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Vecchio 06-08-2007, 07:36
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Blues sotto le stelle – 2007 sabato 04 agosto 2007




L'Aquila - Blues sotto le stelle, alla sua ottava edizione, è uno degli appuntamenti più attesi dell’estate aquilana: un evento di grande rilievo culturale nella cornice di un monumento esclusivo. Arte, musica e spettacolo insieme per ricreare quell’atmosfera magica nell’antico Borgo della Rivera che riacquista così la funzione di aggregazione sociale che ha avuto nel corso dei secoli.
La promozione di luoghi d’arte, unita a forme diversificate di spettacolo, ha portato in questi ultimi anni un forte incremento del turismo culturale: si pensi ai numerosi luoghi d’arte, edifici monumentali e centri storici che ogni anno ospitano le grandi star della musica jazz, etnica, rock internazionale (il depliant che riporta il programma del festival è sempre corredato da notizie storiche sulla Fontana delle 99 cannelle).
L’originalità delle scelte musicali che hanno da sempre contraddistinto questo festival sono legate soprattutto alla continua contaminazione che la musica afroamericana ha operato sull’Occidente: il blues non solo quindi come genere musicale, ma custode ed artefice di forti emozioni, stati d’animo, modi di vivere, una grande cultura da scoprire nei suoi molteplici aspetti
La musica blues, ha assunto una sua precisa connotazione e struttura all’inizio del novecento, sviluppando le proprie radici principalmente lungo il corso del fiume Mississippi ed estendendosi poi con caratteristiche diverse negli altri Stati del Nord-America, ma è nella seconda metà del secolo, nel dopoguerra, che mostra la sua grande energia e vitalità, trasformandosi rapidamente e assumendo le caratteristiche e i colori di varie culture e contesti sociali.
Il blues ha avuto un ruolo rilevante nell’integrazione del popolo nero, nell’evoluzione del costume e nella rivoluzione culturale degli anni “60: dal rock’n’roll di Jerry Lee Lewis ed Elvis Presley, attraverso i Beatles, i Rolling Stones, Bob Dylan e successivamente il punk, l’hip pop, il rap, tutte derivazioni ed evoluzioni di una cultura che ha radici molto lontane e che non accenna a fermarsi, rinnovandosi e riproducendosi in modi e circostanze differenti. Il festival in questi 8 anni ha narrato la storia del blues attraverso la voce dei musicisti che ne sono stati protagonisti negli anni migliori, che hanno saputo promuoverne e divulgarne l’emozione.
E’ da queste considerazioni che nasce la scelta artistica di voler evitare la ripetizione di programmi standard, così frequenti nella miriade di festival presenti nella nostra penisola, e voler differenziare “blues sotto le stelle” dell’Aquila proprio ricercando i musicisti di culto negli angoli più remoti dove il blues ha lasciato traccia, spaziando nelle contaminazioni, evoluzioni e provocazioni che sono l’essenza nell’anima blues.
L’edizione di quest’anno ci porta ad esplorare ulteriori territori musicali: il manouche iazz omaggio al mitico Django Reinhardt proposto dal gruppo olandese Tolga Quartet, le blues ballads del canadese John Campbelljohne la sua deliziosa pedal guitar, le incursioni heavy- metal- funk del newyorkese TM Stevens. L’evento più atteso è certamente la performance di Uli John Roth ex chitarrista degli Scorpions che, attraverso una rilettura della storia della musica, propone un excursus musicale dalle forme barocche di Antonio Vivaldi al rock-blues di Jimi Hendrix con ospiti molto attesi quali Graham Oliver (Saxon) e Nathaniel Peterson (Savoy Brown).
Una grande festa è prevista per l’ultima serata, un omaggio al Borgo della Rivera che a distanza di otto anni dalla prima edizione del festival appare notevolmente riqualificato. Alcuni edifici limitrofi sono stati restaurati e la nascita di nuove attività quali ristoranti ed alberghi lasciano presagire le potenzialità del luogo deciso a diventare centro di grandi avvenimenti culturali: di questa rinascita sicuramente “blues sotto le stelle” ne è stato promotore e protagonista. Sul palco una band dal sapore e tradizioni italiane, l’Officina Zoè con un ospite d’eccezione il percussionista africano (Mali) Baba Sissoko: la pizzica tarantata incontra i ritmi africani, il canto griko si fonde con la tradizione orale dei griot del Mali. Blues sotto le stelle unisce alla gradevoli serate di divertimento la conoscenza di una cultura in continuo mutamento, proponendo stili musicali e visioni diverse appartenenti però ad una radice comune: blues borderline, blues di confine.
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Vecchio 07-08-2007, 07:16
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E' morto Lee Hazlewood




