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Anche perchè, ho pensato oggi, come si può fare il confronto fra voci maschili e quelle femminili?
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![]() ![]() di Marco Molendini ROMA (16 novembre) - Non sono molti i dubbi sul fatto che Aretha Franklin sia stata la più straordinaria voce apparsa sulla scena del rock e del soul: per qualità naturali, per capacità tecniche oltre che emotive. Un fenomeno assoluto. Ora, a sanzionare questa supremazia, c’è un ampio e qualificato sondaggio messo in piedi da una delle più prestigiose riviste musicali, l’edizione americana di Rolling Stone che ha messo in piedi un articolato sondaggio che mette in fila i primi cento cantanti a giudizio di un gruppo qualificatissimo di esperti che va da alcune grandi star della musica come Bruce Springsteen, Rod Stewart, Justin Timberlake, George Michael, Keith Richards, Carlos Santana, B.B.King, Lenny Kravitz, Billy Joel, Ringo Star e via dicendo a dirigenti discografici, produttori, giornalisti (in tutto 176 votanti). Insomma un sondaggio qualificato, pertanto attendibile e, per una volta, condivisibile in buona parte. Di sondaggi di questo genere ne sono stati fatti spesso, a volte strampalati, altre dettati da meri interessi promozionali, altri ancora caratterizzati da insipienza. Stavolta la lista è lunga ed è anche attendibile. Unico neo l’aver voluto catalogare il tutto come una sorta di rock parade, quando molti dei prescelti sono cantanti soul, blues o rhythm ’n’ blues (dodici black star nei primi venti posti) e, a questo punto, visto che le pareti fra i vari generi musicali oggi sono praticamente crollate stona l’assenza di artisti della world music o l’aver ignorato il patrimonio del jazz. Altra magagna l’assoluto, anzi il totale, disinteresse per tutto ciò che non appartiene alla cultura anglosassone. Peccato. Sulla vittoria di Aretha c’è poco da discutere, comunque: straordinaria interprete di successi come Respect, A natural woman, Think, la cui fama è stata solo arrestata dalla sua invincibile fobia per l’aereo che ne ha limitato fortemente l’attività live (qualche tempo fa ci fu un impresario che la convinse a seguire dei corsi per vincere quella paura: evidentemente l’esperimento è fallito). Al secondo posto c’è un altro fuoriclasse indiscutibile come Ray Charles (e bastano la sua Georgia o il suo sibilo in I got a woman per giudicare la sua potente maestria). The King Elvis è solo terzo, ma come biasimare la scelta di fronte a tali fuoriclasse? I primi sei sono tutti personaggi scomparsi da tempo (quarto è Sam Cooke, quinto è John Lennon e sesto Marvin Gaye). Il primo vivo è Bob Dylan che, al settimo posto, precede un altro artista ancora in attività come Stevie Wonder (fra di loro c’è il magico Otis Redding di (Sittin’ on) The dock of the bay. E decimo è un altro re, quello del soul: James Brown. L’altro Beatle Paul McCartney è undicesimo. Mick Jagger è solamente sedicesimo, davanti a Tina Turner, a Freddy Mercury e a Bob Marley, il re del reagge. Non c’è dubbio che nelle scelte pesi in qualche caso non solo il fatto puramente vocale, ma anche la suggestione del personaggio, vale questo a spiegare la posizione di John Lennon o di Bob Dylan, strepitosi artisti ma che vocalmente certo non avrebbero potuto competere con la potenza di un Freddy Mercury (ma Bono, spiegando nella rivista, cosa rappresenta per lui Dylan spiega: «Ha cambiato il modo di cantare la musica popolare, senza di lui sarebbe difficile immaginare Tom Waits, Bruce Springsteen, Eddie Vedder, Kurt Cobain»). E la vocina di Michael Jackson? È al venticinquesimo posto e precede di tre posizioni una celebrata regina come Janis Joplin. Prince è trentesimo e Bono trentaduesimo (forse avrebbe meritato una valutazione superiore). Whitney Houston, la prima Whitney aveva una voce strepitosa, paga il peso delle sue sconsideratezze e il conseguente stop alla sua carriera (è numero 34). Comunque precede Bruce Springsteen (36mo). Scendendo nella classifica ecco Kurt Cobain al 45, Jim Morrison al 47, Brian Wilson dei Beach Boys al 52, Eric Burdon degli Animals al 57, Rod Stewart al 59, Maria Carey al 79, Tom Waits all’82, Annie Lennox al 93, Joe Cocker al 97 e Mary J.Blige al 100 che si rifà cantando le lodi di Aretha «la mia maestra». |
#3
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La top ten delle cospirazioni
![]() Lady Diana ![]() Da Elvis a Diana le teorie più bizzarre LONDRA L’omicidio di Kennedy, l’11settembre, la morte di Diana: sul web si moltiplicano le teorie su possibili complotti organizzati da governi e associazioni. La domanda a cui bisogna dare una risposta è una sola: si tratta di disastri, catastrofi naturali o cospirazioni? Per i “complottisti”, così vengono chiamati gli amanti delle tesi più bizzarre, i settori in cui si può applicare la “teoria del complotto” sono i più svariati. Secondo gli psicologi queste tesi interessano l’immaginazione collettiva , cercando di chiarire, ma solo in apparenza, episodi difficili da spiegare. Il Telegraph ha stilato la top 30 delle teorie più gettonate, dalle più credibili a quelle più inverosimili. Nella lista compaiono diverse morti illustri. L’incidente d’auto in cui ha perso la vita Lady D. è ancora oggetto di lunghe discussioni. Secondo le indagini non si tratta di un complotto, ma di una fatalità. Il padre di Dodi Al Fayed però non si è mai arreso, per lui suo figlio e Diana sono stati uccisi. Per la monarchia inglese era impensabile che la madre del futuro re d’Inghilterra sposasse un mussulmano, da cui pare, sempre secondo il magnate di Harrods, aspettasse anche un figlio. Tra i personaggi vip menzionati spiccano i nomi di Paul McCartney e Elvis Presley. Il re del rock, infatti, sarebbe ancora vivo. Dopo una serie di prove e controprove ancora oggi non è chiaro se il cantante si goda la vecchiaia su un’isola tropicale o meno. Invece, secondo un'altra leggenda metropolitana, Paul McCartney avrebbe perso la vita in un incidente stradale del 1966. L'attuale "Paul" sarebbe dunque un sosia. Non bisogna poi dimenticare le teorie "scientifiche". Il virus dell'Hiv sarebbe stato creato in laboratorio e l'Haarp sarebbe un'arma segreta in grado di abbattere aerei e missili o addirittura causare terremoti. Dopo avere parlato per anni del controverso sbarco sulla Luna, negli ultimi tempi tra i complottisti non si discute d'altro che dell'11 settembre. Molto dura la tesi secondo cui sarebbe stato lo stesso governo americano a provocare la strage sulle Torri Gemelle. Da LASTAMPA.it |
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