenda realmente accaduta. ![]() La Disney ha affidato la regia di Jailhouse Rock a Brian Robbins: il regista di Norbit racconterà una storia realmente accaduta in un carcere in Arizona, una vicenda sulla quale il L.A. Weekly ha anche pubblicato un articolo firmato da Joshuah Bearman. L'articolo di Bearman racconta la storia di Bret Kaiser, una guardia carceraria di una delle prigioni più grandi dell'Arizona che essendo un grande appassionato di musica, ed un fan di Elvis Presley, decise di organizzare una competizione musicale per i detenuti, che tra l'altro hanno avuto anche l'onore di essere giudicati da una star comeAlice Cooper. Di recente Robbins ha appena concluso le riprese di Starship Dave, una commedia fantascientifica intepretata da Eddie Murphy. |
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Da www.mymovies.it
Elvis Presley Pino Farinotti Nome: Elvis Aron Presley Data e luogo di nascita: 8 Gennaio 1935, Tupelo, Mississippi, USA Data e luogo di morte: 16 Agosto 1977, Memphis, Tennessee, USA di Pino Farinotti Nome: Elvis Aron Presley Data e luogo di nascita: 8 Gennaio 1935, Tupelo, Mississippi, USA Data e luogo di morte: 16 Agosto 1977, Memphis, Tennessee, USA L'attività di Presley. come attore è semplicemente una conseguenza della sua strepitosa carriera di cantante. I film con Presley, quasi sempre, erano un pretesto per le sue canzoni. E anche se le sue doti recitative erano assolutamente irrilevanti, la sua presenza era tale da riempire le sale. Coi suoi film, negli anni Sessanta Presley rilamciò, alla MGM il genere musical, tramontato da almeno un decennio. Le storie erano sospettosamente simili, Elvis girava il Paese in cerca di lavoro, lo trovava, ora come bagnino, ora come barista o pugile, e poi, con la chitarra cominciava a cantare e a ballare, mentre intorno a lui si formava una piccola folla, soprattutto di ragazzine incantate. Se i film non sono stati all'altezza del suo personaggio vanno sicuramente menzionati i due documentari che lo riguardano Elvis That's the Way R is (Denis Stander 1970) e Elvis on tie Tour (Pierre Adidge e Robert Abel 1972). Da questi filmati emerge il disagio, la fatica e il dolore della carriera, specie finale di un personaggio arrivato in cima al mondo a vent'anni gestito senza riguardo dai suoi manager, dedito all'alcol e alle droghe, letteralmente sformato e consumato, pronto a morire poco più che quarantenne. |
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Elvis è sempre vivo
![]() Il mito Presley tra amarcord e business Il 16 agosto 1977 moriva Elvis Presley. Il 16 agosto 2002, a venticinque anni di distanza da quel giorno, il Re del rock è più vivo che mai. L'America celebra in questi giorni, tra patriottismo e parate kitsch, il venticinquennale della scomparsa di "The Pelvis", ma il suo mito non è mai finito nella tomba con lui, anzi. I suoi fan club sparsi nel mondo sono migliaia, milioni le persone che lo imitano e vivono della sua eredità musicale e spirituale (vedi box a lato). E centinaia quelli pronti a giurare che Presley è vivo: uno psichiatra di Kansas City sostiene di averlo avuto recentemente in cura per un'artrite e di sentirlo regolarmente al telefono; qualcuno è certo di averlo avvistato ad Amburgo mentre vendeva hot dog per strada, mentre i sospetti sul fatto che nella bara, il giorno del funerale, ci fosse una riproduzione in cera del Re sono suffragati da decine di indizi più o meno strampalati. Senza contare l'uso e l'abuso che lo show business fa della sua immagine e della sua voce, specialmente in questo periodo. Il rock di Presley fa da "colonna sonora" all'ultimo film Disney, "Lilo & Stitch", dove Stitch, un piccolo alieno, si diverte a impersonare Elvis per la gioia di Lilo; "A little less conversation", brano minore del rocker, è stato remixato dall'olandese Dj Junkie XL ed è da settimane in testa alle classifiche inglesi. Dulcis in fundo, una graduatoria pubblicata dalla rivista "Forbes" consacra Elvis come quella, tra le star decedute, che continua a incassare di più in termini di diritti d'autore: la classifica lo accredita (o meglio, accredita i suoi eredi) di un introito, per lo scorso anno, di ben 37 milioni di dollari, tra royalties e diritti per lo sfruttamento dell'immagine. Staccatissimi altri due giganti della musica come Jimi Hendrix e Bob Marley. E tanto per aggiungere Elvis a Elvis, la figlia del Mito, Lisa Marie, ha pensato di convolare a nozze durante lo scorso weekend con Nicholas Cage, proprio quando iniziavano le commemorazioni dedicate al padre. Manovra commerciale o vero amore? Ai fan poco importa: Elvis è e sarà sempre vivo, almeno nel vinile gracchiante dei suoi vecchi 45 giri e nelle frange delle giacche di pelle di coloro che trovano nel Re la sola ragione d'esistere e, pensando a lui, fischiettano "I'm Yours". 16 agosto 2002 Davide Passoni |
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