Lee Hazlewood è morto sabato nella sua abitazione di Las Vegas. Aveva 78 anni e stava combattendo una lunga malattia contro un cancro renale.

Hazlewood, nativo dell'Oklahoma, ha cominciato la sua carriera musicale nel 1953 come disc jockey in Arizona. E' stato fondamentale soprattutto per quella Nancy Sinatra, di cui ha scritto e prodotto interamente numerosi album. Lee era l'autore, per esempio, della celeberrima 'These Boots Are Made For Walking'.

Hazlewood ha anche avuto una più che discreta carriera solista, iniziata nel 1963 con 'Trouble Is A Lonesome Town', e il cui picco è stato raggiunto da 'Cowboy In Sweden' del 1970. Il suo ultimo LP, 'Cake Or Death', era uscito lo scorso anno.

Elvis Presley, Nick Cave, Primal Scream ('Some Velvet Morning', cantata da Kate Moss) e Courtney Love hanno tutti realizzato cover di sue canzoni.

data: 6-8-2007
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Vecchio 09-08-2007, 07:52
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9/8/2007 (7:51) - IL PERSONAGGIO
MARINA VERNA
CORRISPONDENTE DA BERLINO

Quando Elvis il Rosso faceva impazzire la Ddr



L'americano che lasciò gli Usa per cantare l'Urss. Era l'orgoglio della nomenklatura dell'Est, Spielberg gli dedica un film

Dean Reed era bello come Robert Redford e ardente come Jane Fonda, cavalcava come John Wayne e cantava come Elvis Presley. Era nato in Colorado ma aveva scelto di vivere nella Germania dell’Est. Fu così che divenne «l’Elvis rosso», eroe di quella parte di mondo che stava al di là della cortina di ferro e a Sud del sogno americano. Mise la sua chitarra al servizio della lotta per la libertà e la giustizia sociale, si proclamò marxista, mescolò rivoluzione e canzoni country, si illuse e disilluse. Una vita da film. E adesso, a vent’anni dalla sua morte, ce ne sono addirittura due: il documentario «Der rote Elvis» del giovane regista tedesco Leopold Gruen, appena arrivato nelle sale della Germania, e il lungometraggio americano cui sta lavorando Spielberg, con Tom Hanks nella parte del protagonista.

Nei primi Anni 60 Dean Reed è un bel ragazzo con un gran ciuffo e una voce modesta - giudizio dei discografici - che tenta di sfondare come cantante ma non ci riesce. Dopo i primi flop, la sua etichetta lo spedisce in Sud America. Altro pubblico, e ben altro successo: la voce languida e il colpo d’anca elettrizzano il pubblico femminile. Reed riempie gli stadi del Cile e dell’Argentina, li fa piangere cantando «Venceremos» e vende dischi a milioni. Scopre però anche la povertà e l’ingiustizia sociale, ne è turbato e cambia la direzione della sua vita: sceglie l’impegno politico e diventa comunista perché «non basta cantare qualche bella canzone, occorre partecipare attivamente alla lotta per la pace mondiale e la liberazione nazionale». E dunque: protesta contro la politica imperialista della sua patria, partecipa come delegato al Congresso per la Pace Mondiale di Helsinki, va in tournée in Urss, appoggia la candidatura di Salvador Allende e la lotta dell’Olp di Arafat. Si fa fotografare in Libano con chitarra e Kalashnikov, si fa arrestare a Santiago per aver marciato sotto l’ambasciata americana con una bandiera a stelle e strisce e un secchio d’acqua «per ripulirla del sangue dei civili uccisi in Vietnam».

Da Berlino alla Mongolia c’è una fetta di mondo che lo adora, mentre in America lo bollano come traditore e opportunista. Nel 1972 - in piena Guerra Fredda - decide di andare a vivere nella Ddr. Si è innamorato di un’attrice tedesca, aspetta da lei un figlio e la segue nella sua patria. E’ un romantico un po’ ingenuo, ma è anche un uomo che vuole il successo. E ha capito che lì lo avrà. Increduli di un tale colpo d’immagine, i vertici del partito gli fanno ponti d’oro: villa sul lago, libertà di viaggiare, film, dischi, concerti. Il primo single dell’etichetta Ddr Amiga ha in copertina una sua foto con cappello da cowboy sullo sfondo di una cascata, sul retro una frase incisiva: «L’arte, la canzone - devono essere sempre armi».

Il rovescio della medaglia è la strumentalizzazione: Reed deve alzare il pugno nel Giorno della Solidarietà, cantare alle Feste della Gioventù, collaborare con la Stasi. E’ ostaggio del potere che lo vizia. Quando nel ’76 il cantautore Wolf Biermann, dopo un concerto a Colonia, non può più rientrare a Berlino Est - espulso dalla Ddr «per aver violato i doveri di cittadino» - e decine di artisti firmano una lettera di protesta al governo, lui si tiene al coperto. Continua a cantare la libertà e la fratellanza socialista mentre i dissidenti vanno in carcere e perdono il lavoro.

Arrivano gli Anni 80 e la sua stella declina: il regime non gli ha permesso di evolvere, lui è cristallizzato in canzoni ormai fuori del tempo, lo invitano sempre meno, e c’è sempre meno gente ad ascoltarlo. La Stasi lo tiene d’occhio, da quando ha avuto un battibecco con il poliziotto che lo ha fermato per eccesso di velocità: «Perché avete lasciato andare la grande berlina nera che mi ha superato a 160 all’ora? Questo è uno Stato fascista. Comincio ad averne abbastanza anch’io come la maggior parte dei 17 milioni che abitano questo Paese».

Reed ha nostalgia della sua America, vorrebbe tornarci e fare il senatore del Colorado. Ha chiaramente perso il senso della realtà. «Non ci piace che la nostra gente vada all’estero a parlar male di noi», dice nel documentario di Gruen un vecchio amico che potrebbe aiutarlo ma non lo fa. Deen ha ormai 46 anni e non vede più prospettive: triste, depresso, dopo un ennesimo litigio con la moglie prepara una borsa ed esce di casa. «Vado da chi mi vuole bene», le dice. Lo ritroveranno qualche giorno dopo, il 31 agosto ’86, cadavere sulla riva di un lago. Si è ucciso, ma per la Stasi è un «tragico incidente». Per altri, è un complotto dei servizi segreti americani, sovietici e tedesco-orientali. Una leggenda che solo l’apertura degli archivi segreti ha sfatato: nel dossier «Dean Reed» c’era una lettera d’addio di 15 pagine.
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Vecchio 09-08-2007, 08:03
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“Piedigrotta 2007”, Brian Ferry e Napoli rendono omaggio a Elvis Presley

sabato 1 settembre – “’O Sole mio forever”, Salone Margherita

venerdì 7 settembre – “Concerto per Piedigrotta”, Piazza del Plebiscito

Con La Festa di Piedigrotta 2007, Napoli rende un doppio omaggio al “re del rock and roll”, Elvis Presley.

da sabato 1 settembre

A Elvis Presley, alla sua versione di "It's now or never" e di "Surrender", alle sue sonorità melodiche è dedicata un'importante sezione della mostra "'O sole mio forever", una rassegna storico-virtuale curata dalla Fondazione Bideri che si terrà, dal 1° settembre, presso il Salone Margherita, storico tempio del cafè chantant riaperto per l'occasione.
Gli spartiti originali della traduzione americana del classico di Capurro-Di Capua, le differenti copertine delle edizioni a 45 giri, le lettere di autorizzazione dell'adattamento saranno esposte insieme a foto e memorabilia di “The Pelvis”, scomparso il 16 agosto di trent'anni fa.

venerdì 7 settembre

E proprio "It's now or never" e "Surrender" (che in origine erano, rispettivamente “’O Sole mio“ e "Torna a Surriento") sono le due canzoni scelte da Brian Ferry, la voce dei Roxy Music, per partecipare al "Concerto per Piedigrotta" che il 7 settembre, in piazza del Plebiscito, lo vedrà protagonista con Massimo Ranieri ed altri divi della musica italiana ed internazionale per omaggiare il grande repertorio classico napoletano.
“Piedigrotta 2007” è sostenuta dalla Regione Campania, organizzata dall'Ente Provinciale per il Turismo di Napoli, con la collaborazione del Comune e della Provincia di Napoli.

Per tutte le informazioni: www.festadipiedigrotta.it - www.eptnapoli.info
Fonte: Ufficio stampa MIGNARDI PROMOPRESSAGENCY
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Vecchio 14-08-2007, 06:39
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Anche i Verdena rendono omaggio a Elvis con His Latest Flame

In occasione del trentennale dalla morte del più grande rocker di sempre, Elvis Presley i Verdena hanno deciso di riproporre una delle sue canzoni più apprezzate ovvero His Latest Flame.



In occasione del trentennale dalla morte del più grande rocker di sempre, Elvis Presley, avvenuta il 16 agosto del 1977 a 42 anni, i Verdena hanno deciso di riproporre una delle sue canzoni più apprezzate ovvero “His Latest Flame (Marie’s the Name), già precedentemente reinterpretato da grandi personaggi come Morrissey degli Smiths. Il pezzo è uno degli inediti contenuti nell’EP “Canos” brano tratto dall’album “Requiem”, uscito a fine giugno ed entrato direttamente al terzo posto nella classifica FIMI ai primi di luglio, restando nella “top ten” per ben un mese. Ricordiamo che i Verdena sono attualmente impegnati nel loro tour estivo
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Vecchio 21-08-2007, 06:45
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Da Cultura News - 20-08-2007

L’ELVIS PRESLEY DELLA MARATONA SARA’ A ROMA PER TENTARE UN NUOVO RECORD.

Lo scorso aprile alla London Marathon, Ian Michael Sharman, un podista inglese di 27 anni è entrato nel Guinness dei primati grazie ad un’insolita prestazione. L’inglese infatti ha chiuso la prova di maratona in 2:57.03 correndo l’intera gara vestito da Elvis Presley e visti i tanti sosia di Elvis sparsi per il mondo che partecipano a gare di ogni tipo per aggiudicarsi la palma d’oro di “Re dei Re” è riuscito ad entrare con la sua impresa nel Guinness dei primati. Ian, visti i 30 anni dalla morte di Elvis Presley, ha deciso di ritoccare il suo record scegliendo la Maratona di Roma del 16 marzo 2008 come sede ufficiale per il tentativo: “Proverò a ritoccare il tempo fatto a Londra – dice Sharman – scendendo sotto le 2 ore e 45 minuti e se il pubblico di Roma mi sosterrà sono certo di farcela”. Ovviamente sulle strade di Roma correrà con indosso uno dei tanti vestiti simili a quelli di Elvis della sua collezione.



Da Yahoo Sport - Lun 20 Ago, 12:24 PM


Alla Maratona di Roma anche il sosia di Presley








Ian Michael Sharman e` uno dei tanti sosia di Elvis Presley, ma lui non canta, corre maratone. Lo scorso aprile alla London Marathon, Ian Michael Sharman, un podista inglese di 27 anni e` entrato nel Guinness dei primati grazie ad un’insolita prestazione, ha infatti chiuso la prova di maratona in 2:57.03 correndo l’intera gara vestito da Elvis Presley e visti i tanti sosia di Elvis sparsi per il mondo che partecipano a gare di ogni tipo per aggiudicarsi la palma d’oro di “Re dei Re” e` riuscito ad entrare con la sua impresa nel Guinness dei primati.
In occasione dei 30 anni dalla morte di Presley, Sharman ha deciso di ritoccare il suo record scegliendo la Maratona di Roma del 16 marzo 2008 come sede ufficiale per il tentativo: “Provero` a ritoccare il tempo fatto a Londra – ha dichiarato Sharman – scendendo sotto le 2 ore e 45 minuti e se il pubblico di Roma mi sosterra` sono certo di farcela” . Ovviamente sulle strade di Roma correra` con indosso uno dei tanti vestiti simili a quelli di Elvis della sua collezione.

Ultima Modifica di hurt : 21-08-2007 07:48
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Vecchio 29-08-2007, 08:48
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Bruce Campbell: "Non sarò di nuovo Elvis"

L'attore non reciterà nel sequel di Bubba Ho-Tep. Opinioni divergenti sulla sceneggiatura dietro il gran rifiuto



Cattive notizie per il fandom. Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi e una tra le star più amate del cinema horror, non reciterà nel sequel di Bubba Ho-Tep, attualmente in pre-produzione.
Lo ha annunciato lo stesso Campbell ai microfoni di Fangoria Radio, durante un'intervista registrata domenica scorsa. Dietro il rifiuto ci sarebbero divergenze inconciliabili con il regista Don Coscarelli riguardo alcuni punti della sceneggiatura. Divergenze che, secondo quanto avrebbe dichiarato Campbell, sembrerebbero essere quasi sfociate in lite: "vogliamo mantenere la nostra amicizia, ecco perché abbiamo preferito prendere strade diverse. E così, non faccio più parte del progetto".

Un vero peccato, perché sarà difficile trovare un attore protagonista tanto bravo quanto amato dagli appassionati di cinema horror. Lo stesso Coscarelli ammette di essere in grave difficoltà. Il progetto comunque sembra sarà portato a termine. Bubba Nosferatu and the curse of the She-Vampires, questo il titolo del film, dovrebbe uscire nel 2009, e per ora l'unico attore confermato è l'ottimo Paul Giamatti, già candidato all'Oscar per Cinderella Man.

La tanto contestata sceneggiatura, scritta da Coscarelli, Joe R. Lansdale e Stephen Romano, non sembra partire da un'idea tanto male, e narra le avventure di Elvis Presley nella Las Vegas degli anni '60, intento a combattere una banda di vampire capitanate da un malvagio manager, il colonnello Parker (Paul Giamatti). Un'idea folle a sufficienza per stimolare la penna di Lansdale & c, pronti trasformare le trovate più bislacche in un delirante divertissment farcito di humor e citazioni.

Campbell, nel corso dell'intervista, ha anche detto di ritenere poco probabile la realizzazione di un ipotetico Freddy vs Jason vs Ash (diventato una miniserie a fumetti della Wildstorm). Il chiacchierato remake di Evil Dead, a detta dell'attore, non si farà: i rumors sono bastati a far imbufalire il 90 per cento dei fan. Anche il quarto episodio della saga horror diretta da Sam Raimi non sarà realizzato. Lo stesso Raimi avrebbe ipotizzato: "forse potremo girarlo quando avremo 70 anni".

Insomma, per ora nessun horror tra le priorità di Campbell. Eppure siamo sicuri che molti fan terranno le dita incrociate nella speranza di un ripensamento del buon Bruce. Come non esultare nel vederlo di nuovo al cinema nei panni del Re del rock 'n roll, stavolta intento ad ammazzare vampire cantando "Viva Las Vegas"?

Autore: Enea Barbetta - Data: 29 agosto 2007 - Fonte: Fangoria
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